C’è un problema di fondo, credo, nelle polemiche pro o contro l’ampliamento della base militare americana a Vicenza e riguarda la consapevolezza che noi italiani abbiamo della nostra sovranità limitata.
Siamo ancora convinti di essere padroni in casa propria, di essere come i francesi o gli spagnoli che se vogliono possono dire no alle richieste del governo americano.
Eppure ogni volta che è successo qualcosa come Ustica, la strage del Cermis, l’assassinio di Nicola Calipari, tanto per citare i casi più noti, abbiamo solo avuto la riprova e la dimostrazione ultima di chi è il padrone in casa nostra.
E allora perché non lo si ammette una volta per tutte? Perché si fa finta di non capire?
Da De Gasperi in giù, fino a Prodi, si è sempre fatto come padrone comanda e allora il problema non è chi governa, che secondo i casi sarà apertamente amico degli americani oppure amico di nascosto per salvare le apparenze, il problema è come fare a diventare finalmente un paese sovrano che può permettersi di dire "no, stavolta non mi va" e di girarsi dall’altra parte.
Prendiamo l’ultimo caso, la base militare a Vicenza. Sottoscrivo ciò che hanno già detto sull’argomento Stefania e Gianfalco, non credo ci sia nulla da aggiungere nello specifico. Voglio solo far notare, in questi miei pensieri a ruota libera, come tutte le parti politiche, nessuna esclusa, di fronte al grande tabù della sovranità limitata, non perdano mai l’occasione di recitare il proprio ruolo nella commedia dell’arte e nel gioco delle parti.
Il governo di centrosinistra sa benissimo che dovrà dire si perché non è lui che decide ma fa finta di nicchiare e prende tempo, tanto è abituato a tergiversare e manda avanti D’Alema nella parte del cattivo con i baffi. L’ala estrema della coalizione, che è a perfetta conoscenza del fatto della sovranità limitata e sa che bisognerà dire si perché non è Prodi che decide, fa rumore e minaccia chissà quali sconquassi.
Il grande artista da avanspettacolo Berlusconi sa benissimo che il governo, il cui leader si è anche profuso in baci e abbracci con Kissinger e Olmert, dovrà dire si perché non è lui che decide, ma fa finta di non saperlo e interpreta il ruolo del “grande amico degli americani” che li difende in esclusiva e un tanto al chilo dal governo “non più affidabile”. Rispolvera il Carosone di “Tu vuo’ fa l’americano” e come bis ti fa pure “maccarone, tu mi hai provocato e mo’ me te magno”.
E’ questa presa in giro di noi italiani da parte della classe politica che mi disgusta. A me l’antiemetico, please.
Dobbiamo avere il coraggio di dirlo. L’unico che ebbe i coglioni di mandare gli americani a quel paese perchè stavano esagerando fu Craxi, durante la crisi di Sigonella, seguita all’episodio dell’Achille Lauro. Ma fu solo quell’unica volta e poi Bettino è finito molto male, come Moro che voleva addirittura formare un governo di testa sua il giorno stesso del suo rapimento. Tu guarda la sfiga!
La sovranità limitata e la sottomissione non c’entrano un piffero con l’amicizia e l’alleanza, che sono sentimenti che dovrebbero presupporre l’eguaglianza tra le parti. E non c'entra con l'antiamericanismo, che è solo un modo per cambiare discorso e non affrontare il problema.
Essa nasce nel 1943 dalla necessità di evitare che i comunisti allora stalinisti, troppo rappresentati nelle file dei partigiani, vadano al governo a guerra finita ed è un prodotto della dottrina della Guerra Fredda. Roba vecchia? Dietro la salvezza dell’Italia c’erano anche altri interessi. Inoltre, non sapendo dare vere risposte di giustizia sociale in alternativa al socialismo, e in preda ad un delirio di conquista senza fine, il nostro sistema di democrazia da esportazione ha ancora bisogno dell’alibi dell’anticomunismo per sopravvivere. L’anticomunismo è un cadavere che viene tenuto in piedi come le mummie della cripta dei Cappuccini di Palermo viste in “Cadaveri eccellenti”, un morto vestito dei suoi vecchi stracci che spaventa ancora ma che è irrimediabilmente morto.
Conosciamo a memoria la frase cult dei cosiddetti liberali-liberisti: “gli americani ci hanno salvato dal comunismo”.
Dal comunismo forse ma non dalla Mafia. Si sa, il governo americano ha il vizio di farsi rappresentare all’estero da gente dalla quale non acquisteresti mai un’auto usata, e in questo caso per rappresentare i loro interessi in terra italica scelsero fior di mafiosi come Lucky Luciano, liberato dal gabbio newyorchese dove scontava una pena per traffico di droga e inviato come ambasciatore privilegiato in Sicilia per catechizzare i padrini locali prima dello sbarco, come ricorda in questo articolo Andrea Camilleri (in fondo alla pagina).
Si sa che la Mafia non fa mai favori per niente e così da cinquant’anni, vuoi che sia solo una coincidenza?, il nostro povero Sud è oppresso dalle cellule locali del cancro mafioso - che paradossalmente Mussolini bene o male aveva combattuto efficacemente – e le metastasi si sono estese sempre più oltre il Sud fino a contaminare i sepolcri imbiancati della finanza e dell'economia “pulite”. Grazie, avercene di amici ed alleati così.
Non c’entra un piffero l’antiamericanismo, che è solo un modo per tappare la bocca agli altri ed evitare le critiche. Bisognerebbe solo avere una classe politica in grado di costruire un rapporto veramente paritario con gli Stati Uniti. Ci vorrebbe anche un altro governo americano come auspicano tanti americani stufi di questi guerrafondai che mandano a morire i loro figli per un pugno di dollari, ma questo è un altro discorso.
Enrico Mattei in un’intervista raccontò l’episodio del gattino al quale i cani prepotenti non volevano far mangiare la zuppa. “Noi siamo stufi di essere come quel gattino”, disse il presidente dell’ENI, alludendo alle prepotenze che aveva dovuto subire dalle “Sette Sorelle” del petrolio, ovvero dai rappresentanti degli interessi americani.
Io aggiungo che sarebbe ora che noi italiani non fossimo più come il gattino della foto, quello sotto a tutti gli altri. Senza finire male come Mattei.
Siamo ancora convinti di essere padroni in casa propria, di essere come i francesi o gli spagnoli che se vogliono possono dire no alle richieste del governo americano.
Eppure ogni volta che è successo qualcosa come Ustica, la strage del Cermis, l’assassinio di Nicola Calipari, tanto per citare i casi più noti, abbiamo solo avuto la riprova e la dimostrazione ultima di chi è il padrone in casa nostra.
E allora perché non lo si ammette una volta per tutte? Perché si fa finta di non capire?
Da De Gasperi in giù, fino a Prodi, si è sempre fatto come padrone comanda e allora il problema non è chi governa, che secondo i casi sarà apertamente amico degli americani oppure amico di nascosto per salvare le apparenze, il problema è come fare a diventare finalmente un paese sovrano che può permettersi di dire "no, stavolta non mi va" e di girarsi dall’altra parte.
Prendiamo l’ultimo caso, la base militare a Vicenza. Sottoscrivo ciò che hanno già detto sull’argomento Stefania e Gianfalco, non credo ci sia nulla da aggiungere nello specifico. Voglio solo far notare, in questi miei pensieri a ruota libera, come tutte le parti politiche, nessuna esclusa, di fronte al grande tabù della sovranità limitata, non perdano mai l’occasione di recitare il proprio ruolo nella commedia dell’arte e nel gioco delle parti.
Il governo di centrosinistra sa benissimo che dovrà dire si perché non è lui che decide ma fa finta di nicchiare e prende tempo, tanto è abituato a tergiversare e manda avanti D’Alema nella parte del cattivo con i baffi. L’ala estrema della coalizione, che è a perfetta conoscenza del fatto della sovranità limitata e sa che bisognerà dire si perché non è Prodi che decide, fa rumore e minaccia chissà quali sconquassi.
Il grande artista da avanspettacolo Berlusconi sa benissimo che il governo, il cui leader si è anche profuso in baci e abbracci con Kissinger e Olmert, dovrà dire si perché non è lui che decide, ma fa finta di non saperlo e interpreta il ruolo del “grande amico degli americani” che li difende in esclusiva e un tanto al chilo dal governo “non più affidabile”. Rispolvera il Carosone di “Tu vuo’ fa l’americano” e come bis ti fa pure “maccarone, tu mi hai provocato e mo’ me te magno”.
E’ questa presa in giro di noi italiani da parte della classe politica che mi disgusta. A me l’antiemetico, please.
Dobbiamo avere il coraggio di dirlo. L’unico che ebbe i coglioni di mandare gli americani a quel paese perchè stavano esagerando fu Craxi, durante la crisi di Sigonella, seguita all’episodio dell’Achille Lauro. Ma fu solo quell’unica volta e poi Bettino è finito molto male, come Moro che voleva addirittura formare un governo di testa sua il giorno stesso del suo rapimento. Tu guarda la sfiga!
La sovranità limitata e la sottomissione non c’entrano un piffero con l’amicizia e l’alleanza, che sono sentimenti che dovrebbero presupporre l’eguaglianza tra le parti. E non c'entra con l'antiamericanismo, che è solo un modo per cambiare discorso e non affrontare il problema.
Essa nasce nel 1943 dalla necessità di evitare che i comunisti allora stalinisti, troppo rappresentati nelle file dei partigiani, vadano al governo a guerra finita ed è un prodotto della dottrina della Guerra Fredda. Roba vecchia? Dietro la salvezza dell’Italia c’erano anche altri interessi. Inoltre, non sapendo dare vere risposte di giustizia sociale in alternativa al socialismo, e in preda ad un delirio di conquista senza fine, il nostro sistema di democrazia da esportazione ha ancora bisogno dell’alibi dell’anticomunismo per sopravvivere. L’anticomunismo è un cadavere che viene tenuto in piedi come le mummie della cripta dei Cappuccini di Palermo viste in “Cadaveri eccellenti”, un morto vestito dei suoi vecchi stracci che spaventa ancora ma che è irrimediabilmente morto.
Conosciamo a memoria la frase cult dei cosiddetti liberali-liberisti: “gli americani ci hanno salvato dal comunismo”.
Dal comunismo forse ma non dalla Mafia. Si sa, il governo americano ha il vizio di farsi rappresentare all’estero da gente dalla quale non acquisteresti mai un’auto usata, e in questo caso per rappresentare i loro interessi in terra italica scelsero fior di mafiosi come Lucky Luciano, liberato dal gabbio newyorchese dove scontava una pena per traffico di droga e inviato come ambasciatore privilegiato in Sicilia per catechizzare i padrini locali prima dello sbarco, come ricorda in questo articolo Andrea Camilleri (in fondo alla pagina).
Si sa che la Mafia non fa mai favori per niente e così da cinquant’anni, vuoi che sia solo una coincidenza?, il nostro povero Sud è oppresso dalle cellule locali del cancro mafioso - che paradossalmente Mussolini bene o male aveva combattuto efficacemente – e le metastasi si sono estese sempre più oltre il Sud fino a contaminare i sepolcri imbiancati della finanza e dell'economia “pulite”. Grazie, avercene di amici ed alleati così.
Non c’entra un piffero l’antiamericanismo, che è solo un modo per tappare la bocca agli altri ed evitare le critiche. Bisognerebbe solo avere una classe politica in grado di costruire un rapporto veramente paritario con gli Stati Uniti. Ci vorrebbe anche un altro governo americano come auspicano tanti americani stufi di questi guerrafondai che mandano a morire i loro figli per un pugno di dollari, ma questo è un altro discorso.
Enrico Mattei in un’intervista raccontò l’episodio del gattino al quale i cani prepotenti non volevano far mangiare la zuppa. “Noi siamo stufi di essere come quel gattino”, disse il presidente dell’ENI, alludendo alle prepotenze che aveva dovuto subire dalle “Sette Sorelle” del petrolio, ovvero dai rappresentanti degli interessi americani.
Io aggiungo che sarebbe ora che noi italiani non fossimo più come il gattino della foto, quello sotto a tutti gli altri. Senza finire male come Mattei.
Completo: condivido tutto, naturalmente.
RispondiEliminaGrazie per essere passata
gianfalco
Sinceramente io non vedo un problema nell'ampliamento della base di vicenza. Vivo a 10 km dalla base NATO di Aviano e devo dire che non si sono mai creati problemi con la base, anzi, credo che senza gli americani diversi locali di quella zona chiuderebbero baracca, perchè nonostante in base abbiano ogni comfort possibile, comunque girano parecchio e portano un bel po' di soldi. Senza contare che c'è un bel numero di persone italiane che hanno trovato impiego proprio all'interno della base.
RispondiEliminaIl problema si pone quando vengo a sapere che proprio la base di Aviano sta subendo delle drastiche riduzioni di dimensioni, il che fa pensare che si tratti solo della volontà di uno spostamento da qui a vicenza di ciò che già è in italia, e non capisco perchè dato che è di pochi anni fa la costruzione di grossi complessi residenziali all'interno della base, destinati agli americani...
Brava lameduck...mi hai letto nel pensiero!
RispondiEliminaCerto è più comodo dire che siamo comunisti antiamericani... ;-)
Da anni TUTTI i nostri canali di informazione passano da Echelon: tranne poche interrogazioni parlamentari ed una bellissima inchiesta giornalistica, non si è fatto granché... La gente se ne fotte che non siamo padroni del suolo e dello spazio aereo, che accettiamo di essere spiati senza poter accedere in alcun modo alla rete di intercettazione globale. La TV lobotomizza anziché informare, distribuendo denaro ai vari clan, amanti comprese. NATO? Sarebbe a dire che le pecore fanno società col lupo. Di fatto tutti i governi italiani sino ad oggi sono stati atlantisti: che t'aspettavi da Prodi? Sono gli USA che decidono il dislocamento delle proprie forze. E D'Alema che bombarda la ex Jugoslavia? No, qui si gioca a carte false, allora... manifestare va bene, ma muoviamoci perché gli stati europei organizzino la propria difesa.
RispondiEliminaMi spiace per tutti quelli che lavorano con le basi americane, ma sappiate che ci trattano (a ragione) da selvaggi in livrea: qui in Sicilia ci chiamano,con molto disprezzo, Chicanos... non so come si dice in slang magnagatti.
In parte sono d'accordo, però non farei cadere il governo per questo... la base già c'è e non possiamo (nel senso che non ne abbiamo la forza)chiuderla.
RispondiEliminaLa foto dei gattini è anche un bell'esempio di menage a trois (può anche darsi che la gattina sotto non sia proprio completamente infelice...)
;-)
Grande articolo :-)
RispondiEliminavorrei averlo scritto io :-(
Condivido fin nelle virgole.
Cloro
Sono d'accordo, ma certo non mi aspettavo da Prodi un così grosso cambiamento, in fondo è sempre un uomo politico che appartiene alla classe politica che ora ci ritroviamo, poveri noi.
RispondiEliminaIl problema è proprio che la gente continua a credere a quello che dicono loro, o a non crederci ma fino ad un certo punto, pochi quelli che davvero vogliono un cambiamento e fanno in modo che questo cambiamento avvenga sul serio.
Se ci riduciamo a guardare alla convenienza di avere gli americani in casa, non perchè io sia una antiamericana, non ne usciamo mai.
Pensiamo al piacere di essere liberi dal condizionamento politico di qualsiasi altro stato (io ci metto anche quello pontificio) e non so perchè ho subito l'impressione che l'aria sia un po' più pulita.
Ps. Lameduck è un piacere commentare sul tuo blog!!
Già,la convenienza economica... qui c'è gente che giustifica la militarizzazione con un "ma tutto sommato ci lavorerà della gente".
RispondiEliminaTristezza infinita nel leggere questa rassegnazione, non siamo più in grado di sperare in un qualunque futuro, se stiamo ad aspettare lo straniero che ci porta il lavoro in cambio di qualche "piccolo" favore.
Ridotti al rango di quelle piccole repubbliche ex-sovietiche che non conterebbero nulla se non fosse per la loro posizione strategica, governi corrotti che si vendono al migliore offerente tra Mosca e Washington.
d'acordo!!!!
RispondiEliminavolevo lasciare un link
http://www.pagina12.com.ar/diario/contratapa
/13-79235-2007-01-18.html
tanto per farsi un idea di cosa possa
servire una nuova base USA
rendiamoci conto che questi vogliono
fottere il mondo, farlo saltare in
aria letteralmente
i tre gattini sono fortemente esplicativi!
RispondiEliminalaura
X Justfrank
RispondiEliminaSe la base americana di vicenza chiude 700 lavoratori diventano disoccupati,fai un po' te....
Coyote Giallo
Comunque secondo me il concetto di sovranità limitata è un po' esagerato:ad esempio,in politica estera il governo Prodi ha deciso di allontanarsi dalla politica di Bush,gli americani ci sono rimasti male ma alla fine hanno accettato.
RispondiEliminaSecondo me,questa storia fa un po' comodo anche ai nostri politici,se volessero veramente staccarsi dagli Stati Uniti lo farebbero.
E poi,ammettiamolo,un po' di antiamericanismo esiste nella sinistra piu' radicale,inutile negarlo....
Coyote Giallo
@ gianfalco
RispondiEliminafigurati, la tua vignetta sull'argomento è spaziale!
@ tommaso
stiamo attenti perchè, fatte le dovute differenze e concedendomi un paradosso un pò forte, anche un lager offriva posti di lavoro: kapò, inservienti, boia, aguzzini, becchini.
Io chiedo se è giusto che il governo americano utilizzi il territorio altrui per le sue guerre personali, come se si fosse ancora nel 1945.
@ candido
ecco, purtroppo è sacrosantemente vero ciò che dici nell'ultimo paragrafo del tuo commento. Siamo considerati come i chicanos, i messicani. Forse un gradino sopra i neri ma di poco. E c'è chi è contento di ciò... mah!
@ spartacus
chiedilo direttamente a lei. A me sembra un tantinello scocciata. E poi chi ti dice che è FEMMINA? ;-)
@ cloroalclero
ti ringrazio, ciao!
@ maria
hai ragione cara Maria, oltretutto dobbiamo subire anche i condizionamenti d'oltre Tevere.
Prodi in fondo è un ex democristiano, fa quello che può per barcamenarsi ma non mi sembra che il coraggio sia il suo forte. Mi sbaglierò...
@ justfrank
hai delineato benissimo il nostro spirito da colonizzati e contenti.
@ arituro
io tutto sommato continuo a sperare che un giorno gli americani si stufino della cricca di potere che li comanda.
@ laura
Si sono prestati un pò controvoglia per la foto. ;-) Scherzo, l'ho trovata in rete...
@ coyote giallo
se a destra sono anti-islamici nessuno ha niente da dire. Va di moda così. Però tutti pronti a criticare la sinistra se si permette di criticare Israele e gli Stati Uniti. E' un gioco che ha stufato. Se c'è la libertà ci dovrebbe essere anche quella di essere antiamericani, volendo.
Non c'è nessun bisogno di staccarsi dagli Stati Uniti, ma di non essere più trattati come i "chicanos". E' questione di dignità. I francesi non si fanno trattare così.
Ciao Lameduck,
RispondiEliminacondivido quello che hai scritto. La cosa che mi fa rabbia è che la trattativa di Soru per lo smantellamento della base in Sardegna sembrava volere tracciare un cambiamento. Però non capisco una cosa: Berlusconi c'era quando è iniziato "il caso Soru" e Prodi si è trovato con "il caso Vicenza", a me sembra che entrambi hanno scaricato il problema alle amministrazioni locali. Che senso ha? Un problema come questo non dovrebbe vedere il governo impegnato in prima persona? Lasciando questo dubbio, credo che l'Italia potrà liberarsi dell'America solo se l'Europa deciderà di avere un peso politico-militare e non solo economico: l'Italia è troppo controllata dall'America!
Ciao!!!
Il bello è che gli Usa non ce l'hanno mai chiesta questa base! Ma siccome ci teniamo a fare i vassalli di George...
RispondiEliminaInfatti,i francesi non si fanno trattare così:anzi,nei giorni precedenti la guerra all'Iraq hanno apertamente accusato gli americani di essere arroganti (si,non che loro siano un grande esempio di modestia,comunque....)e pure non mi pare ci siano state grosse conseguenze per i francesi....se i politici italiani volessero potrebbero fare quello che vogliono,se non lo fanno io non darei tutta la colpa agli statunitensi....
RispondiEliminapoi che i leghisti siano anti-islamici è sicuramente vero,ma infatti non mi pare siano presi ad esempio....
Coyote Giallo
I Francesi non sono nella NATO. Quando gli americani meditarono di far risparmiare strada ai loro bombardieri per bombardare la Libia passando sulla Francia, il governo francese dichiarò che li avrebbe abbattuti. Noiarti, che semo i meglio alleati loro, abbiamo subito la tragedia della sciovia e le condanne simboliche ai top-gun che si allenavano tra i piloni; peggio, UNA AZIONE DI GUERRA nel nostro spazio aereo ad Ustica, che è finita com'è finita... ma, a differenza dei Francesi, noi la guerra l'abbiamo persa. La Germania subisce ancora in parte le clausole militari conseguenti all'armistizio. E' molto puerile dichiararsi filo oppure antiamericani: il punto è capire che le alleanze si decidono per motivi molto più concreti che la simpatia, e che l'alleanza con gli americani ha fatto gli interessi loro mentre a noi ha regalato Mafia e malgoverno, dopo averci allontanati in campo internazionale da tutti gli affari di importanza strategica, energia in testa. Dalla morte di Mattei i nostri governi poi hanno liquidato qualsiasi attività industriale che non fosse circoscritta a fabbricare auto: il Compromesso Storico in Italia il PCI lo ha fatto con la FIAT. Da alcuni anni, quando partirono i piani di ristrutturazione aziendale, il nostro apparato produttivo si smantella e si svende per convertirne le risorse in capitale speculativo. E noi paghiamo. A monte degli equilibri economici, l'Occidente è legato dal comune modello di sviluppo ad una spirale che ci porta a un pelo dal cataclisma. I padroni del vapore non mostrano di ravvedersi e giocano pure con progetti di controllo planetario che ti farebbero rizzare i capelli; ma se non volessimo rischiare la paranoia complottista, sarebbe sufficiente considerare la politica bellicistica di Bush, contrastatissima da buona parte degli stessi americani, per convincere noi italiani a non mettere altra paglia accanto al fuoco. Le basi militari non servono soltanto a far lavorare 700 persone, servono a fare la guerra, pensa un po'! Brech scrisse per rispondere ai tanti egoisti che farebbero volentieri i cazzi loro (ma poi fanno la fine del porco che affonda il grugno nel trogolo finché il macellaio non lo sgozza)la bella poesia di un operaio che per vivere lavora nella fabbrica di armi.
RispondiEliminaScusa ma devo dissentire. Francamente non vedo la "restaurazione della sovranita' nazionale" come la soluzione a tutti i problemi del mondo. Il mito delle Nazioni sovrane e' finito nella 2a guerra mondiale. Oggi, in un mondo in cui ogni questione, anche locale, ha subito rilevanza globale, tutti sanno che la strada da battere e' quella della collaborazione, anche militare. Forse le basi andranno pure eliminate (ma francamente non credo), ma sulla politica dell'America e mondiale si influisce meglio da dentro, in qualita' di alleati pensanti e propositivi, non da nazione testardamente "sovrana" di cui peraltro a nessuno fregherebbe una ceppa.
RispondiElimina@ mrc
RispondiEliminasarebbe bello ma vedi, gli Stati Uniti non accettano di essere chiamati a rispondere di crimini presso tribunali internazionali, si sono autoproclamati non perseguibili, quindi la loro sovranità nazionale è più importante di quella degli altri paesi. Non viviamo in un mondo di eguali, ma in una situazione imperiale, dove c'è un certo vassallaggio di paesi piccoli nei confronti dei grandi. Come possiamo essere alleati pensanti se siamo trattati come sottoposti?
Almeno è come la vedo io. Ciao! ;-)
@mrc
RispondiEliminaNon mi risulta che in questo blog qualcuno abbia ventilato la sovranità nazionale come soluzione dei problemi del mondo. La sovranità nazionale non è una soluzione, bensì una dote pari a qualsiasi dignità (politica, civile, spirituale, ecc.) e come tale non serve, non se magna; ma contestarla è come negare all'uomo un diritto inalienabile, menomandolo nella sua capacità di esprimersi nella società: uno stato privato della sovranità non è libero, talvolta, di decidere scelte indispensabili alla sua sopravvivenza, vedi Terzo Mondo... Quindi non parliamo soltanto di principi astratti.
("Il mito delle Nazioni sovrane e' finito nella 2a guerra mondiale.") Da secoli la sovranità nazionale è intesa dalle Grandi Potenze come il diritto del più forte: hai sentito parlare di colonialismo? ("Oggi, in un mondo in cui ogni questione, anche locale, ha subito rilevanza globale, tutti sanno che la strada da battere e' quella della collaborazione, anche militare.") A parte che il mondo oggi è frazionato da un nugolo di nazioni che vogliono autodeterminarsi, collaboravano anche i collaborazionisti (lo dice la parola stesa :-D), che vuoi dire? Sei semplicista, la Globalizzazione non coincide che in piccola parte con il patto militare NATO e resta una cosa del tutto diversa: in tale ambito, ad esempio, si realizzano alleanze contrarie. Molti capitali occidentali, compresi quelli USA, sono investiti in Cina; ma la Cina butta giù i satelliti americani. Allo stesso modo l'UE procrastina una ineluttabile alleanza militare. Tutto quello che dici riguardo il nostro ruolo di alleati pensanti e propositivi è semplicemente falso.
LA BASI USA ELARGISCONO POSTI DI LAVORO? 700 LAVORATORI PERDEREBBERO IL POSTO? PASSANDOGLI LO STIPENDIO A CASA, RISPARMIEREMMO UNA BARCA DI SOLDI. LEGGETE COSA I NOSTRI POLITICI NON VI HANNO DETTO:
RispondiElimina"il senatore del Verdi Mauro Bulgarelli ha presentato un'interrogazione parlamentare sui costi sostenuti dai cittadini italiani per la permanenza sul territorio delle numerose basi Usa già presenti. Così, mentre uno degli argomenti preferiti da chi sostiene la necessità di mantenere e ampliare le basi sono i posti di lavoro che si perderebbero in caso di dismessa, un'altra realtà emerge dalla denuncia del senatore verde: gli enormi costi sostenuti dalla collettività proprio a causa della permanenza dei presidi militari americani sul nostro territorio.
"Una delle argomentazioni più adoperate dai pasdaran filoamericani è quella che le basi militari Usa sul nostro territorio portino ricchezza all'economia italiana ma si tratta, in realtà, di una colossale bufala". "Già nella scorsa legislatura -spiega Bulgarelli- ho presentato un'interrogazione in cui chiedevo conto di tali spese, alla quale non ho mai ricevuto risposta. Giova dunque ricordare che nell'ultimo rapporto ufficiale del Dipartimento della Difesa degli Stati uniti, anno 2004, alla pagina B-10, si legge che il contributo annuo versato dall'Italia all'Usa per le 'spese di stazionamento' delle forze armate americane è pari alla bellezza di 366 milioni di dollari, soldi che provengono direttamente dalle tasche dei cittadini italiani."
Sembra che a pagare più dell'Italia siano solo Giappone e Germania, mentre perfino la Gran Bretagna, che degli Usa è l'alleato più stretto, paga di meno, vale a dire 238 milioni di dollari.
@ candido
RispondiEliminaItalia, Germania e Giappone?
Uhm, Qui c'entra Ro.Ber.To e qualcosa che abbiamo perduto in passato.
Artigiani e commercianti della zona di Vicenza sono però d'accordo con l'ampliamento della base,evidentemente un certo ritorno economico lo avranno
RispondiEliminaCoyote Giallo
@anonimo
RispondiEliminacome mai hai omesso le puttane?
Perchè comunque non penso che senza gli americani il lavoro cali in quel campo....
RispondiEliminaCoyote Giallo
@anonimo
RispondiEliminaTi sbagli, se è guerra è guerra per tutti. :-D
Poiché ti stanno a cuore le categorie che guadagnano dall'indotto rappresentato dalle basi(persino dalla miseria nera dell'India c'è qualcuno che ne trae mercato, fornendo di cadaveri gli atenei di anatomia) con 336 milioni di dollari prelevati dalle tasche dei contribuenti ci faccio un sacco di posti di lavoro. Perché non ti applichi a come spendere una cifra così considerevole?
Non è vero che la Legge Finanziaria impone sacrifici. . . o meglio, non è vero che li impone a tutti!
RispondiEliminaSpese militari: 5% in più rispetto all'ultima legge di bilancio del governo Berlusconi. 12 miliardi 437 milioni di euro per Esercito, Marina, Aeronautica. (sono esclusi i costi delle missioni all'estero, per le quali è prevista un'ulteriore voce di spesa di 1 miliardo di euro).
"Caro Presidente, l'Italia è al settimo posto nel mondo come spesa militare con ingiustificati acquisti di armamenti come la portaerei Cavour (quasi 1 miliardo di euro, sistema d'arma esclusi), dieci nuove fregate (3,5 miliardi di euro), 121 caccia eurofighter (oltre 6,5 miliardi di euro). Da soli rappresentano l'1 per cento del nostro Pil. Ti ricordiamo che nel programma di governo dell'Unione, ci sono tre riferimenti alla necessità di politiche di disarmo (pagine 90, 91, 109)" . Quella che avete letto è la lettera scritta al Presidente Prodi da sedici senatori dell'Unione.
Ma a fronte di tali sensibilità ci sono anche le dichiarazioni di Giovanni Lorenzo Forcieri, diessino di La Spezia e sottosegretario alla Difesa: "Con questa Finanziaria non facciamo altro che riportare la spesa militare al livello del 2004. Prima cioè che il governo di centrodestra tagliasse di fatto la spesa militare di 2 miliardi e mezzo di euro. Per altro, a fronte degli investimenti che abbiamo previsto e che servono né più e ne meno che a coprire impegni di spesa già assunti negli ultimi anni e dunque ad onorare dei debiti già contratti, la Difesa cederà al demanio beni per circa 4 miliardi di euro nei prossimi due anni.Come si vede, dunque, il saldo tra entrate e uscite è in equilibrio. Con il vantaggio di smobilizzare risorse necessarie a portare avanti un programma di ammodernamento delle nostre forze armate.
E' evidente infatti che non stiamo parlando soltanto di numeri. Se vogliamo che l'Italia possa efficacemente svolgere il ruolo internazionale che si è conquistata in questi anni, non possiamo rinunciare a investire su una forza armata efficiente e moderna"
Sì, ha ragione il senatore Forcieri, non stiamo parlando solo di numeri, stiamo parlando della vergogna di gonfiare il petto per il ruolo che l'Italia si è conquistata nel mondo se, questo ruolo, è stato ottenuto per l'efficienza delle nostre Forze Armate e se deve essere difeso con le armi; stiamo parlando della vergogna di aver riproposto, a fronte - tanto per fare un esempio - dell'aumento del ticket sulla sanità, l'aumento delle spese militari; stiamo parlando della vergogna di disattendere gli impegni presi con noi elettori e dell'arroganza con cui si difendono scelte indifendibili.
bhe i vantaggi che economici che derivano da questo ampliamento sono rilevanti questo è quello che conta,magari ne costruissero di piu visto le cifre che girano
RispondiElimina@ vfp
RispondiEliminapensa se ragionassero così dei nostri supposti nemici in procinto di costruire basi dalle quali partirebbero gli aerei per bombardarci... Pecunia non olet, eh?