sabato 4 febbraio 2012

Gruppi di stupro


Io non mi meraviglio affatto che la giustizia italiana sia così tenera nei confronti degli stupratori di gruppo. 
Si, lo so che scostando il velo pietoso che copre la decisione della Cassazione c'è un delicatissimo pizzo a tombolo ricamato sul concetto di costituzionalità di una sentenza pregressa ma alla fine il risultato è comunque sgradevole. Si ha la sensazione che la giustizia, in questi casi, si comporti come una mamma e la mamma dello stupratore di solito crede al figlio e non alla puttana che lo ha inguaiato.
MEDICO Dica, signorina, o signora, durante l’aggressione lei ha provato solo disgusto o anche un certo piacere... una inconscia soddisfazione?
POLIZIOTTO Non s’è sentita lusingata che tanti uomini, quattro mi pare, tutti insieme, la desiderassero tanto, con così dura passione?
GIUDICE È rimasta sempre passiva o ad un certo punto ha partecipato?
MEDICO Si è sentita eccitata? Coinvolta?
AVVOCATO DIFENSORE DEGLI STUPRATORI Si è sentita umida?
GIUDICE Non ha pensato che i suoi gemiti, dovuti certo alla sofferenza, potessero essere fraintesi come espressioni di godimento?
POLIZIOTTO Lei ha goduto?
MEDICO Ha raggiunto l’orgasmo?
AVVOCATO Se sì, quante volte?
(dal blog di Franca Rame)
Gli uomini, se fanno questo tipo di domande è perché pensano che lo stupro di gruppo sia una cosa sessuale.  Pensano alle gang bang dei film porno, con le maiale che più ne prendono in tutti i buchi e meglio stanno. Anche le mamme degli stupratori pensano che il figlio sia in carcere per qualcosa di sessuale durante il quale si è divertita più la sgualdrinella che il suo bambino.
 ...Ora quello che mi sta tra le gambe mi entra dentro. Mi viene da vomitare.
Devo stare calma, calma.
“Muoviti, puttana. Fammi godere”. Io mi concentro sulle parole delle canzoni; il cuore mi si sta spaccando, non voglio uscire dalla confusione che ho. Non voglio capire. Non capisco nessuna parola... non conosco nessuna lingua. Altra sigaretta.
"Muoviti puttana fammi godere”.
  Sono di pietra.
Ora è il turno del secondo... i suoi colpi sono ancora più decisi. Sento un gran male.
"Muoviti puttana fammi godere”.
La lametta che è servita per tagliarmi il golf mi passa più volte sulla faccia. Non sento se mi taglia o no.
“Muoviti, puttana. Fammi godere”.
Il sangue mi cola dalle guance alle orecchie.
È il turno del terzo. È orribile sentirti godere dentro, delle bestie schifose.
“Sto morendo, – riesco a dire, – sono ammalata di cuore”.
Ci credono, non ci credono, si litigano...

(dal monologo di Franca Rame)
Lo stupro di gruppo non è niente di sessuale, è sempre una punizione, un atto di violenza pura, un atto di GUERRA. Un'alternativa all'omicidio a volte ancora più letale. E' qualcosa che devasta, squarcia, lacera il corpo e la mente. 
Per la vittima è un'esperienza talmente orribile che, non a caso, quando gli uomini la subiscono - e in guerra succede a chi la perde, come nelle carceri e nei luoghi di segregazione, ai danni di disabili fisici e mentali o maschi percepiti dal branco come sottomessi perché, ad esempio, omosessuali - la rimuovono completamente, non ne parlano, lo negano come eventualità e, per difendersene, la fanno diventare un fatto sessuale che riguarda solo le donne e che non è poi così grave. Qualcosa di leggero e divertente o perfino esteticamente artistico se riprodotto a ritmo di "Singin' in the rain" o fotografato - in versione gay - per una campagna pubblicitaria modaiola.

Invece, l'essere stati violati è qualcosa che ti condanna ad una premorte che durerà tutta la vita. Ti rimarrà sempre dentro quel dolore, la fitta dell'umiliazione, la disperazione della rabbia di non esserti difesa ed essere stata difesa. Il ricordo del tuo dolore e di loro che invece ridevano. Di te.
Come potevano ridere? Perché era la gioia di farti del male e di farlo anche al tuo compagno, a tuo padre, al tuo capo di Stato che stava perdendo la guerra, quel coglione. Perché loro pensano che lo stupro di gruppo sia soprattutto una vendetta trasversale della quale a soffrire sarà il maschio ferito nell'onore. La donna è solo un mezzo. Se dopo schiatta o sopravvive ma distrutta, sono solo dettagli.

Lo stupro di gruppo come punizione e atto di guerra nei confronti di avversari politici. L'ideale, se questi sono donne da colpire al cuore.
Volevano dare una lezione a Franca Rame e scelsero il modo più efficace per farlo. Qualcuno brindò in una caserma, alla notizia del rapimento dell'attrice. Dello stupro si parlò solo anni dopo ma, chi sapeva, sapeva esattamente cosa era successo. Terrorismo, marocchinata di Stato. Un tocco di regime sudamericano nei nostri fottuti anni settanta. I soliti che a volte ritornano.
Poi l'altro stupro di gruppo punitivo, nel 1979, ai danni di Lucia Luconi, regista RAI, che solo di recente aveva deciso di pubblicare il libro nel quale raccontava la sua atroce esperienza, scritto appena pochi mesi dopo quei venticinque minuti di quella notte. Libro oltretutto difficile da pubblicare  perché, secondo le case editrici, era troppo violento nei confronti dei maschi.
E poi quarant'anni dove, nella percezione istituzionale dello stupro di gruppo come crimine assoluto, non è cambiato nulla, nonostante il Circeo, nonostante i tanti episodi di cronaca. Non c'è certezza che sia avvenuto lo stupro, non siamo sicuri, ipergarantismo per gli accusati. Non in carcere, per carità, che potrebbe succedere anche a loro. Benevolenza, pignoleria nell'applicare la legge. Pizzo a tombolo.
Non hanno coraggio di condannare senza appello un atto di guerra perché siamo in guerra.
Appoggiata al muro del palazzo di fronte, la sto a guardare per un bel pezzo. Penso a quello che dovrei affrontare se entrassi ora... Sento le loro domande. Vedo le loro facce... i loro mezzi sorrisi... Penso e ci ripenso... Poi mi decido...
Torno a casa... torno a casa... Li denuncerò domani.
  (dal monologo di Franca Rame)

24 commenti:

  1. Poche parole.

    Che. schifo.

    Non ero al corrente di questa cosa su Franca Rame, e da portatore insano di pene, mi pento anche di quelle poche volte che ho anche solo pensato che avrei potuto far godere una ragazza che mi reprime da anni se solo ci fosse stata qualche volta con me.

    Purtroppo io la amo, e provo un'immensa attrazione e passione per lei.
    Per me, lei è LA DONNA, una specie di divinità in terra, e non riesco nemmeno a pensare di avvicinarla, figuriamoci violentarla.

    Però, alcune volte ho pensato che, se lei ci fosse stata, l'avrei fatta sentire speciale e l'avrei fatta godere per ore.

    Ora credo di capire perché mi odia.

    Ed adesso, via alle speculazioni psicoanalitiche di Chiara sul maschio puttaniere.

    Ciao da un vecchio amico che ha cambiato pelle per l'ennesima volta.

    RispondiElimina
  2. Prima che Chiara si scateni e mi dia del puttaniere o dello stalker, vorrei solo far notare che non sono mai stato a puttane e che non contatto questa ragazza da anni, perché a 25 anni mi vergogno profondamente di essere un fallito senza speranza di futuro e lavoro.

    Meglio specificare, prima di ritrovarsi l'indomani ricoperti di insulti.

    RispondiElimina
  3. La mia risposta a questo post, che ho linkato anche nel mio blog, e' la seguente.

    http://chiara-di-notte.blogspot.com/2009/02/lo-stupro.html

    Non esistono altre parole per descrivere uno stupro se non quelle di chi l'ha subito. Ma anch'io, che ho avuto la fortuna di sfuggire (per miracolo) a tale umiliazione che, dalle mie parti, coinvolge una parte molto ampia di giovani donne, mi sento un po' colpevole per non riuscire a fare abbastanza.
    Ne ho ascoltate di storie terribili, tutte uguali a loro modo. L'unica differenza sta nell'epilogo piu' o meno tragico, ma alla fine pare solo un copione ripetuto all'infinito.

    RispondiElimina
  4. Anonimo13:42

    sono un maschio!
    almeno cosi e scritto sulla mia carta didentita in piu ho quel affare che pendola fra le gambe dunque dovrei essere maschio,ho sempre amato la donna ancora adesso che non sono piu cosi giovane mi attira sempre e modestamente nella mia vita ne ho avute parecchie pero mai e poi mai non mi e passato neanche per l'anticamera del cervello di violentarne una,a mio parere questa
    e una cosa piu brutta e infamme che un uomo possa fare la considero
    allo stesso livello di un omicidio.
    Laqualunque

    RispondiElimina
  5. Marco18:59

    bell'articolo. coinvolgente e credo che sull'argomento in questione sarebbe necessaria una profonda e diffusa riflessione. detto questo però credo ci sia un errore di partenza nell'argomentazione. ti rimando a quest'articolo che spiega come e perchè si sia arrivati a questa sentenza della Cassazione, perchè credo che, per come è stata riportata dai media, abbia creato un po' di confusione ed un immotivato senso di disgusto verso l'opera dei giudici.

    http://www.julienews.it/notizia/cronaca/lo-stupro-di-gruppo-delle-leggi-fatto-su-facebook/100573_cronaca_2_1.html

    RispondiElimina
  6. Marco, domandiamoci piuttosto perché, di fronte ad una tragedia come la violenza, si senta il bisogno di discutere di lana caprina. Pro i giudici, contro i giudici, vivisezione delle varie sentenze. Lana caprina. Bisogno di razionalizzare qualcosa che invece andrebbe solo compreso empaticamente per eradicarlo.
    E' perché non si riesce a capirne il dramma?

    RispondiElimina
  7. caso strano vivisezionano solo quando gli pare, soprattutto se si tratta di violenza (ovviamente alle donne, è veramente raro sentire di violenza ad un uomo da parte di un branco di donne o di una singola).
    franca rame e molte altre di noi vittime (purtroppo in mezzo ci sono anch'io), hanno scritto e descritto cos'è, soprattutto cosa vuol dire subire violenza in italia: si deve ripetere le stesse atroci cose un miliardo di volte, come un mantra che forse eccita i maschi che ascoltano, per ricevere cosa in cambio? tu speri giustizia e protezione, manco per il cz!
    la provincia di roma ha tirato fuori poco tempo fa un video contro la violenza alle donne, ma è stato solo un pretesto per girare un po' di denaro dalla tasca di un pantalone ad un altro, in mezzo come sempre le donne che al massimo fanno le attrici e la regista, oppure sono un'associazione (solidea) che dice di muoversi per le donne in realtà fanno solo le schiave e il gioco di qualcuno che ancora non ha capito cosa vuol dire sul serio.
    dico questo perché alla mia richiesta di rendere con pochi euro accessibile il video anche alle donne cieche e le donne sorde, mi hanno presa in giro (sia il presidente della provincia di roma che solidea, il che è più grave ancora).
    non essendo una femminista penso che a queste "femministe" di solidea e chi le comanda gli farò un bel casino: perché non solo siamo tutte indifese e lo stupratore in italia è pressoché impunito (come i pedofili del resto), ma con una cosa come lo stupro ci si gioca, se ne parla come si parla del bambino biafrano che muore di fame (tutti lo sanno ma ormai l'immagine del bambino con la pancia enorme e le mosche negli occhi è diventata normalità, così come una donna sfilettata e tumefatta, ammazzata dal marito per gelosia o disegnata come una maddalena da "reintegrare".. in una società bigotta e massona (quindi maschile) che condanna comunque e sempre la donna.
    sinceramente io condannerei anche alcune madri, perché comunque sono convinta che se gli uomini hanno tanto potere non è per un pisello che può far godere come stuprare fino al cervello (perché cambia tutto dopo uno stupro e niente sarà come prima, mai più), ma è anche colpra di tante donne che crescono male i propri figli maschi.
    rimane comunque che, nel terzo millennio, lo stupro è ancora un'arma più potente dell'atomica.
    grazie per questo post

    RispondiElimina
  8. Nick8011:47

    Rguardo all'argomento stupro bisogna stare zitti e riflettere, al massimo condividere qualche esperienza, un po' come l'Olocausto.

    Riguardo all'argomento sentenza, credo anch'io che i giornalisti abbiano voluto montare una notizia, ma ben venga se fa riflettere. Ricordiamoci anche della famosa sentenza dei jeans.

    Con permesso, spero di poter linkare questo video, si tratta di un documentario (che ho letto su wiki essere conservato anche al MOMA di NY!) in cui per altro si vede in azione una giovane Tina Lagostena Bassi. Altri tempi, ma l'impressione è che le cose non siano cambiate molto.

    http://www.youtube.com/watch?v=MqpL5eS48aA

    RispondiElimina
  9. Anonimo18:47

    Non vorrei apparire stonato, ma forse non vi siete accorti che nella foto a corredo ci sono solo ed esclusivamente uomini.

    Non che cambi molto sul giudizio di stupro.
    Ma mi sembra doveroso che almeno uno lo evidenzi.

    Sagra

    RispondiElimina
  10. @ Sagra
    Ma che bravo! Quindi? ;-)

    RispondiElimina
  11. la maggior parte delle donne (tedesche, brasiliane, ungheresi, francesi) che hanno passato un po' di tempo in Italia e con cui ho parlato della loro esperienza mi hanno comunicato il loro sgomento per la condizione della donna in Italia. Le brasiliane mi dicevano che se poco poco hai la pelle scura ti trattano tutti come una puttana. Le tedesche che non puoi fidarti di nessuno. Le ungheresi che in Ungheria ci sono 10 volte piu donne in carriera che in Italia...


    Insomma l'Italia non e' un paese per donne... ma manco per vecchi, per uomini o per bambini...

    RispondiElimina
  12. Anonimo03:34

    Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  13. ormai possono farci di tutto,siamo un popolo continuamente stuprato,rassegnati a subire violenza,abbiamo perso,aldilà di qualche parola di circostanza,la voglia di agire e reagire.Siamo numeri,come in un lager,forse peggio,non verrà nessun "americano"a
    salvarci

    RispondiElimina
  14. @rossoallosso: c'è una bella differenza tra uno stupro sulla pelle e quello di cui parli però: un conto mettere le mani in tasca agli italiani (per capirci), un altro è averle proprio addosso e sapere che comunque chi te le ha messe e ti ha fatto molto male rimarrà pressoché impunito

    RispondiElimina
  15. Anonimo14:28

    "...Ma che bravo! Quindi? ;-)..."

    Quindi niente.
    Mi è sembrato un po' comico illustrare con una discutibile pubblicità di Dolce & Gabbana un argomento triste e drammatico come la violenza sulle donne.

    Noi viviamo in un'epoca in cui le immagini valgono molto di più delle parole.
    Quindi l'argomento e l'immagine s'accordano come i classici "cavoli a merenda".

    Tutto qui.

    Sagra

    RispondiElimina
  16. #Blindsight

    ho apprezzato molto il tuo commento 8.27,così come condivido la replica al mio,non volevo equiparare le cose,volevo solo rimarcare l'assoluta mancanza di reattività, ad ogni livello,su qualunque porcata ci viene rifilata che sia sociale,economica,morale,siamo assuefatti e rassegnati al marcio,nessun rigurgito di dignità nemmeno quando si tocca la sfera personale,l'individuo

    RispondiElimina
  17. No Sagra, secondo me l'immagine è perfettamente adeguata, nella sua stupidità, al discorso sulla superficialità con la quale si affronta un argomento tragico come lo stupro. Anche da parte di due stilisti che, invece di pensare a quanti ragazzi omosessuali sono vittime di violenza di gruppo, sanno solo fare 'ste pubblicità frocie.

    RispondiElimina
  18. Anonimo15:50

    Cara Lameduk,
    trovo encomiabili i tuoi buoi propositi che ti fanno onore; ma certi meccanismi del nostro cervello funzionano in maniera del tutto autonoma e gli effetti a volte sono del tutto diversi dai buoni propositi.

    La scena proposta è una disgustosa messinscena in cui il "frocio passivo" fa di tutto per aizzare l'interesse dei "froci attivi". Ed il messaggio pubblicitario è perfettamente in linea con la filosofia del brand di successo "Dolce & Gabbana".

    Gli omosessuali sono persone normali come me e te.
    Ma la prostituzione femminile, maschile o omosessuale sempre prostituzione resta.

    Non ho assolutamente alcuna preclusione per l'omosessualità, ma l'effetto scenico è esattamente lo stesso nel paragonare la violenza sui minori parlando del caso Ruby - Berlusconi.
    Validissimo da un punto di vista strettamente giuridico, ma mostruosamente ingiusto nei confronti della prostituzione minorile fatta nei paradisi per maniaci come la Thailandia oppure Cuba o tanti altri paesi consenzienti.

    Spero di aver manifestato con chiarezza il mio leggero intento polemico.

    Saluti da Sagra

    RispondiElimina
  19. Non è Sagra che la foto ti ha disturbato per altri motivi? Perché se è così è proprio ciò che volevo ottenere. Stuzzicare i maschi con un'immagine provocatoria.
    E poi perché il passivo dovrebbe essere il provocatore degli attivi? Interessante...;-)

    RispondiElimina
  20. Anonimo17:02

    Chiariamo bene:

    La foto è una cag..... pazzesca, come avrebbe detto il ragionier Fantozzi e ricorda la versione chic di una sceneggiata napoletana.

    Mi ha disturbato l'accostamento di un argomento così maledettamente serio con una ricostruzione alla "Salon Kitty" delle nefandezze Naziste.

    Perché se ci fai caso, i "froci attivi" vestono impeccabilmente, come dei perfetti ufficiali delle "SS" in un momento di relax.

    Se pensi che un maschio normale si senta stuzzicato da simili immagini, credo che tu abbia una visione un po' distorta e francamente preoccupante del maschio normale.

    Un uomo si preoccupa prima di tutto che qualcuno dei suoi affetti femminili possa rimanere vittima di una violenza sessuale vera, non certo una scemenza teatrale.

    La scena frocesca, stile Luchino Visconti, mi ispira profondi sentimenti di commiserazione nei confronti del "Business ad ogni costo" e non ha nulla di reale, come un'autentica violenza di gruppo.

    Saluti da Sagra

    RispondiElimina
  21. Addirittura i nazisti, ora? Mi pare che ti stai facendo un po' troppi viaggi su una foto che è solo stupida. Gli abbiamo dedicato anche troppo tempo, non trovi?

    (P.S. Povero Visconti...)

    RispondiElimina
  22. Anonimo17:37

    Per Lameduck

    "...E poi perché il passivo dovrebbe essere il provocatore degli attivi? Interessante...;-)..."

    Qualunque soggetto "passivo" è tale perché fa da contraltare al soggetto "attivo".

    Ho detto "passivo" non "contrario" oppure "inerte".

    Un bambino che subisce violenza non è un soggetto passivo. E' un soggetto contrario o inerte che non ha la forza o la volontà di opporsi.

    Il soggetto passivo interpreta un ruolo ben preciso, codificato e complementare al soggetto attivo.

    Saluti cordiali da Sagra

    RispondiElimina
  23. Anonimo17:43

    "...Mi pare che ti stai facendo un po' troppi viaggi su una foto che è solo stupida..."

    I "viaggi" me li sono fatti perché tu hai fornito la benzina.

    Che la foto sia stupida, non ci piove.
    E' il motivo per cui mi sono permesso di discorrere con te.

    Argomento chiuso.

    Saluti da Sagra

    RispondiElimina
  24. non so se il link funziona, ad ogni modo qui c'è un primo commento sulla sentenza della III sezione, in merito alla quale si è scatenata parecchia disinformazione...buona lettura.
    Preciso che si tratta di una sentenza di una singola sezione non riguardante il merito (cioè la fondatezza dell'accusa di violenza sessuale) bensì la fase cautelare, riguardante cioè la misura applicata,e perciò gli atti sono stati rimessi ad altro collegio del tribunale del riesame di Roma.

    http://www.penalecontemporaneo.it/area/3-societa/-/-/1273-quando_il_legislatore_ordinario_forza_i_principi_generali__il_giudice_forza_i_limiti_della_giurisdizione/

    RispondiElimina

SI PREGA DI NON LASCIARE COMMENTI ANONIMI MA DI FIRMARSI (anche con un nome di fantasia).


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...