In quel tempo, Elsa Fornero disse ai suoi alunni:
«Vedo con piacere che Bonanni cita spesso la Germania, ma lì i salari non aumentano con l’età dei lavoratori, seguono l’andamento della produttività. E va da sé che una persona anziana produca meno di un giovane. Da noi, invece, la curva salariale è crescente. E così le imprese si ritrovano anziani che costano troppo, di cui vogliono disfarsi, e penalizzano i giovani. Vogliamo riflettere su questo?».
Va bene, riflettiamo, Madamin Fornero, ma prima mi chiarisca alcuni concetti, che voglio capire bene.
Prima di tutto: per anzianità intende anzianità di servizio o anzianità anagrafica? Perché anzianità di servizio significa, di solito, lavoratore che ha maturato esperienza e che può essere quindi più produttivo, in senso generale e riferendosi alla qualità del lavoro svolto, di un giovane alle prime armi. Questo nel nostro universo, non so nel suo.
Se intende anzianità anagrafica, è stata lei a costringere i lavoratori a continuare a lavorare fino ad oltre i sessant'anni, con la sua riforma strappalacrime, se non sbaglio.
Secondo. Mi spieghi di quale produttività sta parlando, discriminando come fa tra lavoratori giovani e anziani. Se parliamo di polluzioni notturne, erezioni mattutine e mantenimento dell'erezione piena senza ausilio di sildenafil citrato (visto che ora è obbligatorio indicare il principio attivo), sicuramente i giovani sono più produttivi, non c'è dubbio.
Se parliamo di lavoro, dobbiamo specificare di quale lavoro si tratti. Perché non tutti i lavori sono uguali, nel senso che solo per alcuni è richiesta espressamente vigoria giovanile.
Penso, ad esempio, ai lavori intellettuali che sono proprio quelli per i quali più spesso gli "anziani" guadagnano di più perché hanno mansioni più importanti a causa dell'esperienza maturata. Si chiama scatto di carriera. Diamine, lei che è prof dovrebbe saperlo.
Temo che lei si riferisca quindi solo alla produttività del lavoro manuale, quello di fabbrica o quel che ne resta, vista la progressiva deindustrializzazione del nostro paese che perseguite nei fatti.
Per fare un esempio di primato di produttività nei giovani, seguendo la sua ragionamenta, potrei pensare ai campi di pomodori nel sud dove essere giovane, negro e muscoloso, può permetterti di far guadagnare di più il caporale.
Oppure mi vengono in mente quelle orrende catene di montaggio dei macelli americani dove si preparano i mac burger e dove, se non hai tempi di reazione da paura - più che da giovani umani, da cobra - e bisogna fare in fretta perché il tempo è denaro, sotto il tritacarne puoi lasciarci un braccio, oppure la sacca intestinale con il suo contenuto di merda bovina, che tu non sei riuscita a lavorare in tempo e a svuotare, finisce diritta nel Big Mac. Spero non stia cenando da McDonald's in questo momento.
Ecco, se pensiamo a questi atroci residuati di fabbrica lager, i giovani possono essere più produttivi perché più reattivi psicofisicamente ma, a parte questo? E' questa la sua idea di lavoro?
Continuo a non capire fino in fondo il suo ragionamento. Cioè, lo capisco fin troppo bene.
Sempre nel nostro universo, le imprese si disfano con mucho gusto dei lavoratori anziani perché magari sono quelli, nelle fabbriche, più sindacalizzati (me ne rendo conto, è una malignità) e perché hanno contratti a tempo indeterminato sottoscritti ai tempi in cui ancora il lavoro rendeva liberi.
Li licenziano per quello, non perché guadagnano di più. Se c'è una cosa che è ferma da anni, in Italia, è l'aumento dei salari. Gli uomini, giovani e anziani, guadagnano lo stesso salario sempre uguale da anni, se non se lo sono visto addirittura abbassare o ipertassare dai geni come voi. Le donne, in alcuni casi guadagnano ancora meno degli uomini. I giovani sono penalizzati perché ci sono leggi che favoriscono il loro sfruttamento da parte delle aziende, permettendo ad esse di mantenerli apprendisti e precari a vita.
Li licenziano per quello, non perché guadagnano di più. Se c'è una cosa che è ferma da anni, in Italia, è l'aumento dei salari. Gli uomini, giovani e anziani, guadagnano lo stesso salario sempre uguale da anni, se non se lo sono visto addirittura abbassare o ipertassare dai geni come voi. Le donne, in alcuni casi guadagnano ancora meno degli uomini. I giovani sono penalizzati perché ci sono leggi che favoriscono il loro sfruttamento da parte delle aziende, permettendo ad esse di mantenerli apprendisti e precari a vita.
Quindi non si sa di cosa lei stia parlando. Di un mondo che non conosce e che è solo stata inviata a distruggere.
In ogni caso, lei suggerisce di deprecarizzare piuttosto i giovani e favorirne l'inserimento a tempo pieno? Auspica di armonizzare i salari di anziani e giovani in base al merito e all'esperienza, fatto salvo un minimo che permetta ai membri di entrambe le fasce sociali di campare senza doversi strappare l'osso gli uni con gli altri? Pensa di salvaguardare lavoratori non più giovanissimi (nemmeno lei vorrebbe sentirsi definire anziana, per non dire vecchia, credo) permettendo loro di offrire una vita dignitosa alla famiglia che stanno mantenendo - compresi i figli in stato di precariato - e accompagnandoli con dignità alla meritata pensione? Ho paura di no.
L'aria salmastra di Rimini, mescolata con l'incenso dei ciellini baciapotenti le ha fatto uno strano effetto allucinogeno. Le ha provocato un attacco di padronite acuta che però almeno l'ha resa sincera come nemmeno una pera di scopolamina sarebbe riuscita a fare. Invece di dire: smettiamola di mettere i padri contro i figli, permettiamo a questi benedetti giovani di avere una sicurezza economica, finiamola con il precariato e la rottamazione dei lavoratori anziani che si alimenta appunto dal precariato giovanile, da brava mistress ha chiesto ai sindacati (a quelli più inclini al ruolo di slave) di aiutarla a fottere ancor di più i lavoratori anziani con la scusa di aiutare i giovani, sapendo benissimo che non si può avere entrambe le cose, seguendo alla lettera la vostra ideologia economica escrementizia. O mi sbaglio?
Nonostante tutti i vostri sforzi di tecnocrati non riuscite a convincermi che non volete ridurci una nazione di NINJAS. Mi riferisco alle simpatiche e colorate tartarughe guerriere? Niente affatto.
NINJAS è un acronimo e significa No Income No Job (and) Assets (Nessun reddito, nessun lavoro, nessuna garanzia) e si riferisce al tipo di cliente al quale venivano appioppati, negli Stati Uniti, i famigerati mutui subprime nei primi anni duemila, fino all'esplosione dell'omonima crisi nel 2006-7. Quella per intenderci del Too Big To Fail, del troppo grosso per fallire, che ha imposto ai cittadini americani di salvare, con i loro soldi, le banche che avevano creato un sistema criminale per far fallire la gente più povera e portarle via la casa. Un sistema che allora ha drogato l'indice dei consumi di un'economia moribonda prestando soldi a chi non avrebbe mai potuto restituirli e ha posto le basi per questa attuale crisi. Crisi che dovreste risolvere attaccando con un bel bisturi la finanza neoplastica che sta uccidendo il mondo ma che invece preferite far credere di voler risolvere con cazzate da manicomio come la tassa sulle bollicine, sulla palestra e le slot machine a più di 500 metri dagli ospedali. Chi ve li scrive i testi, i Monty Python?
Fossi la Coca Cola, una di quelle belle multinazionali sociopatiche che vi piacciono tanto, vi farei causa per danni per miliardi. Andrei ad assumere i peggiori avvocati carnivori d'America. Roba da cavarvi anche la prima pelle. Vi starebbe bene. A voi e alle vostre curve salariali.
P.S. In Germania, visto che l'ha citata, alla produttività sono anche legati premi di produzione che qui in Italia ci sogniamo.
P. S. S. Visto che siamo costretti a studiare economia, per un ripasso della questione dei derivati e della finanza casinò, consiglio la lettura de "Il manifesto degli economisti sgomenti" e la visione di questo filmato.
P.S. In Germania, visto che l'ha citata, alla produttività sono anche legati premi di produzione che qui in Italia ci sogniamo.
P. S. S. Visto che siamo costretti a studiare economia, per un ripasso della questione dei derivati e della finanza casinò, consiglio la lettura de "Il manifesto degli economisti sgomenti" e la visione di questo filmato.
Ciao Lame, quanto tempo.
RispondiEliminaGià che parli di produttività ti passo anche questo link.
http://www.linkiesta.it/produttivita-lavoro
Non ti leggo da parecchio ma non sei affatto cambiata.
RispondiEliminaOttimo post, grazie.
a parte tutto che ci può anche stare, spiegaci quando mai sono esistiti i tempi in cui il lavoro rendeva liberi?
RispondiEliminaFantastico Lame. Se ti candidi io ti voto e faccio campagna elettorale!!!
RispondiEliminala fornero dovrebbe informarsi 1a di parlare a vanvera e sparare idiozie, da ex dipendente di azienda tedesca in Germania:
RispondiEliminastipendio lordo eu 2659,85
stipendio netto eu 2376,10
a questo punto sai cosa mi interessa che il salario non aumenti con l´etá del lavoratore (cosa che peraltro non mi risulti accada in Italia)
Rispondiamo ai quesiti semi-esistenziali posti.
RispondiElimina1) Essenzialmente anzianità anagrafica; l'idea è sempre quella proposta a suo tempo da M. Draghi, secondo la quale i salari dovrebbero avere una curva a campana allargata, ovvero con valori minimi agli estremi e quelli medio-massimi solo fra i 30-35 ed i 50-55 anni.
Durante gli ultimi 10-15 anni di lavoro il salario dovrebbe diminuire gradatamente anche per raccordarsi con quello della pensione finale (dato che in futuro le pensioni saranno mediamente molto più basse di quelle attuali), in modo che il lavoratore si prepari per tempo (imparando a non scialacquare il reddito) e NON abbia quindi un eccessivo scompenso economico al momento del passaggio.
2) L'idea di fondo è questa: se un imprenditore, delocalizzando entro un raggio relativamente breve di 500 - 2000 km., può pagare i suoi dipendenti notevolmente meno (es. -30% .. -50%) rispetto a quello che pagherebbe in Italia e con tutta una serie di altri sostanziosi vantaggi fiscali, ecc. e se questo imprenditore decide (a suo rischio e pericolo) di rimanere nel paese del "male" (l'Italia), allora come minimo si sente autorizzato a chiedere le seguenti contropartite:
- flessibilità sia in entrata che in uscita in modo che se un lavoratore non rende più abbastanza lo si possa salutare senza tanti problemi;
- più produttività richiesta (per compensare il fatto che comunque i costi generali in Italia sono e saranno molto superiori che altrove);
- stipendi con curva a campana, ove il massimo sarà minore o uguale alle medie attuali (i giovani e gli anziani per definizione rendono poco);
- un ulteriore abbassamento della quota previdenziale in modo da diminuire il costo degli stipendi lordi;
- minori costi legati alla burocrazia, agli approvigionamenti energetici ed alla logistica dei trasporti;
- molte meno tasse.
Teniamo presente questa serie di punti che rappresentano le "diseguaglianze dal punto di vista imprenditoriale", perchè poi ci si ragionerà sopra.
"Temo che lei si riferisca quindi solo alla produttività del lavoro manuale," ...
RispondiEliminaIl modello di riferimento è sempre il filmetto di 85 anni fa, quindi anche l'eventuale lavoro "intellettual-impiegatizio" dovrebbe essere assimilato a quella visione.
"... la tassa sulle bollicine, sulla palestra e le slot machine a più di 500 metri dagli ospedali."
Allora, i principali scopi di questo genere di provvedimenti sono essenzialmente due:
- aumentare le capacità di controllo economico e tracciamento sulla diffusione di qualsiasi bene o servizio;
- instillare negli "inferiori" l'idea che essi siano dominati dalle pulsioni animali e che quindi NON solo NON sappiano resistere alle TENTAZIONI ma che NON sappiano gestire bene nemmeno le proprie risorse, la propria salute, ecc. tanto da aver bisogno di minuziose "regole" imposte dall'alto (che comunque NON impediscono affatto la diffusione di tali fenomeni).
Purtroppo, per una consistente fetta della popolazione italiana e forse mondiale, questa idea NON è del tutto campata in aria.
Essa trova conferma non solo nel numero di persone che si abbandonano ad ogni vizio (cibo, fumo, alcool, droghe varie, giochi d'azzardo, ecc.) ma anche nel numero ancora maggiore di persone che rinunciano ad informarsi, istruirsi, a scegliere ed ancor più a costruire qualcosa di alternativo, includendo quindi per estensione anche i fenomeni criminali, mafiosi e corruttivi, tutte cose che indirettamente (e non a caso) sono alimentate dal potere stesso.
La stessa bolla finanziaria è stata costruita in questo modo, ovvero sfruttando i vizi, la superficialità, la connivenza a pagamento e le tendenze autodistruttive di molte persone.
Nessuno ha obbligato decine di milioni di persone a chiedere forti prestiti per cose non indispensabili o per avere in metà tempo la proprietà di una casa.
Una volta si diceva, prima si mettono via i soldi e poi si compra oppure si fa un mutuo ma in modo da essere comunque coperti per i relativi pagamenti qualora le cose dovessero andare male.
Invece ad un certo punto è dilagata la faciloneria, si è diffuso un modo di pensare slegato dalla realtà e che si basava sul mito della crescita continua intesa come futuro e progresso.
I vecchi insegnamenti derivanti dalle inveterate favole tipo la "cicala e la formica", "il lupo e l'agnello", il "lupo cattivo e i 3 porcellini", "il contadino e l'USURAIO", ecc. sono stati invece associati a una specie di retaggio oscurantista di un passato medievale da cancellare e dimenticare !
Tutto questo è accaduto per un fenomeno involutivo diffusosi sul piano sociale e culturale che ha fatto emergere la vera natura di molte persone, nonostante ci fossero tutti i segnali per perseguire la massima cautela sul piano economico.
La conclusione è che, con queste modalità, ovvero usando queste molteplici sollecitazioni negative / degenerative, il potere trova continuamente ulteriori giustificazioni per imporre sempre di più ai suoi sottoposti le "sue regole ed il suo controllo" che a loro volta mascherano ben altri disegni.
Secondo me si riferiva alla Germania, dove si prendono i premi di produzione invece che di anzianità.
RispondiEliminaDiego Fusaro,presentazione del suo libro “Coraggio” (Raffaello Cortina, 2012)
RispondiEliminaOggi la funzione di apologetica dell’esistente non è compiuta da sacerdoti o monaci: è compiuta dagli operatori dei mass media, dai giornalisti, dagli intellettuali che duplicano incessantemente a livello simbolico la realtà così com’è, presentandola appunto con i tratti degl’intrascendibilità, della fatalità, della destinalità e così via.
Il mondo capitalistico, come sapete, non pretende mai di essere il migliore possibile, ma semplicemente nega in partenza la possibilità di alternative, questa è la contraddizione: convince le nostre menti di essere in qualche misura il solo mondo possibile. Autoelimina le possibili alternative. Cioè l’ideologia rende naturale ciò che è invece storico e sociale. Questo fa. Fa esistere la borsa, le leggi, le istituzioni economiche con lo stesso statuto ontologico di montagne, alberi, di cose della natura che non possono essere criticate né tanto meno trasformate.
Quella è la teologia: il monoteismo del mercato, i mercati, le borse, in cui appunto stiamo di fronte alla borsa come se fosse qualcosa che non abbiamo prodotto noi. Voglio dire: l’abbiamo posta noi, possiamo anche toglierla.
@Marcello
RispondiEliminaLa storia dei "premi di produzione" è vecchia come il cucco anche in Italia; ovviamente pur essendo stata spesso sbandierata, nella storia recente (al contrario del passato) quasi mai è stata messa in pratica nel 99.99999% dei casi.
Al massimo, per le S.p.A. si è realizzato il meccanismo del ritorno di una parte dei dividendi in base alle azioni societarie possedute non tanto dai dipendenti quanto dai soci o comunque da persone terze in qualità di "investitori".
Parlando dei premi di produzione tedeschi possiamo anche ricordarci che questi sono stati resi possibili da tutta una serie di condizioni (industriali, fiscali, ecc.) che in Italia NON ci sono e, giusto per essere chiari, NON si vuole che ci siano (perchè l'Italia è il paese del male per antonomasia).
Ricordiamo anche che il mercato italiano di auto è uno fra i più "esterofili" del mondo, per cui, grazie anche ad altri paesi che in fatto di esterofilia non scherzano affatto, la Germania ha avuto buon gioco con le esportazioni, forte di un mercato interno sicuro e sufficientemente "autarchico".
Un altro fattore importante è stato il fatto che in Germania, grazie anche al polmone compensatore attuato dalla Germania dell'est dopo la riunificazione del 1990, non c'è stato tutto quello smantellamento industriale come è avvenuto ad es. in Italia a causa della delocalizzazione.
Al contrario, negli ultimi 20-25 anni, si è cercato di rendere quanto più possibile eco-compatibili le produzioni industriali mettendo a disposizione delle grandi industrie il valido supporto di enti di ricerca seri e ben equipaggiati di cervelli e strumentazione varia, dando contributi per il reale abbattimento di emissioni ed inquinanti vari, ecc. attivando così un volano di studi e ricerca applicata ad attività reali che ha cambiato molte cose (non tutte) in meglio.
@Marcello (2)
RispondiEliminaIn Italia si è DI FATTO operato in senso OPPOSTO, in modo che quasi tutto potesse degradarsi ed evitare di funzionare a dovere; ora i risultati si vedono: bene, bravi, bis, complimenti soprattutto agli operatori dietro le quinte ed agli "spingitori di cavalieri".
Insomma un paese nel quale NON si vuole gestire correttamente nemmeno l'immondizia, nel quale non si ha alcun rispetto per l'ambiente e nel quale un giudice che indaga si spedisce in Guatemala "per il suo bene" (senza contare tutto il resto), è un paese INDEGNO di SUSSISTERE che meriterebbe solo di essere quanto prima RASO al suolo dalle orde spietate di un redivivo Gengis Khan.
In breve, prima di pensare ai "premi" di produzione, c'è tutto un sistema di supporto da riorganizzare e preservare prima che avvenga il quasi "irreparabile" ma questo, grazie all'impressionante frammentazione del tessuto sociale, culturale e genetico del cosiddetto "sistema Italia" è un obiettivo che sarà quasi impossibile realizzare.
@rossoallosso
RispondiEliminaOttimo pezzo ed ottima analisi.
"Voglio dire: l’abbiamo posta noi, possiamo anche toglierla."
Certo, ma si tratterebbe di un atto blasfemo dovuto ad un'ERESIA IDEOLOGICA da estirpare quanto prima :-)
@adetrax
RispondiEliminaè per questo che scarseggiano filosofi e abbondano comici? mitizzano le "fighe riottose" che dicono "no" senza dire il "perchè" mentre gli "eretici" li bruciano all'idroscalo di Ostia
Che ti succede Adetrax?, ti sei arrabbiato finalmente?
RispondiEliminaPer il “possiamo toglierla”, fa difetto della parte finale, e cioè “manca la volontà”.
Degli uni perché ci sguazzano e degli altri perché la accettano supini.
E cheddici del ruolo delle tivù in questa ignavia di Stato?
Ciao, sono Matteo. Mi sono iscritto al tuo blog.
RispondiEliminaScusa, ma non te l’avevo detto.
Buona giornata, Matteo, Rimini.
Ciao, sono Matteo. Mi sono iscritto al tuo blog.
RispondiEliminaScusa, ma non te l’avevo detto.
Buona giornata, Matteo, Rimini.
http://mattax-mattax.blogspot.it/
@Salazar
RispondiElimina"... ti sei arrabbiato finalmente?"
Non ancora ma ci sono delle cose su cui bisognerebbe riflettere un po' di più, perchè spazi di azione, a livello medio-basso, utili a contrastare certe derive di alto livello, ci sono ma sono poco o per nulla praticati e questo non va per niente bene.
Della curva a campana relativa alla retribuzione se ne può parlare e non sarà certo un dramma se il differenziale fra metà e fine carriera (prolungata di parecchi anni con le recenti riforme) sarà contenuto entro il 10% - 15% perchè i veri problemi sono ben altri.
Ad esempio: ci sono milioni di disoccupati che continuano a MANGIARE (probabilmente a sbafo) e praticamente nessuno di loro tenta perlomeno di rendersi utile alla società in maniera alternativa.
Qualcuno a livello intermedio ha avuto l'idea di occupare alcuni senza lavoro per brevi periodi utilizzandoli in lavori socialmente utili ma anche questo tentativo è stato ampiamente sabotato e giunti a questo punto, dato il quadro generale, l'obiettivo verso cui si sta puntando appare abbastanza chiaro anche se, francamente, si profila come un obiettivo parecchio stupido (d'altronde Einstein qualche dubbio sull'infinità della stupidità l'ha avuto).
In conclusione, la questione NON è solo quella di avere più soldi o meno soldi, quanto soprattutto quella di far funzionare in generale le cose in maniera più che accettabile per l'intera società ed attualmente ci sono molti settori in cui questo obiettivo è lontano anni luce.
E' perfettamente inutile creare nuovi posti di lavoro e perfino preservare quelli attuali se si lasciano intatte tutte le disastrose problematiche che continuano a intaccare il "sistema Italia" 365 giorni all'anno e si noti che tali problematiche non si identificano di certo con quelle elencate nel punto 2) del mio primo commento.
"Governare l'Italia non è difficile, è inutile" (B. Mussolini)
P.S.
Per chi non l'avesse capito il detto si applica anche all'Europa.