Una delle frasi ricorrenti durante il primo governo Berlusconi, pronunciata da chi l'aveva eletto, era: "lasciatelo lavorare". Sottotitolo: vedrete cosa riuscirà a fare.
Nei cinque anni del secondo governo Berlusconi, iniziati all'insegna dello stesso slogan: "lasciatelo fare e vedrete", abbiamo visto per la verità realizzate molte cose che servivano più a lui che a noi.
Non ce lo ricordiamo più perchè giornali e TV sono incaricati di coprire le notizie con tonnellate di spazzatura mediatica tipo il calamarone scongelato ma nel 2006 la gente era scontenta di Berlusconi e votò Prodi per disperazione, non certo per il sex-appeal del professore.
Il governo Prodi, nonostante i media (in gran parte casualmente berlusconiani) che ne hanno parlato male dal primo giorno di vita, ha governicchiato e non ha fatto riforme importanti, è vero ma qualcosina di buono l'ha fatto. Lo scontrino intelligente grazie al quale si può scaricare sul 730 anche l'aspirina sembrerà una cavolata ma è una cosa che esiste in tutti i paesi civili e che prima non c'era. Che poi, grazie ai media solo un poco vicini a Berlusconi, Prodi sia diventato il responsabile di tutti i mali del paese, era una conseguenza inevitabile della mancata soluzione del conflitto di interessi.
Ora inizia il terzo governo Berlusconi, con una maggioranza tale da non permettergli più di sbagliare e con i media quasi totalmente pronti a vantare come miracoli anche le cose che non saranno fatte o che saranno fatte male. L'unica opposizione si chiama Walter Veltroni e ho detto tutto. Questa volta il premier non potrà più nemmeno dare la colpa ai comunisti, a meno che la città di Massa non proclami la secessione, si doti di armi nucelari e dichiari guerra alla repubblica.
Nei cinque anni del secondo governo Berlusconi, iniziati all'insegna dello stesso slogan: "lasciatelo fare e vedrete", abbiamo visto per la verità realizzate molte cose che servivano più a lui che a noi.
Non ce lo ricordiamo più perchè giornali e TV sono incaricati di coprire le notizie con tonnellate di spazzatura mediatica tipo il calamarone scongelato ma nel 2006 la gente era scontenta di Berlusconi e votò Prodi per disperazione, non certo per il sex-appeal del professore.
Il governo Prodi, nonostante i media (in gran parte casualmente berlusconiani) che ne hanno parlato male dal primo giorno di vita, ha governicchiato e non ha fatto riforme importanti, è vero ma qualcosina di buono l'ha fatto. Lo scontrino intelligente grazie al quale si può scaricare sul 730 anche l'aspirina sembrerà una cavolata ma è una cosa che esiste in tutti i paesi civili e che prima non c'era. Che poi, grazie ai media solo un poco vicini a Berlusconi, Prodi sia diventato il responsabile di tutti i mali del paese, era una conseguenza inevitabile della mancata soluzione del conflitto di interessi.
Ora inizia il terzo governo Berlusconi, con una maggioranza tale da non permettergli più di sbagliare e con i media quasi totalmente pronti a vantare come miracoli anche le cose che non saranno fatte o che saranno fatte male. L'unica opposizione si chiama Walter Veltroni e ho detto tutto. Questa volta il premier non potrà più nemmeno dare la colpa ai comunisti, a meno che la città di Massa non proclami la secessione, si doti di armi nucelari e dichiari guerra alla repubblica.
In fondo Berlusconi mi ricorda il gabbiano Jonathan Livingston, ossessionato dal voler volare in modo perfetto. Ci riuscirà, nonostante il Grande Gabbiano del Nord?
Questa situazione mi fa piacere. Con questi numeri in Parlamento ora il miracolo che gli italiani aspettano da anni potrà veramente avverarsi. Non ci sono più scuse ed io ci spero proprio.
Ci toglierà i troppi stranieri dalle palle? Toglierà l'ICI, riuscirà a debellare la zanzara tigre? Magari.
Ha promesso di risolvere il problema della monnezza in Campania, benissimo. Bisognerà vedere se la Camorra vorrà collaborare e a che prezzo.
Salverà l'Alitalia e Malpensa, ancora meglio. Si dovrà valutare di quanto si dovrà indebitare lo Stato per la scelta autarchica di rinazionalizzare la compagnia aerea. Ohibò, che ne dicono i liberisti alla Capezzone?
In ogni caso pagheremo noi come sempre e pagheremo caro ma non ce lo faranno sapere. Questa sarà l'unica novità.
Già stasera, in un interessante servizietto sugli spray al peperoncino, il TG1 ci ha detto che "gli stupri sono in calo e avvengono per lo più tra le pareti domestiche". Una cosa che era vera anche due settimane fa.
In attesa del Grande Miracolo di Berlusconi ecco il primo miracolino di Alemanno e dei suoi sostenitori sventastupri.
Sarebbe veramente bello potersi ricredere su Berlusconi e vederlo governare bene ma temo non sarà possibile.
Lui è una televendita vivente. La tecnica è vendere un prodotto scadente ad un prezzo maggiorato contornandolo però di "omaggi" di ancor più scarso valore. "E solo per oggi ti regaliamo anche la coppia di cuscini anticervicale". Le sue sono promesse da venditore. E' più facile che un cammello passi da una cruna di un ago che un piazzista non ti rifili la patacca.
Sempre pronta a ricredermi, per carità, eh?
Vorrei lanciare una sfida agli elettori di Berlusconi. Io mi ricrederò su Berlusconi nel caso governi bene ma se per caso un giorno loro non si considerassero soddisfatti del loro acquisto e magari scoprissero di essere stati buggerati, sarebbero disposti ad ammettere di aver preso una fregatura e ad esercitare il diritto di recesso?
Sarebbe una buona cosa e dimostrerebbe che il loro voto lo hanno dato per convinzione e non alla cavolo di cane.
P.S. In questi giorni di vacanza ho molto invidiato i gabbiani come quello che ho fotografato. Aria buona, buon pesce, umani tutto sommato amichevoli, qualche discussione con corvi e falchi pellegrini ma niente politica. Da che parte si fa la fila per rinascere gabbiani?
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E' un po' quello che penso io: ha vinto! C'ha la maggioranza (e che maggioranza)! Governasse! E vaffanculo a tutti!
RispondiEliminaL'unica speranza e che dall'altra parte si sveglino un attimo e comincino ad uscire i coglioni... Che bei tempi quando ci appellavano con questo nome...
In gamba Lame che cinque anni passano! Sono passati i primi, perché non devono passare anche questi cinque...
Capisco che sei appena ritornata da una breve vacanza e sei rilassata, in stato di grazia, ma fai attenzione che per dare a Berlusconi il beneficio del dubbio bisogna essere in stato di "sfrenata" grazia.
RispondiEliminaVoglio scommettere 1 euro con te (facciamo 90 centesimi?): Berlusconi non dura, non riuscirà a mettere i regalini dei suoi perspicaci ministri sotto l’albero di Natale. L’Europa farà quello che non sono stati capaci di fare gli italiani con le loro crocette sulle schede: la Commissione ha già messo le mani avanti sul risanamento economico dello Stato e con i maltempi economici che tirano bisognerà pestare sulla finanziaria, altro che niente ICI per tutti. La storia dei 300 milioni all’Alitalia e i successivi ululati rinazionalizzatori di Berlusconi non aiutano. Poi c’é la cancellazione di Rete4 e conseguenti multe giornaliere per l’Italia, non per lui: potrà Berlusconi vivere senza Fede?
Dulcis in fundo, l’acutissimo Tremonti sta già progettando chiusure, dazi e balzelli alle frontiere, in totale disaccordo con le direttive europee.
Troppa carne sul fuoco, troppi provvedimenti impopolari. La lega che non é - e non sarà mai - un partito di governo ma di dissenso becero/populista, si smarcherà per trattenere i propri elettori: per i legaioli é consigliabile stare all’opposizione a fare riti druidici con le ampolle di asqua del dio Po e non firmare provvedimenti impopolari. Tanto anche all’opposizione la poltrona in Parlamento rimane, il che é tutto quello che interessa ai parlamentari padani che da vent’anni se ne stanno a Roma.
E noi andiamo di nuovo a votare in primavera.
Ma che bello scenario prospetti, Salazar!
RispondiEliminaIo invece sono più... catastrofale, come dice la mia amica olandese, e prevedo che il cavaliere ed il suo governo si faranno un baffo delle direttive europee, magari appoggiandosi a Putin (che, venendo dal KGB, di come trattare il dissenso se ne intende).
Quanto agli elettori: già lo dicevano i latini. Bastano panem et circenses (qui la vedo dura per Alemanno, visti i precedenti festival del cinema... però anche l'idea di un casinò a Ostia...!) e, non ultimo, l'avere in tasca i maggiori opinion maker (cioè i giornali e la TV), che faranno propaganda a tutto quello che serve al cavaliere e nasconderanno il resto.
Ad esempio, chi sa più nulla della monnezza di Napoli? S'è dissolta come per incanto poiché ha vinto il centrodestra? Mah!
Suerte!
Bene, da quanto ho capito Elena partecipa alla scommessa.
RispondiEliminaMa poi me li dai i 90 centesimi, Elena? Chissà perché qualcosa mi dice che sarà un pagamento fatto con estreme soddisfazione.
Sui media hai pienamente ragione: l’Italia sta già diventando il paese di Bengodi. Ma come sai gli italiani sono parecchio europeisti, forse perché vedono nell’EU la serietà politica che non riescono a vedere in Italia, quindi quando i signori di Bruxelles cominceranno a fare la voce grossa sarà difficile per TV e stampa amiche coprirne tutti i mugugni, mentre quel che rimane dell’informazione ci andrà a nozze. Dall’Europa non arriveranno tirate di orecchie, arriveranno multe in denaro, soldi veri da pagare: panem et circenses fanno tanto, ma pecunia est pecunia.
Putin é un ripiego, é come giocare in serie C, é la serie A quella che conta, l’Eoropa.
Il prima problemuccio sarà Rete4, vedremo cosa s’inventerà il nostro caro Silvio, siamo tutti qui e guardiamo fisso.
Ti riconosco il merito della chiarezza. Le ferie che con i tuoi 800 euro mensili ti permetti se non altro ti rischiarano le idee.
RispondiEliminaQuanto al contenuto le solite cose trite e ritrite. Gli interventi sono patetici e pietosi. Fatevi una vacanza in Corea del Nord poi ne riparleremo. la vostra schiuma alla bocca ha fatto di un nanetto un gigante.
Ve lo ripeto non più in forma anonima: calma compagni, equilibrio fisico e mentale (si fa per dire) e... vaselina, tanta
"Fatevi una vacanza in Corea del Nord poi ne riparleremo."
RispondiEliminaAaaargh... la banalità sta entrando in circolo... i livelli di luogocomunemia sono preoccupanti... allertate la rianimazione!
Cachorro Quente
Lo stiamo perdendo!!!
RispondiEliminaCiao Lameduck, sei tornata più in gamba che mai, eh? Con “la zanzara tigre” mi hai fatto sbellicare; ti chiedo però una cortesia, potresti per caso bannare questi incolti che ti perseguitano? Nessuno penserà male di te, te ne assicuro, ne andrebbe della dignità di chi ti segue, nonché della tua. Lo fanno in tanti, quella di rimuovere i post, eventualmente con una spiegazione: anche se non rientra proprio nella filosofia del blogger. E’ solo un’idea, eh, e sempre che si possa fare.Nel caso "ti autorizzo" :lol: a bannare pure me.
RispondiElimina"Dr. House ha detto...Lo stiamo perdendo!!!"
RispondiElimina:-)A cosa ti riferisci, tanto per seguire la discussione, nulla di che.
Penso che molti elettori avrebbero accettato ben volentieri di non scalare sul 730 lo scontrino dell'aspirina se i cinque punti del cuneo fiscale fossero andati ai lavoratori invece che alle imprese!
RispondiEliminaIo credo che Prodi abbia fatto veramente pochino...
Con ciò non è che credo che quest'altro le sue promesse le manterrà...
Berlusconi non ha un progetto. Berlusconi è un populista. Il suo messaggio e la sua azione politica raggiungono portatori d’interessi diversi (anche contrapposti), al nord come al sud. E’ puro mercatismo ed esaltazione del corporativismo. Lui, infatti, omologa (come fa la televisione, del resto). La differenza non sta allora, semplicemente, nelle cose all’interno di questo contesto, ma nelle cose che sono connesse ad un progetto di cambiamento, ad una diversa strategia, ad un’idea “altra” di Paese. Votare col bilancino che pesa i soldini dati o restituiti, o i bilanci risanati, non è entusiasmante; così come non lo è votare per mancanza di alternative “serie”. Mi piacerebbe di più scegliere un progetto che ponga al suo centro una laicità reale e concreta dello Stato; una politica ambientale veramente incisiva; un’informazione libera e non lottizzata ora da questo, ora da quello; una politica del welfare giusta ed efficiente che redistribuisca secondo i bisogni; azioni di integrazione vera per gli extracomunitari e fermezza e giustizia nel reprimere i reati (degli extracomunitari come dei “colletti bianchi”); un netto arretramento della politica dalla vita sociale ed economica, e tagli netti alla “casta”, ecc. Mi piacerebbe una possibilità di scelta tra due visioni chiaramente e sostanzialmente contrapposte. Ad oggi è tutto maledettamente troppo simile, che la differenza i più non la vedono.
RispondiEliminaLame altro che gabbiani, qui abbiamo degli aquilotti. Luogocomunemia, lol, bannare. Mo sono proprio bravi! Ragazzi, siate voi stessi, per stupire non occorre fare gli intellettualoidi o atteggiarsi a gay, se non lo siete.
RispondiEliminaIn questi giorni di vacanza avresti fatto meglio a non pensare a Berlusconi e a osservare solo i gabbiani e la natura. Ogni tanto fa bene, se ci si riesce. Ciao.
RispondiEliminaChiunque sia ragionevole vorrebbe quel che Caio sogna. Ma i sogni sono sogni e basta.
RispondiEliminaNon per partigianeria, per carità, ma credo che si siano dimostrati molto più populisti veltroni e rutelli che giocavano al rilancio sulle promesse del nano.
Vedete compagni, è opinione comune che un affarista al potere sia sempre meglio di un incapace
@ Franca
RispondiEliminaGli elettori (leggi lavoratori, credo) non scalerebbero niente dal 730 perché non lo farebbero proprio se le imprese si trasferissero tutte in Romania, Taiwan o Brasile. Bisogna pensare alla politica economia e al lavoro in maniera diversa dagli anni 70/80 del 900: il villaggio globale digitale o analogico c’é, esiste da un pezzo, e funziona pure. Il problema non é il cuneo fiscale, il problema é che la politica sociale di tutti i governi da vent’anni a questa parte sta andando affanculo (scusa il francese).
Io sogno poco in politica. Ho smesso da tempo di confondere la realtà con l’immaginazione. Ciò di cui parlo ha riscontri concreti. Le cc.dd. politiche per la famiglia, di cui ci riempiamo la bocca, da altre parti funzionano al contrario. Fare figli da noi impoverisce. In Norvegia, per esempio, la maternità dura circa 54 settimane, durante le quali alla madre viene corrisposto l’80% del precedente salario. La Svezia ha predisposto e persegue un piano energetico importante, che prevede, entro il 2020, la riduzione del 20% del consumo di petrolio nel settore dei trasporti attraverso l’efficienza e l’utilizzo di nuovi carburanti; l’azzeramento dei consumi di petrolio nel riscaldamento sia privato che del settore terziario e la riduzione del consumo di petrolio del 40% nel settore industriale. La Danimarca destina alle politiche di sostegno ai lavoratori oltre 3 volte la percentuale di PIL che noi destiniamo alle nostre. Nei Paesi scandinavi non esistono “accattoni” o lavavetri: gli extracomunitari hanno un lavoro ed una casa dignitosi. In Spagna il governo è femmina, per la gran parte ed in ruoli essenziali. Il centrodestra (centrodestra!) olandese ha approvato una legge sull’eutanasia. Il centrodestra (centrodestra!) francese approva leggi avanzate sulle coppie di fatto, anche omosessuali. Si tratta, peraltro, di Paesi con un livello di crescita ben superiore al nostro e con costi destinati alla politica (ed alla sua invasività) risibili in confronti a quelli italiani. And so on. Sogni una minchia! Se la nostra realtà è una chiavica nessuno ci impone di adeguarci o di considerare irrealizzabili altri percorsi. Se la sinistra non sa proporli, indicarli, non fa la sinistra. Compito della gente che ha ideali e ruoli in politica è quello di pretenderli ed imporli, mica di limitarsi a soppesare, al massimo ribasso, la povertà dell’esistente.
RispondiElimina@Salazar: ma certo che ti pagerò! E con mucho gusto, come del resto hai già indovinato!
RispondiEliminaQuanto poi all'affarista al potere che è meglio di un incapace: mi piacerebbe sapere di chi è questa "opinione comune".
Un incapace o non fa nulla o fa solo danni... ma un affarista cosa fa? Gli interessi suoi e basta. Che, per quanto mi riguarda, è come dire "fa solo danni" - tranne che a sé stesso.
E' vero che bisogna ripensare la politica economica. Magari partendo dal fatto che la crescita del PIL NON E' la panacea universale. Perché il PIL si nutre anche di morti sul lavoro, di inquinamento e di consumismo - molto cinicamente, ma realisticamente: un morto sul lavoro non è un "costo" perché facilmente sostituibile, non solo: la sua morte genera PIL perché dà lavoro al becchino, a chi costruisce bare, alle pompe funebri... anche uno tsunami è "PILlescamente produttivo": tocca ricostruire... Un frigorifero fatto perché smetta di funzionare nel giro di pochi anni produce più PIL di uno che dura una vita: ma è questo che vogliamo? Se sì, godiamoci il mondo com'è. Se no, tocca pensare che, oltre a difendere i posti di lavoro, bisogna trovare alternative valide e fattibili... perché se difendere i posti di lavoro significa continuare a produrre bombe e fucili, o plastiche, o automobili, o cementificare...
Un'altra cosa, Salazar: vero che pecunia est pecunia... ma, chissà perché, quando si tratta di utili sono sempre di altri, mentre i debiti sono "della collettività"... e quindi nostri.
Mah!
@ Elena
RispondiEliminaIn due parole vuoi il primato della politica sul mercato, il mercato produce e vende e la politica gli dice come, dove e fino a che punto. Cosa che mi sembra buona e giusta e non definibile come marxista o sovversiva: se si guarda con attenzione si possono vedere – ancora molto deboli – segnali in questa direzione nella politica di alcuni stati più progrediti. Piano piano si faranno veri progressi in questo senso. Piano piano e all’estero, purtroppo, non in Italia, non fino a quando avremo addosso questo abominio economico, mediatico e politico chiamato Mr. Berlusconi, che ci nega la democrazia e ci mostra solo un simulacro vuoto ed essenzialmente televisivo della stessa. Nelle di lui televisioni.
Da non economista tutta questo chiasso rispetto all’aumento del PIL mi lascia scettico: nel 2008 l’aumento sarà dello 0,6%, praticamente la catastrofe, roba da strapparsi i capelli e inginocchiarsi sui ceci. Però il 100% della produzione dell’anno scorso rimane intatto, e quindi avremo e goderemo della stessa ricchezza prodotta nell’anno passato, e quindi ancora la produzione del 2007 é stata dello 99,4% rispetto a quest’anno: un calo, com’é che siamo sopravvissuti a tale sciagura? E nel 1999?, con una percentuale del 90% (butto là un dato) rispetto a quest’anno eravamo economicamente un cadavere e non lo sapevamo?
Uno Stato avrà o non avrà il diritto di raggiungere il livello massimo possibile della sua produzione prima o poi, quel punto non superabile data la sua ampiezza e la sua popolazione, o siamo tutti costretti a produrre l’impossibile all’infinito?
X Elena e Salazar,
RispondiEliminascusate se mi intrometto. E’ che l’argomento mi interessa. Sono un po’ rimbambito ultimamente e non ricordo se ne avevo già fatto un intervento qui (lo dico perché odio essere ripetitivo). Il problema è che il PIL misura la ricchezza prodotta e “confonde” quindi ricchezza (e sviluppo) con il fatturato. La questione, pertanto, è che, da un lato, è considerata ricchezza, ad esempio, anche la spesa per la bonifica di un sito inquinato o per le cure dei tumori generati da inquinamento ambientale. E’ produzione di ricchezza, cioè, anche la spesa per sanare ciò che la produzione di ricchezza stessa ha ammalorato o distrutto. Una specie di doppia contabilizzazione che "falsifica" il dato complessivo. Dall’altro, questa ricchezza assume il significato di “sviluppo”. Non è così: se i dati economici venissero corretti, ad esempio, da altre variabili quali l’aspettativa di vita (accesso ai servizi sanitari); la capacità di apprezzare ed interpretare vita e fenomeni correlati (istruzione complessiva); quella di godere del tempo libero e di un reddito sufficiente (servizi alla persona, welfare complessivo) o di un ambiente salubre, la maggior parte dei Paesi “ricchi” in base al PIL non sarebbero poi così ricchi. Anzi. Sarebbero Paesi che crescono di uno sviluppo principalmente monetario, ma che non “progrediscono”. La crescita legata al PIL ha, infine, un limite fisico ed obiettivo: il limite ecologico. Un limite probabilmente già oltrepassato. Scienziati di tutto il mondo, non io, hanno recentemente affermato con allarme, studi alla mano, che è ora di decrescere per garantire l’esistenza futura nostra e dell’ambiente in cui viviamo. E quindi, nella sostanza, di superare il PIL.
Scusa Caio, ma non ho ben capito il punto.
RispondiEliminaVuoi mescolare il PIL con l’indice di qualità della vita? Il primo é una somma di numeri, che non s’interessa di altro se non di denaro. Il secondo tutta un’altra storia, frutto di ricerche necessariamente non precise ne direttamente sommabili, del quale l’incremento del PIL é parte, anche se non perte sostanziale.
Sull’idea di base che ho intuito sono d’accordo con te: ci vorrebbe meno pressing sul PIL e dati puramente economici in genere e molta più attenzione di politaca e media sulla qualità della vita e problemi ambientali: ci rifacciamo cosi a quella priorità della politica sul mercato che tanto vuole Franca.
il prodi governo c'ha provato a far prevalere la politica sull'economia, non certo con barriere doganali, di cui si è dimostrato nemico, bensì con l'aumento del costo del lavoro per mezzo di una tassazione vessatoria (ca. 44 percento). Risultato: tendenziale investimenti all'estero con conseguente aumento del PNL, artefice di un incremeto elle entrate arrotondato da un discreto recupero nell'ambito delle evasioni.
RispondiEliminadimenticavo. Va da sè che in questo caso l'aumento del PNL va a discapito del PIL
RispondiEliminaX Salazar,
RispondiEliminascusa se ti rispondo con una frase ricompresa in un articolo che avevo già scritto per un altro blog (“Gretta” ragione di comodità: un copia/incolla mi evita di riformulare tutto un pensiero): “Si deve ad Amartya Sen, premio nobel per l’economia nel 1998 per i suoi studi sullo Stato sociale, l’elaborazione di una altro indicatore: l’HDI (indice dello sviluppo umano). Sen rende il fattore umano centrale rispetto ai fenomeni economici. L'indice dello sviluppo umano considera infatti tre essenziali valori statistici socio-economici (e vi costruisce specifici indicatori): la speranza di vita alla nascita, l'istruzione (calcolata in base al tasso di alfabetizzazione degli adulti e al tasso di scolarizzazione) e il livello di vita (prodotto interno lordo pro capite, corretto in funzione del potere d'acquisto). L'Hdi costituisce l'ossatura del Rapporto mondiale sullo sviluppo umano pubblicato ogni anno, dal 1990, e che ha una risonanza sempre maggiore (il Rapporto vede ai primi posti paesi occidentali come Norvegia, Canada, Australia, Svezia, caratterizzati da alto reddito e stato sociale).”
Il resto dell’articolo è qui:
http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2007/03/qualche_nozione.html
Si, voglio mescolare il PIL con l’indice della qualità della vita (o “pressappoco”). Il PIL non è un totem. Ma è ciò che rappresenta.
Caio, stiamo dicendo le stesse cose: basta con ‘sto PIL e vediamo di misurare (se possibile) l’economia in maniera più umana, visto che l’economia alla fine é fatta da persone e non da registratori di cassa.
RispondiEliminaConosco l’Human Development Index, ci ho fatto su una lezione qualche mese fa, e a quello mi riferivo come “indice di qualità della vita”, in maniera poco esatta devo dire.
Caio: sono d'accordo con te. Infatti volevo dire le stesse cose... solo che evidentemente il mio discorso era chiaro solo a me. Il PIL non è un miraggio cui tendere spasmodicamente, anzi. C'è qualcosa di molto più importante... lo si può chiamare rispetto per le persone e per l'ambiente o rifiuto del liberismo o come diavolo vogliamo, ma è questo quello cui dovremmo tendere. Per me.
RispondiEliminaSalazar: ma io non voglio che uno stato debba produrre per forza! Anzi, voglio che possa non produrre e ripensarsi, se questo significa bloccare il consumismo, dare una mano all'ambiente ed ai milioni di poveri che affollano la terra... Che mi importa di produrre cereali per le automobili, se nel frattempo la gente muore di fame?
Anche per Elena, stiamo dicendo le stesse cose. Per priorità della politica sul mercato intendo proprio dire che uno Stato non deve produrre di tutto e di più per forza. Chiedo scusa, anche qui mi sono espresso in maniera poco esatta.
RispondiElimina:)
RispondiEliminaL'importante è capirsi, no? E, una volta fatto questo, agire per cambiare questo "anelito alla produzione ed al consumo"...
@ lupo sordo
RispondiEliminagià, e il tempo lavora in nostro favore.
@ salazar
hai scommesso troppo poco, secondo me. Secondo me dura. Agli italiani, fintanto che non gli esce dalla bocca non lo capiscono che qualcuno li sta inculando. (Mi scuso per la metafora un tantino hard.)
@ elena
come si dice? Occhio non vede, monnezza non olezza?
@ salazar
ma credi veramente che, se non è andata sul satellite in tutti questi anni, Rete4 ci andrà adesso? Abbiamo un po' troppa fiducia nell'Europa. Intendiamoci, vorrei veramente che i colleghi continentali ci dessero una bella scozzonata ma lo vedo poco probabile.
@ ur_ca
sai, basta sapersi accontentare. Ma poi non so nemmeno perchè sto ancora a risponderti.
@ nike
non li banno... per ora. ;-)
@ alberto
è quello che ho cercato di fare.