Qual’è ultimamente il personaggio che dice sempre la sua in coda alle notizie di cronaca giudiziaria raccontate in televisione? Anche se verrebbe da dire Bonaiuti, in realtà è "l’avvocato difensore".
Di solito è l’avvocatone coi controcazzi che difende l’imprenditore, il politico o il VIP. Ogni tanto, è vero, compare anche l'avvocaticchio fresco di esame che difende d’ufficio ed al primo incarico il canaro della Garbatella trovato ancora con l'accetta in mano ma si tratta di casi rari. I poveri cristi qualunque non hanno questi privilegi, è un fenomeno prettamente d'elite.
Fateci caso, ormai ogni volta che la notizia criminis riguarda un potente caduto nelle maglie della magistratura, appare in video il suo avvocato difensore che dirà: “E’ una congiura, è fumus persecutionis, le prove non esistono, il mio cliente è completamente estraneo ai fatti, non esiste, ma figuriamoci.“
Siccome dopo queste affermazioni il servizio di solito si chiude e si passa a parlare delle previsioni del tempo e della sagra del formaggio di fossa, lo spettatore rimane con l’impressione, che può diventare certezza, che i magistrati passino il tempo ad incriminare onesti e laboriosi cittadini per puro sadismo. Come dice sempre quel politico-imprenditore di bassa statura.
L’altra campana da ascoltare per farsi un’idea obiettiva dei fatti sarebbero gli inquirenti, ma i giudici, i GIP e i GUP che compaiono in tv (ripresi chissà perchè sempre mentre camminano di fretta in strada) non parlano mai, sono sfuggenti, misteriosi e in fondo sinistri (non è una battuta).
Il problema è che se un magistrato o un giudice non si pronuncia sul caso che sta seguendo è normale, non è normale che gli avvocati difensori, siccome difendono dei pezzi grossi, imperversino sui media utilizzando ogni microfono acceso per le loro tesi difensive. In certi casi si assiste ad una vera e propria mitologizzazione della difesa, con l’avvocato che diventa protagonista di una vera e propria saga mediatica. Il caso Taormina-Cogne è emblematico e difficilmente i suoi record saranno eguagliati e battuti per molto tempo, come il record di Mennea a Città del Messico.
Gli avvocati diventano non solo divi mediatici ma, grazie al dono dell’ultima parola, depositari di verità assolute. "In quel tempo Taormina disse ai suoi giovani di studio, dalla lettera di Previti ai cronisti..."
Chi ha iniziato il filone dell’ultima parola alla difesa è, manco a dirlo, Berlusconi, che può contare su stuoli di avvocati i quali, possedendo lui qualche televisione più quella governativa per trascorsi meriti di premierato, possono arringare praticamente a reti unificate.
Il malcostume ora si è purtroppo esteso anche a personaggi di calibro inferiore che però fanno sempre parte del giro che conta: imprenditori di piccolo cabotaggio, immobiliaristi del quartierino, politicanti, papponi, cazzari, pusher e peracottari vari, per ognuno dei quali ci tocca ascoltare le solite lamentazioni del difensore d'alto bordo: “non può assolutamente rimanere in carcere”, soffre di depressione, claustrofobia ed alluce valgo”. “E’ gravemente ammalato” (praticamente tutti gli imprenditori che finiscono agli arresti sono cardiopatici gravi). La formula magica che apre tutte le porte delle celle è "le condizioni dell'imputato sono incompatibili con la vita carceraria". Compatibili con le pippate di cocaina praticate fino al giorno prima, però.
Non si arresta mai un colpevole, sono tutti irrimediabilmente innocenti, anche di fronte all’evidenza. Quando un accusato viene beccato in flagrante con prove schiaccianti, gli avvocati americani hanno almeno la decenza di dire: “dimostreremo l’innocenza del nostro assistito in tribunale”. Da noi la parola d'ordine è sgamare il tribunale, magari con qualche legge fatta in casa dall'avvocato casualmente anche parlamentare e poi, ad ogni modo, si tratta sempre del pregiudizio di un giudice nei confronti del loro cliente. Se non fossero avvocati sarebbero normali paranoici affetti dal "Delirio di fumus persecutionis".
Pensare che con Perry Mason gli avvocati erano riusciti quasi a rendersi simpatici.
Anni di casi appassionanti scanditi dal celebre “Vostro Onore” (che poi è una realtà solo anglosassone ma non fa niente, ancora adesso non riesco a credere che nei nostri tribunali non ci si rivolga al presidente con tale appellativo) e difese appassionate di poveretti salvati dalla galera e forse dalla sedia elettrica grazie alla parlantina sciolta e all’umanità di Perry.
Allora gli avvocati che si vedevano in televisione erano finti. Oggi sono veri, purtroppo, e possono contare su un palcoscenico enorme per perorare la causa dei loro potenti assistiti, i VIPs (Very Impunited Persons). Difesi, ricordiamolo sempre, non per amore ma per denaro, molto denaro.
Di solito è l’avvocatone coi controcazzi che difende l’imprenditore, il politico o il VIP. Ogni tanto, è vero, compare anche l'avvocaticchio fresco di esame che difende d’ufficio ed al primo incarico il canaro della Garbatella trovato ancora con l'accetta in mano ma si tratta di casi rari. I poveri cristi qualunque non hanno questi privilegi, è un fenomeno prettamente d'elite.
Fateci caso, ormai ogni volta che la notizia criminis riguarda un potente caduto nelle maglie della magistratura, appare in video il suo avvocato difensore che dirà: “E’ una congiura, è fumus persecutionis, le prove non esistono, il mio cliente è completamente estraneo ai fatti, non esiste, ma figuriamoci.“
Siccome dopo queste affermazioni il servizio di solito si chiude e si passa a parlare delle previsioni del tempo e della sagra del formaggio di fossa, lo spettatore rimane con l’impressione, che può diventare certezza, che i magistrati passino il tempo ad incriminare onesti e laboriosi cittadini per puro sadismo. Come dice sempre quel politico-imprenditore di bassa statura.
L’altra campana da ascoltare per farsi un’idea obiettiva dei fatti sarebbero gli inquirenti, ma i giudici, i GIP e i GUP che compaiono in tv (ripresi chissà perchè sempre mentre camminano di fretta in strada) non parlano mai, sono sfuggenti, misteriosi e in fondo sinistri (non è una battuta).
Il problema è che se un magistrato o un giudice non si pronuncia sul caso che sta seguendo è normale, non è normale che gli avvocati difensori, siccome difendono dei pezzi grossi, imperversino sui media utilizzando ogni microfono acceso per le loro tesi difensive. In certi casi si assiste ad una vera e propria mitologizzazione della difesa, con l’avvocato che diventa protagonista di una vera e propria saga mediatica. Il caso Taormina-Cogne è emblematico e difficilmente i suoi record saranno eguagliati e battuti per molto tempo, come il record di Mennea a Città del Messico.
Gli avvocati diventano non solo divi mediatici ma, grazie al dono dell’ultima parola, depositari di verità assolute. "In quel tempo Taormina disse ai suoi giovani di studio, dalla lettera di Previti ai cronisti..."
Chi ha iniziato il filone dell’ultima parola alla difesa è, manco a dirlo, Berlusconi, che può contare su stuoli di avvocati i quali, possedendo lui qualche televisione più quella governativa per trascorsi meriti di premierato, possono arringare praticamente a reti unificate.
Il malcostume ora si è purtroppo esteso anche a personaggi di calibro inferiore che però fanno sempre parte del giro che conta: imprenditori di piccolo cabotaggio, immobiliaristi del quartierino, politicanti, papponi, cazzari, pusher e peracottari vari, per ognuno dei quali ci tocca ascoltare le solite lamentazioni del difensore d'alto bordo: “non può assolutamente rimanere in carcere”, soffre di depressione, claustrofobia ed alluce valgo”. “E’ gravemente ammalato” (praticamente tutti gli imprenditori che finiscono agli arresti sono cardiopatici gravi). La formula magica che apre tutte le porte delle celle è "le condizioni dell'imputato sono incompatibili con la vita carceraria". Compatibili con le pippate di cocaina praticate fino al giorno prima, però.
Non si arresta mai un colpevole, sono tutti irrimediabilmente innocenti, anche di fronte all’evidenza. Quando un accusato viene beccato in flagrante con prove schiaccianti, gli avvocati americani hanno almeno la decenza di dire: “dimostreremo l’innocenza del nostro assistito in tribunale”. Da noi la parola d'ordine è sgamare il tribunale, magari con qualche legge fatta in casa dall'avvocato casualmente anche parlamentare e poi, ad ogni modo, si tratta sempre del pregiudizio di un giudice nei confronti del loro cliente. Se non fossero avvocati sarebbero normali paranoici affetti dal "Delirio di fumus persecutionis".
Pensare che con Perry Mason gli avvocati erano riusciti quasi a rendersi simpatici.
Anni di casi appassionanti scanditi dal celebre “Vostro Onore” (che poi è una realtà solo anglosassone ma non fa niente, ancora adesso non riesco a credere che nei nostri tribunali non ci si rivolga al presidente con tale appellativo) e difese appassionate di poveretti salvati dalla galera e forse dalla sedia elettrica grazie alla parlantina sciolta e all’umanità di Perry.
Allora gli avvocati che si vedevano in televisione erano finti. Oggi sono veri, purtroppo, e possono contare su un palcoscenico enorme per perorare la causa dei loro potenti assistiti, i VIPs (Very Impunited Persons). Difesi, ricordiamolo sempre, non per amore ma per denaro, molto denaro.
http://tinyurl.com/2mmj4v
RispondiEliminaDato che spesso finisce così hanno ragione a lamentarsi i personaggi pubblici comprese le mezze figure quando si tratta di difendersi dalla stampa di regime. Si tratta di una lotta impari contro un nemico soverchiante, che altro dovrebbero fare a parte quello che già fanno? Finchè continuano a sbattere in galera gente innocente in base a teoremi, balle raccontate al telefono e fotocopie di fax allora è sacrosanto che gli avvocati difensori vadano a schizzare merda in televisione, per conto di quelli che possono pagare la parcella.
http://tinyurl.com/2k7q49
RispondiEliminaAddendum:
Visto che pur sempre di impiegati statali si tratta, volendo minimizzare il carico all' erario, è giusto assegnare risorse al fine di smascherare i giri di puttane di alto bordo oppure sarebbe meglio concentrare le forze per indagare al fine di inchiodare alle proprie responsabilità e sbattere in galera chi permette che nel terzo millennio dopo Cristo si muoia ancora di setticemia dopo una frattura restando DENTRO (!) un ospedale pubblico?
@ rudolf
RispondiEliminache siano tanto innocenti è da dimostrare, e da dimostrare in tribunale, dove si può finire condannati ma anche assolti. Savoia potrà essere stato scagionato per le puttane, ma rimane aperto il filone delle slot machine, che è molto più polposo. Se fosse solo quesitone di puttane... il fatto è che dietro c'è il giro della droga e altri traffici. Ma come, questi sono perseguitati se pippano come degli aspirapolvere e un ragazzo con uno spinello deve finire in galera? Non c'è coerenza.
Mischia, mischia non si capisce più niente. Questa tecnica Taorminberluscobiondana, come si evince dal commento di rudolf è attecchita tant'è che disfunzioni nella sanità vengono confuse con eventuali disfunzioni nella giustizia. Si chiama anche demagogia come quando si dice "Perché spendere soldi per la 'notte bianca' quando si potrebbero fare case popolari?" Eppoi parte di quell'innocenza è stata ottenuta con prescrizioni possibili solo da parte di chi, ben fornito di denaro, ha potuto rinviare, rinviare, rinviare (insomma, a modo loro, resistere, resistere, resistere). E se a me piacevano i telefilm di Perry Mason (e chi si ricordava un Raymond Burr così giovane...) non piace la giustizia americana dove solo i reietti vanno in galera! La misticanza (insalatina mista) è buona solo a tavola, ben condita (poco olio per dieta!) ;-)
RispondiEliminaCerto che i commentatori anonimi, o con nick/link che rimanda a "fuffa" sono ben strani... Troll? Penso di sì!
RispondiEliminaScusa il bis, ma ho provato il link di rudolf e non è certo un suo blog...
più si sale nella scala sociale più un colpevole può magicamente diventare innocente, secondo il vecchio adagio "il potere non si processa".
RispondiEliminaAhahahahah. Quanto è vero.
RispondiElimina(ps ecco un caso di bis-pensiero: leggi cosa ne scrivevo tempo fa
http://settanta7duemila5.splinder.com/post/11211795/Jailhouse+Rock)
Un salutone.
Taormina ha mollato tutto quando ha cominciato a sentire puzza di bruciato. Pensava di fare la figura della star, alla fine, ma gli è andata male.
RispondiEliminaNon ci avevo mai fatto caso, ma ora che ho letto questo post ripenso ai rari telegiornali che vedo e non posso che darti ragione. Vai a scoprire se questa è una delle cause del deteriorarsi di certi rapporti civili in Italia, o un effetto...
RispondiElimina@lameduck
RispondiEliminaEchissenefrega di ricchi che ricattano altri ricchi e tutti pippano tra di loro! Il morto di fame lo ha già messo in conto che se finisce in galera buttano via la chiave, è consapevole di non avere speranze e pensa solo a galleggiare ed a massimizzare il danno sociale dovuto al fatto di esistere. Fare il tifo per chiunque riesce a vendere cara la pelle contro un sistema che da un momento all' altro può schiacciarti come un verme, è l' ultima risorsa quando non hai speranze di riscatto, tanto si tratta di un altra dimensione, i due sistemi sono adiabatici. Non importa che il gatto sia bianco o nero, l' importante è che mangi i topi anche se il gatto è S.A.R. l' Imperatore di Puttanopoli e Zoccolandia.
@spartacus
Concordo pienamente. Bisogna spendere i soldi per scopi sociali e umanitari piuttosto che organizzare notti bianche. Chi vuole il divertimento se lo organizza e se lo paga da solo perchè quelle pagliacciate sono fallimentari quando si analizzano dal punto di vista dell' energia sprecata e degli straordinari pagati alle forze dell' ordine ed a tutte le altre decine di migliaia di soggetti pubblici coinvolti nell' organizzazione e nello svolgimento degli eventi.
Riguardo al mio link chi ti dice che io non mi chiami Reynald Drouhin ma in ogni caso le tue affermazioni la dicono lunga sulla tua supponenza e sul tuo settarismo se affermi che chi commenta senza essere dichiaratamente un blogger è "strano" ossia diverso, anomalo, Troll (Ma che è? Se è una cosa buona ok, altrimenti Troll pure a te!) perchè evidentemente sei del parere che i bloggers debbano suonarsela e cantarsela tra di loro come una setta per iniziati e le altre opinioni, da qualunque parte provengano abbiano "sovranità limitata" Complimentoni!
Credo sia innegabile il fatto che un buon avvocato possa salvarti la vita.
RispondiEliminaE per un buon avvocato servono soldi.
Conseguenza diretta: chi ha i soldi si salva più facilmente.
Ragionamente vecchio, ma purtroppo ancora valido...
Mason comunque è un avvocato che, nella realtà non esiste.
Molto più realistica la simpatica paranoia dei colleghi di Ally Mcbeal.
;-)
Il rapporto avvocati/giornalisti è biunivoco.
RispondiEliminaIl giornalista ama chiedere all'avvocato fuori dall'aula la sua versione dei fatti perché, nell'infinito delirio di onnipotenza che li contraddistingue, vorrebbero rifare il processo in TV (o sul giornale). Ovviamente l'avvocato non può che dire delle frasette stereotipe del tipo "il mio assistito è innocente, dimostreremo l'estraneità ai fatti etc. etc." D'altra parte cosa dovrebbe dire: " Il mio cliente è la peggior canaglia che esista e quei tonti della procura hanno scoperto solo una minima parte di quello che fatto"? A fare l'imputato, se dicesse una cosa del genere, ci finirebbe l'avvocato accusato (a ragione) di infedele patrocinio (è un reato, non un illecito disciplinare).
Dall'altro lato ci sono alcuni avvocati che hanno creduto che portare i processi in televisione fosse utile (poco) per i clienti e (molto) per le loro parcelle. Forse in alcuni casi poteva avere un senso:ma certo che lo stile difensivo "tangentopoli" era "fai casino in TV che forse ne salta fuori qualcosa". In realtà non è saltato fuori niente. Anzi, ottimi avvocati come Ghidini (è di FI? Si, ma è un bravissimo avvocato) si sono caratterizti per uno stile, nel contesto, quasi sobrio. Urlare non serve quasi mai al cliente, serve però all'avvocato per farsi pubblicità. E così certi avvocati hanno usto i giornalisti.
Una cosa tipo il gatto e la volpe.