mercoledì 7 novembre 2007

Quanto sei bella Roma

No, non l’ho fatto davvero, altrimenti mi avreste visto al TG ma solo virtualmente, seguendo il consiglio di justfrank e nonnapapera. Ho riempito questa meravigliosa fontana con tante paperelle gialle e gommose. Come atto d’amore più che per protesta perché la fontana è una cosa meravigliosa. Non è il solito posto per turisti. C’è davvero qualcosa di magico.

Ho girato come una matta per due giorni, con il risultato che le mie povere zampe palmate di papera zoppa sono distrutte. E’ il solito problema delle città d’arte. Mannaggia i sampietrini! Ma, dico, nell’antichità non soffrivano di mal di piedi?
Ho voluto vedere il più possibile perché, sembrerà strano, alla mia veneranda età ero stata a Roma in precedenza solo una volta per una fuggevole scappata nella quale ero riuscita a vedere solo il Colosseo (che questa volta mi sono goduta by night). Quarantasette anni senza conoscere Roma sono tanti, troppi e la lacuna andava colmata almeno per un’anticchia.
Il mio Gregory Peck voleva vedere la mostra di Kubrick, alla quale abbiamo dedicato il pomeriggio di sabato. Una cosa fantastica e assolutamente da vedere della quale vi relazionerò.
A proposito di Peck, non è strana la serendipità? Manco a farlo apposta, appena giunta a Roma ho visto una profusione di calendari su “Vacanze Romane”.

Domenica quindi, terminata la full-immersion kubrickiana molto molto carasciò, ci siamo dedicati ad un giro veloce, vorticoso ma estremamente mirato di tutto ciò che avreste voluto vedere di Roma ma non avete mai potuto.
Roma si gira benissimo tra autobus e soprattutto metro. Ho visto una città, almeno per quanto riguarda il centro, molto viva, anche a tarda sera, affollatissima ma con la sensazione che vi fosse spazio per tutti. Un formicaio tutto sommato ordinato e cosmopolita e una sensazione di avvolgente e materno calore. Mamma Roma, insomma.

Abbiamo visto San Pietro di sopra, di dentro e di sotto e si poteva andar via proprio nel momento in cui nella piazza è echeggiato un “kari frateli, kare sorelle”? No, una benedizione dal Papa in persona non si butta via, e quando ti ricapita tra piadine e pedalò?
L’altare della Patria, che in foto e in tv sembra orrendo ma che è invece perfetto in quel contesto, compresi i gladiatori in costume che al tuo passaggio ti salutano con le spade di latta. Poi il Tevere e i ponti, la zona del ghetto, le chiese, il Colosseo e quell’immenso spiazzo che era il Circo Massimo. Una città dove la storia ti insegue in ogni strada. Piazza Venezia e il balcone, i cristiani e i leoni, Via Caetani e la tragedia di Moro, la tomba di Papa Luciani, il corpo piccolo e santo di Papa Giovanni. Perfino la Tosca che si fionda giù dal Castel Sant'Angelo.
Si sa che ognuno interpreta una città secondo il proprio personale immaginario.
L’unica cosa che mi ha deluso, si fa per dire, di Roma nel mio weekend, è stata piazza di Spagna. Nella mia ottusa mente di turista mi aspettavo i fiori rossi e la scalinata vista dall’alto.
Non mi ha meravigliato invece il calore della gente e la pazienza con la quale inesorabilmente si impegna a scardinare la nostra ritrosia di nordisti. Con quella faccia un po' così che abbiamo noi quando vediamo Roma.

Dico infine che la fortuna ci ha baciati con un cielo di un azzurro quasi offensivo ed una temperatura sfacciatamente primaverile. Certo sarà bella la nebbia agli irti colli che piovviginando sale in questa brumosa Padania ma vuoi mettere dormire il 3 di novembre con la finestra aperta?

Grazie Roma per avermi stregata.

15 commenti:

  1. Anonimo22:32

    Bè, potevi passare da Trinità dei Monti, bere alla cannella della Barcaccia e poi girarti a guardare la scalinata che avevi appena disceso.
    Piazza di Spagna sarebbe entrata anch'essa a far parte della collana di perle.
    Certo che in due giorni di cose ne hai viste, ma hai voglia a camminà sui serci...
    Tornaci con più tempo.

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  2. Anonimo23:17

    Vado a Roma quasi tutte le settimane. per lavoro, ma non importa, la si gode anche così...E' una città magica, con tutti i suoi difetti.

    Un sorriso paperello
    Miser X di Comicomix

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  3. Anonimo23:53

    papera però potevi fare un fischio prima di partire: ti portavo a spasso io! :)
    devo dire che sono sconcertata dal fatto che la mia città ti sia piaciuta a tal punto da non ispirarti neppure una battutina piccina piccina. noialtri qui, che vuoi farci, ci si abitua...

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  4. Anonimo23:53

    "Tu non vedrai nulla al mondo maggior di Roma"

    Quanto è vero :)

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  5. Ah ah ah!!! bellissima la fontana di Trevi, quel tocco di giallo le dona veramente. Complimenti per l'invasione virtuale. Sappi che non potrò fare a meno di citarti.
    E adesso aspettiamo che sia finita la luna di miele con la capitale per leggere qualche commento salace.

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  6. Scusa per l'autoreferenzialità:

    http://apiedinudi.wordpress.com/2007/10/22/roma/

    Adoro Roma...

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  7. @ dimanga
    questa volta il tempo era poco ma mi riprometto di tornarci senz'altro.

    @ petrolio
    un difettuccio? ho trovato i ristoranti un po' più cari dei nostri. Ma chi se ne frega, basta mangiar bene.

    @ nonnapapera
    vorrei vedere non citassi le mie paperelle! ;-)

    @ uyulala
    bello il tuo pezzo, sono le stesse sensazioni che ho avuto io.

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  8. però... forte l'idea delle paperelle ! :) dawoR***

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  9. @ Lame:
    Roma, nel bene e nel male, è speciale. Ovviamente i suoi problemi sono tanti e spesso gravi, ma puntare l'accento solo su questi è pura invidia. Io ne amo i luoghi, ma ne amo anche la gente...

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  10. Parlo da nordico (ahahahah) emigrato, adottato e, infine, usucapito romano (si può dire usucapito?). Amo questa città e non la cambierei con nessuna efficente e civile metropoli al mondo. Ci sono i difetti, i problemi, grandi e grossi.

    E li vedi, e t'incazzi persino più di un po' quando ci sei dentro e ci affoghi giorni e giorni... poi però ti capita di leggere:

    "Roma si gira benissimo tra autobus e soprattutto metro. Ho visto una città, almeno per quanto riguarda il centro, molto viva, anche a tarda sera, affollatissima ma con la sensazione che vi fosse spazio per tutti"

    E ti dici che, in fondo, non c'hai ancora capito un cazzo di questa città, nonostante 20 passati ad amarla, a conoscerla, a viverla.

    Però, se vuoi un consiglio, non farle questo torto... Dedicale il tempo che merità. Roma è una città indolente e in questo modo va vissuta e visitata. Si deve poter perdere tempo, a Roma, altrimenti perde molto del suo fascino.

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  11. A Roma ci sono stata un sacco di volte ma o ero lì per un colloquio di lavoro o ero lì con il mio ex ragazzo che più che altro mi ha fatto conoscere bene le pizzerie e i ristoranti romani. Certo, Piazza di Spagna, il Colosseo, la Fontana di Trevi, il Pantheon li ho visti... ma mai con la calma che meritavano...
    Un'amica mi ha anche mostrato uno spettacolo stupendo. Se non ricordo male l'edificio è quello dell'ordine dei cavalieri di Malta. Immagina un portone chiuso con una fessure per la chiave piuttosto grande. Ci guardi dentro e vedi, con un effetto prospettico spettacolare, un viale stretto fra due filari paralleli di alberi al termine del quale, fiera e maestosa, spunta la cupola di San Pietro. Bellissimo!!

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  12. Forse nell'antichità avevano scarpe diverse dalle nostre!
    Comunque hai ragione: Roma è una città affascinante

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  13. Anonimo14:39

    Faccio in tempo a salutare la papera zoppa?
    Mi sei mancata e soprattutto mi sono mancate tantissimo le tue argute... QUAcchiere... :)
    Ben ritrovata lame.... a presto.

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  14. Anonimo19:10

    Cara Papera,
    se vuoi veramente conoscere Roma leggiti questo famoso scritto di Remo Remotti:

    (mamma) Roma addio!

    A Roma salutavo gli amici. Dove vai? Vado in Perù. Ma che sei matto?
    Me ne andavo da quella Roma puttanona, borghese, fascistoide, da quella Roma del "volemose bene e annamo avanti", da quella Roma delle pizzerie, delle latterie, dei "Sali e Tabacchi", degli "Erbaggi e Frutta", quella Roma dei castagnacci, dei maritozzi con la panna, senza panna, dei mostaccioli e caramelle, dei supplì, dei lupini, delle mosciarelle...
    Me ne andavo da quella Roma dei pizzicaroli, dei portieri, dei casini, delle approssimazioni, degli imbrogli, degli appuntamenti ai quali non si arriva mai puntuali, dei pagamenti che non vengono effettuati, quella Roma degli uffici postali e dell’anagrafe, quella Roma dei funzionari dei ministeri, degli impiegati, dei bancari, quella Roma dove le domande erano sempre già chiuse, dove ci voleva una raccomandazione...
    Me ne andavo da quella Roma dei pisciatoi, dei vespasiani, delle fontanelle, degli ex-voto, della Circolare Destra, della Circolare Sinistra, del Vaticano, delle mille chiese, delle cattedrali fuori le mura, dentro le mura, quella Roma delle suore, dei frati, dei preti, dei gatti...
    Me ne andavo da quella Roma degli attici con la vista, la Roma di piazza Bologna, dei Parioli, di via Veneto, di via Gregoriana, quella dannunziana, quella barocca, quella eterna, quella imperiale, quella vecchia, quella stravecchia, quella turistica, quella di giorno, quella di notte, quella dell’orchestrina a piazza Esedra, la Roma fascista di Piacentini...
    Me ne andavo da quella Roma che ci invidiano tutti, la Romacaput mundi, del Colosseo, dei Fori Imperiali, di Piazza Venezia, dell’Altare della Patria, dell'Università di Roma, quella Roma sempre con il sole – estate e inverno – quella Roma che è meglio di Milano...
    Me ne andavo da quella Roma dove la gente pisciava per le strade, quella Roma fetente, impiegatizia, dei mezzi litri, della coda alla vaccinara, quella Roma dei ricchi bottegai: quella Roma dei Gucci, dei Ianetti, dei Ventrella, dei Bulgari, dei Schostal, delle Sorelle Adamoli, di Carmignani, di Avenia, quella Roma dove non c’è lavoro, dove non c’è una lira, quella Roma del "core de Roma"...
    Me ne andavo da quella Roma del Monte di Pietà, della Banca Commerciale Italiana, di Campo de’ Fiori, di piazza Navona, di piazza Farnese, quella Roma dei "che c’hai una sigaretta?", "imprestami cento lire", quella Roma del Coni, del Concorso Ippico, quella Roma del Foro che portava e porta ancora il nome di Mussolini, Me ne andavo da quella Roma dimmerda! Mamma Roma: Addio!

    ...e poi ce so' tornato!

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  15. @ beppone
    ciao!! ma dov'eri finito? sei sempre al solito indirizzo? un carissimo saluto anche alla famiglia.

    @ hendrix
    il testo è molto bello, e vero.

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