mercoledì 28 novembre 2012

Vogliono tutto


Me ne sto convincendo ogni giorno di più. Il testo fondamentale per interpretare questa orrenda realtà è "Shock Economy" di Naomi Klein
Senza averlo letto non si può capire fino in fondo cosa ci stia succedendo dopo che i più infami tra i traditori ci hanno consegnato mani e piedi legati all'oligarchia mondiale che non si accontenta di vivere la sua porca vita ma vuole spazio vitale, come i nazisti, eliminando quegli odiosi poveri e quegli ancor più insopportabili medioborghesi che, a differenza dei poveri senza speranza, potrebbero, con un governo attento ai bisogni dei suoi cittadini, aspirare al benessere, al miglioramento delle condizioni sociali e non al mero tirare avanti.
"Shock Economy" è un libro dell'orrore, è un libro che toglie il sonno e che rischia di togliere la speranza. Però, mettendo tante tessere una accanto all'altra ci rivela ciò che avevamo sospettato ma non volevamo credere. E' il testo base da cui partire per l'organizzazione di una possibile difesa. Tenendo presente che non possiamo contare sui politici, tutti comperati a peso, sulle religioni, sui poteri che non siano quelli che ci creeremo da soli con le nostre forze. Questo libro ci serve intanto per conoscere il nemico e ciò che ha in serbo per noi. Perchè le sue ricette velenose le ha già applicate in tutto il mondo su tanti sciagurati popoli.

Leggendo Naomi capirete che ci hanno dichiarato guerra già dagli anni settanta. L'unico loro argine era, per ironia della sorte, un altro totalitarismo, il comunismo sovietico. Ora che non hanno più rivali, vogliono tutti i nostri beni - l'esproprio del proletario - e le nostre vite e bisogna forse andare indietro di due secoli e più per trovare una tale volontà di sopraffazione sulle masse, su popoli interi. E' l'ancient regime in salsa globalizzata.
Robespierre, Lenin e tutti i rivoluzionari della storia non hanno mai avuto a che fare con un potere così globalmente infiltrato in ogni ganglio della società, in ogni paese, in ogni aspetto della vita comune degli esseri umani. Milioni di persone le cui vite dipendono dai capricci dei loro casinò dove creano e distruggono denaro credendosi Dio, dal loro maledetto mercato che non si autoregola affatto ma si comporta come il cancro, che tutto distrugge.
Dal Novecento hanno imparato a ragionare sui grandi numeri, sui milioni. Sanno che dovranno eliminare il più possibile dell'umanità prima di ritirarsi nei loro campi di concentramento di lusso, circondati da contractors iperarmati e illudendosi che anche a loro non venga mai un cancheraccio di quelli che non c'è clinica di lusso che tenga. Il grande ghetto dei ricchi con un mondo morente intorno. Distrutto e avvelenato dalle loro multinazionali, dalla disperata ricerca di nuova energia per alimentare il polmone d'acciaio che ormai da quarant'anni tiene artificialmente in vita il capitalismo già morto.

Ascoltateli quando vi raccontano, con le loro vocette da contabili disumani  il loro Mein Kampf. Quando pensano di trattare con esseri inferiori, bambini deficienti da eliminare con il Luminal e per fame, come facevano negli orfanotrofi nazisti. Sono una manica di criminali, ha ragione Paolo Barnard.





Perché quando si arriva a dire che ci sono troppi vecchi e troppi malati e che in futuro non si garantisce per loro, senza spiegare che questa è una politica ben precisa di fascismo eliminatorio, non dobbiamo illuderci. Qualcuno, da qualche parte, sta già preriscaldando i forni crematori.

39 commenti:

  1. ventopiumoso15:01

    mi trovi perfettamente d'accordo. quel libro l'ho letto 1 volta e mezzo, ma andrebbe riletto a fondo. la bontà sta non solo nel raccontare eventi passati e metterli insieme (compito invero non eccessivamente difficile, se solo ci fossero stati plotoni di storici/giornalisti/politici all'altezza) ma nel riuscire a descrivere l'oggi.. quasi 10 anni fa. quando un modello, che si basa su una mole sterminata di fonti (chomsky's rule), sa descrivere e sa prevedere, "forse" è corretto. è vero è in un certo modo un libro dell'orrore; ma senza conoscenza non c'è difesa.
    ciao, ventopiumoso

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  2. ventopiumoso15:24

    certo che monti che parla di pensiero unico.. (sul video, dico)
    sai, no, che sempre più spesso penso al, anzi, ai lampioni?
    ...
    hej då!

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  3. non ho letto quel libro, ma è da un po' che sono arrivato alla tua medesima conclusione. E' caduto il comunismo "reale" (anche se poi sarebbe da vedere quanto di veramente comunista ci fosse nella sua realizzazione) e non ci sono più spauracchi, a parte il fondamentalismo islamico, ma per tenerci sotto scacco con questa minaccia serve altro.
    Nello scorso secolo ci hanno concesso tanto per tenerci buoni, per impedirci di fare il salto della quaglia oltrecortina. Già dai primi anni '90 hanno iniziato a riprendersi quanto ci avevano dato, e continueranno fino a che non ci sarà rimasto più nulla. Bentornati nel XIX secolo, ai padroni delle ferriere, a tirare la cinghia per campare con un salario da fame.

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  4. Cara amica Lameduck,

    per capire cosa ci aspetta nel futuro prossimo ti consiglio di leggere il libro "Poco o niente. Eravamo poveri. Torneremo poveri
    di Giampaolo Pansa".

    Ti assicuro che è una lettura commuvente, perchè spiega che fra pochi anni saremmo ridotti a dei miserabili come lo erano i nostri bisnonni cento anni fa.

    Come sai io non credo ai complotti però, come ti ho già detto, noto che quello che dici ultimamente si avvera.

    Se dovessimo pagarci l'assicurazione per la sanità, come avviene in America, due terzi dei lavoratori non arriverebbero più alla fine del mese con i soldi che gli resterebbero.

    Il problema è che non vedo nessuno fra i politici italiani che sappia come uscire da questa crisi.

    Ciao Davide

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  5. Adetrax21:02

    "... ci sono troppi vecchi e troppi malati e che in futuro non si garantisce per loro" ...

    Sta parlando, in prospettiva, proprio di quelli nati fra l'inizio degli anni '50 e la fine degli anni '60 che, secondo le statistiche, rappresenteranno per decine di anni una vera e propria onda d'urto sul sistema sanitario e pensionistico.

    Questi soggetti non avranno già versato tutti i contributi previsti, non andranno già in pensione a 65-67 anni e non dovrebbero essere tutti felici perchè la popolazione italiana sta tendenzialmente diminuendo ?

    In generale Monti pensa che sia necessario "più mercato" (più meretricio) in tutto e quindi anche negli ospedali.

    In breve, forse sta pensando a come ampliare la sanità privatizzata perchè la vittoria (di Pirro ?) dei malati di SLA non gli è piaciuta affatto (ovviamente non solo e non tanto a lui ma soprattutto ai suoi mentori dietro le quinte).

    Qui ricordiamo l'ammirazione del PD per il modello U.S.A. che si vorrebbe replicare anche in Europa (a parole con sostanziali differenze ma del "verba volant" è meglio non fidarsi più).

    Su questo però bisognera prestare attenzione perchè, se si persisterà in certe direzioni anti-sociali, una rivolta fiscale potrebbe essere inevitabile e, per certi versi, anche legittima (e non solo per quel motivo).

    "Qualcuno, da qualche parte, sta già preriscaldando i forni crematori."

    Come ricordato a suo tempo: "più ausmerzen per tutti" e poi se "non servono" cosa vuoi fare di loro :-)

    In questo caso si tratterà di uno "spolpamento economico" perchè i rapporti economici devono diventare pervasivi e totalizzanti, ovvero tutto dovrà essere regolato dal denaro e a chi non l'avrà, non si potrà negare un calcio all'americana e via a rantolare in strada. :-)

    Un'altra lettura che tornerà di moda sarà probabilmente quella de:

    "I MISERABILI" di Victor Hugo.

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  6. Adetrax21:25

    Al di la di certi concetti espressi da Monti nelle sue lezioni universitarie e parlamentari (su cui si potrebbero fare altri ragionamenti) è interessante notare le relative modalità espressive.

    Ad esempio il linguaggio "montiano" espresso in ambienti preposti alla trasmissione del "verbo" concettuale, pare essere spesso caratterizzato da un alto ricorso ad anglicismi, ovvero a termini inglesi, per qualsiasi parola che richiami un concetto anche minimale, che indichi un tipo di organizzazione, ecc. (la lingua italiana è un po' straniera per certi personaggi).

    D'altra parte si notano anche delle curiose locuzioni italiane, il cui uso è forse più diffuso in determinati ambienti piuttosto che in altri.

    Esempi di anglicismi:

    - "enforcement" (nel senso di STRUMENTO di FORZATURA / COSTRIZIONE a fare qualcosa, rif. ombrello di Altan); è interessante notare la contrapposizione fra l'ordine che è in grado di usare gli "enforcement" ed il caos che, avendo potuto aggirare le regole anche minimali, ha prodotto la crisi; conclusioni: occorrono più regole e più strumenti di "enforcement" così non si potranno più adottare comportamenti che eludono quanto previsto dai vertici;

    - "short termism" (a corto termine, a corto raggio d'azione, ecc.) nel senso di azione insufficiente, miope, non sufficientemente lungimirante, ecc. e quindi qualcosa che non è degno del vero potere;

    - "bad goddess" (divinità / dea cattiva) del capitalismo (interessante discorso su produttività/profitto e felicità dei sottoposti, rif. paradiso artificiale);

    - ecc.

    Cui si contrappongono:

    - "lor signori" (usato anche da B.);

    - "si sposano al mercato";

    - "regole immutate" (indicate come esempio di forza e lungimiranza e quindi di esercizio del vero potere di alto livello), rif. cinematografico: "... noi vogliamo la legge immutabile ...";

    - "con la mancanza di concorrenza ci si infiacchisce" (il predatore in forte competizione con altri o diventa più scaltro o muore di stenti e fame).

    Ah, ah, un "brave new world", quatto quatto, si sta avvicinando sempre di più.

    RispondiElimina
  7. Anonimo22:07

    io penso semplicemente che il capitalismo sia in un vicolo cieco e lo è appunto almeno dagli anni 70Adesso il loro compito è far ripartire il processo di accumulazione e di valorizzazione del capitale e per attuare ciò è necessario ricreare le condizioni per cui saremo costretti in un futuro molto prossimo ad accettare condizioni inimmaginabili di sfruttamento.L'attacco sferrato ieri alla sanità è un'altro tassello di questo processo che tende al ricatto sistematico in tutti gli aspetti della nostra vita ,non ultimo quello della salute.

    RispondiElimina
  8. Anonimo23:02

    gentilissima, ho sbattuto il naso per caso sul suo blog, è lo trovo molto interessante, diventerà per me un quotidiano incontrarsi. naomi klein la conosco e la segio pur riconoscendone i limti. un altro libro, purtroppo in tedesco, è uscito in germania a maggio di quest'anno: "die große Entwertung", di E. Lohoffe R. Trenkle, Unrast Verlag (www.unrast-verlag.de), 48043 Münster. per me è sinora l'unico libro, meglio anche di "il tramonto dell'euro" di alberto bagnai, che descrive origine e senso e futuro dell'attuale crisi. sarebbe importante tradurlo al più presto in italiano. mi può aiutare a reealizzare la traduzione? cordiali saluti e buon lavoro. franco valdes

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  9. ma la cosa peggiore e' che, come ai tempi di Hitler, c'e' tanta gente che appoggia sto regime convinta che alleandosi col piu forte se la possa cavare.

    RispondiElimina
  10. Tutto il Sudamerica si sta riprendendo, essendo stato il primo colpito ha più anticorpi, la gente ha capito come funziona la trappola, secondo Klein.
    Infatti Klein è quasi ottimista alla fine del libro: dice che la comunicazione, il “passarsi bigliettini fra le sbarre”, è il miglior vaccino contro la “Shock Doctrine”, aprendo uno spiraglio di “conoscenza comunicativa” per le possibile future vittime.
    Si vede che l’italiano medio, dopo 20 anni di Berlusconi senza opposizione, non sa più dove sono le sbarre, ne da chi non deve accettare i bigliettini. Anzi, i pizzini.
    Del resto il libro è del 2007 e non conosco i commenti di Klein su questa nuova crisi europea e italiana, so che nel libro l’Italia è nominata una sola volta, per specificare che i vestiti di Menem erano italiani. Quindi lussuosi.

    RispondiElimina
  11. @ Davide
    Ancora con Pansa!!! Ma non si occupava solo di storia?

    Leggiti Sapelli, che è più moderno.

    @ franco
    Grazie per il consiglio di lettura. Purtroppo non conosco il tedesco e non saprei neppure a chi indirizzarti per una traduzione. Non ho conoscenze nel mondo editoriale. Magari lo suggeriamo a Bagnai?

    @ Vernetto
    La loro è la mentalità del parassita.

    @Salazar
    Klein si sta occcupando di cambiamenti climatici. Forse, della crisi direbbe solo che è la SE che è arrivata anche nel vecchio continente.
    Comunque mi piacciono quelli che tifano contro l'Argentina, in questi giorni. Mentre farebbero meglio a tifare per tutto il sudamerica, l'unico che si sta opponendo all'oligarchia finanziaria.

    RispondiElimina
  12. Avenarius15:13

    @franco
    "die große Entwertung"...per me è sinora l'unico libro, meglio anche di "il tramonto dell'euro" di alberto bagnai..."

    Grazie per la segnalazione; "mastico" (soprattutto leggo) un po' il tedesco ed ogni lettura è uno stimolo a sollevare la cappa di disinformazione che hanno steso su di noi. Non avendo letto il libro da te segnalato, non posso fare il paragone con quello di Bagnai, che ho invece letto (devo presumere che tu abbia letto entrambi i libri). Bagnai non dà un'interpretazione in chiave marxista della crisi, né fa una critica all'economia capitalista in sé (si dichiara economista "ortodosso") ma, lucidamente e soprattutto con una massa inoppugnabile di dati, smonta la truffa dell'euro e di questo lager-europa (il "sogno" europeo), espressione di una delle correnti più becere del capitalismo: il liberismo reganian-tatcheriano (o turbo-capitalismo o capitalismo assoluto-totalitario, come lo definisce il filosofo Costanzo Preve), piaga che ci afflige dal crollo dell'ex impero sovietico. Bagnai non manca d'altronde di osservare a favore ed a sfavore di chi abbia operato e stia operando tale corrente, sostenendo senza problemi che è stata dichiarata una vera e propria "lotta di classe": lotta da parte dei pochi che hanno sempre di più a noi che siamo la maggioranza e che, nei piani di lor signori, siamo destinati ad avere sempre meno, come magistralmente Lameduck ci illustra nei suoi post.

    Un'altra opera, sicuramente con taglio divulgativo e priva del rigore e dei tecnicismi del libro di Bagnai (che nel suo libro sa comunque essere fine scrittore sarcastico e a volte persino esilarante, con una visione che non trascura l'ambito storico e politico), è questa di un economista sud coreano che insegna economia a Cambridge, anch'egli economista "ortodosso", il quale afferma di non avversare il capitalismo in se, bensì le degenerazioni della sua versione iperliberista.

    RispondiElimina
  13. Anche per me Shock Economy è stato un libro fondamentale. Periodicamente mi capita di raccomandarlo su FB o sul mio blog. Per chi non avesse tempo, suggerisco il documentario di winterbottom basato sul libro della Klein, molto ben costruito:

    http://www.youtube.com/watch?v=ScQO1txA57o&feature=player_embedded

    RispondiElimina
  14. @Avenarius
    Qui c'è una recensione del libro tedesco.

    Grazie per la segnalazione del coreano. Più se ne impara e meglio è.

    @ Mauro Poggio
    Conosco il documentario, l'ho linkato in un post precedente. Un ottimo riassunto, come dici tu.

    RispondiElimina
  15. Cara amica Lameduck,



    Tu come altri lettori hai citato molti articoli sul capitalismo.

    Ho notato che in realtà quasi tutto quello che questi articoli dicono lo si può già trovare nel libro di Polanyi:
    "La grande trasformazione di Polanyi Karl"

    Ciao Davide


    RispondiElimina
  16. " non avversare il capitalismo in se, bensì le degenerazioni della sua versione iperliberista."

    qui mi permetto di dissentire poichè storicamente il capitalismo da sempre ha agito così,non lasciamoci ingannare dal cosiddetto "capitalismo dal volto umano" il welfare di cui abbiamo goduto fino a pochi anni fa era semplicemente dato dallo sfruttamento dei paesi del terzo mondo col silenzio-assenso di tutta la sinistra europea che ha creato quella "aristocrazia operaia"o per dirla alla Pasolini "borghesia operaia"vissuta a capuccino, brioche e camparino ed ora che siamo noi il terzo mondo nella sua ottusità antisocialista è incapace di rispondere al rendiconto capitalista

    non ce l'ho con l'autore del commento,ma con questo coreano pasciuto a Cambridge (si dice così Bocconi in inglese?) che dà un colpo al cerchio e due alla botte

    RispondiElimina
  17. Io sto proprio col popcorn, a gustarmi giorno per giorno la tua metamorfosi.
    5 anni indietro, stai! :P

    http://petrolio.blogosfere.it/2007/12/regalo-istruttivo-per-adulti.html

    Sono certa però che nel giro di un paio di mesi mi sorpassi. Secchiona come sei... :D

    RispondiElimina
  18. Anch’io Rosso, anch’io.
    Non ho da aggiungere niente a quello che dici, né voglio.
    Ti do solo una stretta di mano digitale per dirti che – forse – siamo rimasti solo in due: tutti qui parlano male del capitalismo, ma tutti lo accettano come un assioma.
    Essere pragmatici, sì!, va bene, ma almeno una terza via la vogliamo immaginare? O no?

    RispondiElimina
  19. Anonimo08:26

    anch'io sono d'accordo con rossoalloro,pensare che esista davvero un capitalismo buono ed uno cattivo come pensa lo stesso bagnai mi sembra illusorio.Il welfare come lo abbiamo conosciuto sino ad ora è stata una mediazione che il capitale è stato costretto a fare sia per allargare la base dei consumi sia per contrastare in maniera ideologica il "comunismo"dell'est.Dalla coppia Tatcher Reagan in poi,con l'acuirsi della crisi degli anni 70 questa mediazione è saltata,e l'ultraliberismo è stato il tentativo con il quale il capitalismo ha tentato una via di uscita.La caduta del muro di Berlino ha fatto il resto,e cadendo ci è cascato sul gropponecreando le condizioni per un'accelerazione nell'attacco ai diritti.

    RispondiElimina
  20. Salazar ricambio forte la stretta di mano facendoti notare che siamo già in tre :-) penso che siamo molti di più ma nessuno ci da voce.l'unica speranza di riscatto la ripongo in questa nuova generazione di studenti dallo scarno passato e da un atroce futuro,ciò che possiamo fare noi è cercare di aiutarli tenendo dritto il timone e non lasciarli correre verso una deriva nazional-fascista come sta succedendo in tutta europa ed in particolare ora in grecia,difenderli in sostanza da quei rossobruni che sfilano a braccio teso cantano BellaCiao e proclamano concetti socialisti ma in realtà sono il braccio armato del capitalismo

    RispondiElimina
  21. Caro amico Salazar,

    "ma almeno una terza via la vogliamo immaginare?"

    Essendo un po' più vecchio di te, non puoi immaginare quanti ne ho visti che cercavano la terza via.

    Temo che continueranno a cercare per l'eternità.

    Il problema in questa discussione è l'abuso del termine capitalismo che andrebbe abolito per legge.

    Se c'è una parola che non significa più niente credo che sia proprio il termine capitalismo.

    Dare la colpa al capitalismo è come dare la colpa al babau.

    Una volta aveva senso usare il termine capitalismo solo in contrapposizione al comunismo.

    Ma ora che il comunismo è scomparso il termine capitalismo serve solo come fumo negli occhi.

    Il fatto di dare tutte le colpe a qualcosa che non significa niente come il cosiddetto capitalismo, non ci aiuta a capire la crisi che stiamo vivendo.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
  22. Com’è che hai scoperto, caro amico Davide, che sono più giovane di te? A causa dei miei riccioli biondi e degli occhi cerulei?

    Per il resto, neanche i miei alunni più fuori di testa arrivano a certi livelli di ignavia, e loro da quelle parti volano parecchio alto! Peccato, ultimamente i tuoi interventi sembravano quasi umani.
    Come lo dobbiamo chiamare, allora, il sistema politico/economico in cui viviamo, Braccobaldo forse?

    RispondiElimina
  23. Caro amico Salazar,

    "Come lo dobbiamo chiamare, allora, il sistema politico/economico in cui viviamo, Braccobaldo forse?"

    Forse sarebbe più utile. Se per capitalsmo intendiamo un sistema dove esistono forma di mercato, allora tutto il Mondo (tranne la Corea del Nord: che è probabilmente lo stato più tirannico del Mondo) è capitalistico.

    Dire che tutto è capitalismo, dall'Argentina allo Zaire, non so a cosa possa servire.

    Gli stati applicano politiche molto differenti fra loro: classificare tutto sotto il termine capitalismo non serve a capire le cose.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
  24. Caro amico Salazar,

    "Com’è che hai scoperto, caro amico Davide, che sono più giovane di te? A causa dei miei riccioli biondi e degli occhi cerulei?"

    Guarda che io in Brasile ho tantissimi parenti e amici che mi tengono informato su tutto.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
  25. bello però,quando metti di fronte all'evidenza le malefatte capitaliste ecco che gli strenui difensori fanno di tutta un'erba un fascio,allora facciamo così chiamamolo imperialismo così spuntiamo automaticamente i paesi socialisti,Cuba,Corea del Nord,Bolivia,Libia di Gheddafi,Venezuela ed altri,chi rimane se non i colonialisti veri tiranni della storia,che per sostenere la loro ideolgia di mercato sono costretti a guerreggiare a destra e a manca,soprattutto a mannca,guarda caso

    RispondiElimina
  26. Caro amica rossoalloso,

    "chiamamolo imperialismo"

    Forse è meglio chiamarlo Braccobaldo.

    Ora l'Imperialismo è un fatto storico ben noto.

    Usarlo nel contesto attuale è un errore storico.

    Poi chi sarebbero gli stati imperialisi. L'Italia, la Cina, l'India, l'Austria???

    Credo che invece di usare termini come capitalismo o imperialismo, sarebbe meglio fare un'analisi delle singole politiche che vengono fatte senza pregiudizii ideologici di sorta.

    Oppure possiamo passare l'eternità a cercarcare una fantomatica terza via.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
  27. purtroppo è più che attuale,sei tu che non lo vedi o ti rifiuti di farlo.
    una possibile "terza via" già esisteva e l'abbiamo bombardata,dico abbiamo con consapevolezza

    RispondiElimina
  28. Caro amica Rossoalloso,

    "purtroppo è più che attuale,sei tu che non lo vedi o ti rifiuti di farlo.
    una possibile "terza via" già esisteva e l'abbiamo bombardata,dico abbiamo con consapevolezza"

    Francamente non capisco a cosa ti riferisci.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
  29. scusa Davide,
    mi riferivo all'imperialismo ed alla libia di gheddafi come possibile terza via
    se hai tempo e voglia leggi questo per il punto uno:

    http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=6312

    per il punto due questo che a grandi linee spiega:

    http://www.stampalibera.com/?p=30702

    RispondiElimina
  30. Caro amico Rossoalloso,

    "mi riferivo all'imperialismo ed alla libia di gheddafi come possibile terza via"

    La Libia di Gheddafi era uno stato dittatoriale dove non venivano rispettati i diritti umani.

    Ti faccio presente che la famiglia Gheddafi ha portato all'estero una montagna di soldi libici.

    E non parlo solo per sentito dire, ma anche per esperienza diretta.

    Anni fa al mio paese c'era in ritiro con il Perugia calcio un figlio di Gheddafi.

    Ebbene metà dell'Hotel era occupata dal figlio di Gheddafi il resto da tutti gli altri giocatori del Perugia.

    C'erano nolte più cameriere che dovevano occuparsi di lui che di tutti gli altri. Inoltre queste cameriere erano super pagate perchè sopportare tutti i capricci del gheddafino era un'impresa eroica. Ricordo poi che il gheddafino spendeva più soldi della principessa Soraya.

    Mica male come terza via, però per quelli che stanno al potere naturalmente.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
  31. allarga i tuoi orizzonti altrimenti ha ragione Salazar,discutere con te è perfettamente inutile sei come un bambino cui fanno mangiare una purea di carote facendogli credere che è crema all'uovo e visto che alla fine ti piace, anche dicendoti la verità la rifiuti,la purea rimarrà per sempre crema pasticcera

    RispondiElimina
  32. Caro amico Rossoalloso,

    "allarga i tuoi orizzonti"

    OK li allargo.

    Comunque quello che ti ho detto sopra
    (relativo al figlio di Gheddafi) non è che l'ho letto su qualche giornale, ma l'ho visto con i miei occhi, perchè il mio albergo non era molto distante da quello in cui c'era il Perugia con il gheddafino.

    Se non mi credi vieni al mio paese che ti farò parlare con tutti quelli che hanno avuto a che fare con il gheddafino.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
  33. Proprio vero Davide, proprio vero!!
    Ho letto in un articolo di Panza che le figlie di Obama sono andate a sciare ad Aspen, e quei fetenti dei servizi segreti, per risparmiare, le hanno fatte viaggiare da Washington al Colorado in autostop!

    Non mi piaceva Gheddafi (ma ho sempre invidiato i suoi vestitini) come non mi piace nessun dittatore, anche se da la benzina e la luce aggratis ai cittadini.
    Però, caro amico Davide, non partirmi per la tangente raccontando episodi da Novella 8000: il centro della conversazione era se chiamare il capitalismo Braccobaldo o meno, o non chiamarlo affatto perché è presente dappertutto, come l’aria.
    Nel caso, per proprietà transitiva, dovremmo togliere il nome anche all’aria, e come faremo dopo a dire che nelle città l’aria è inquinata?
    Ripensandoci: dire “questa braccobalda è irrespirabile” non suona tanto male!

    RispondiElimina
  34. @Davide
    come comunemente si crede Gheddafi non era un dittatore:

    http://www.sapere.it/enciclopedia/L%C3%ACbia.html

    inoltre a proposito di diritti umani su Libero leggi questo articolo:

    http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=57714130

    su Gheddafi Jr ciò che descrivi è vero ma è anche vero che lo stesso è stato ripudiato dal padre e visto che Gheddafi era padre di 8 figli,prendere il più discolo per demonizzare la famiglia al completo sa tanto di propaganda.
    sui soldi all'estero io non ti ho mai chiesto quanti ne ha berlusconi,che comunque rimangono suoi, mentre quelli di gheddafi non sono certo ritornati ai libici ma servono a finanziare altre guerre (vedi Siria) in più non ho mai visto un libico venderti un tappeto in spiaggia tantomeno razzolare nella spazzatura o addirittura darsi fuoco per la disperazione e visto che hai tanti amici per il mondo,così per farti un'idea, chiedi a qualche nordafricano cosa pensava di gheddafi.
    e poi ha ancora ragione Salazar hai saltato a piè pari il discorso sul colonialismo per buttarti sulla libia sprando di farla franca,stai ancora mangiando purea di carota,la crema è un'altra cosa ;-)

    RispondiElimina
  35. Dai Rosso!!!
    Vuoi dire che i libici sono andati a votare regolarmente ogni quattro anni e hanno rieletto Gheddafi Leader fraterno (o quel cavolo di titolo che aveva, ma da leggersi capo assoluto) ininterrottamente per 42 anni?

    RispondiElimina
  36. Salazar non dirmi che votare sia sinonimo democrazia,negli USA sono cent'anni che si vota per non cambiare nulla

    RispondiElimina
  37. Caro amico Salazar,

    "Ho letto in un articolo di Panza che le figlie di Obama sono andate a sciare ad Aspen, e quei fetenti dei servizi segreti, per risparmiare, le hanno fatte viaggiare da Washington al Colorado in autostop!"

    Dubito che le figlie di Obama spendessero anche un decimo dei soldini che spendeva il gheddafino quando era in ritiro con il Perugia al mio paese.

    Quanto al capitalismo io non ho nessun problema ad usare questo termine, ma vorrei capire chiaramente cosa si intende.

    Mi sembra che qui questo termine venga usato per criticare ogni cosa che non va. A questo punto è meglio dire che tutto è male senza fare tanti sforzi mentali.

    Ciao Davide



    RispondiElimina
  38. Caro amico Rossoalloso,

    "Salazar non dirmi che votare sia sinonimo democrazia,negli USA sono cent'anni che si vota per non cambiare nulla"

    Votare magari non vuol dire sempre buona democrazia, ma senza il voto non vedo quale democrazia ci sia anche se mi sforzo di all'allargare l'orrizonte degli eventi.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
  39. Caro amico Rossoalloso,

    "non ho mai visto un libico venderti un tappeto in spiaggia"

    Hai mai visto un saudita vendere tappeti???

    Se non hai mai visto un saudita fare il venditore ambulante, non è perchè l'Arabia saudita è un modello di democrazia ma perchè, come nel caso della Libia, si tratta di paesi posti sopra un mare di petrolio.

    Ciao Davide

    RispondiElimina

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