domenica 16 dicembre 2007

Orchi e lupi cattivi, ma questa non è una favola.

Altre volte ho scritto di pedofilia. Ho usato gli accenti più duri che potevo trovare perchè di fronte a qualcosa che rovina l'esistenza di un bambino fino all'età adulta e in certi casi per tutta la vita, è difficile tenere a freno le emozioni.
Non c'è bisogno che ricordi qui perchè un atto di pedofilia, anche se non arriva allo stupro vero e proprio ha questo effetto devastante sulla psiche di un bambino. Si tratta di un atto compiuto su un soggetto che non ha la possibilità di scegliere liberamente di parteciparvi e in un settore delicato come la sessualità, quindi è sempre violenza.

Il pedofilo si avvicina al bambino e conquista la sua fiducia poi, come il cobra, all'improvviso colpisce, lo coinvolge in qualcosa che il piccolo non comprende lì per lì ma che risulta perturbante, sconosciuto, invadente, perfino piacevole allo stesso tempo che doloroso e proprio per questo ancora più spaventoso.
Il bambino non dovrà raccontare ciò che è successo, non dovrà parlarne con nessuno (perchè il pedofilo è un vigliacco di merda, in fondo sa che quello che ha fatto è male). Nasce qui la condanna al silenzio, al doversi tenere questa cosa dentro per anni (venti?) nascondendola talmente bene che solo anni di terapia e tanta sofferenza e lavoro interiore possono riportare alla luce. Le storie di abusi sessuali sono come reperti archeologici, a volte vengono alla luce per caso, perchè un terapeuta inciampa in una rabbia repressa che ti ha fatto ammalare di quella che tu chiami, per far prima, depressione.

Un mio bravissimo collega mi ha spiegato che, in questi casi di abusi, ciò che fa ammalare è la rabbia di essere stati ingannati, perchè quella persona ti aveva promesso un giro al lunapark e poi invece la macchina si era fermata in parcheggio e lui ti aveva messo le mani addosso. La rabbia di non essere stati difesi dai genitori; dalla mamma che ti aveva inconsapevolmente lasciato andare con lui perchè di lui si fidava, come non avrebbe potuto, era suo padre. Del babbo, il tuo supereroe, che in quel momento non era lì a difenderti, a prendere a pugni l'orco e farlo a pezzi.
La rabbia di non poter raccontare nulla a mamma e papà perchè mai ti crederebbero, ti hanno indotto a credere, e poi sei consapevole che succederebbe un pandemonio familiare se tu parlassi e tu hai paura di queste cose.
La rabbia di essere stata ingannata e circuita, di essere rimasta paralizzata senza il coraggio di ribellarsi a quelle mani e il senso di colpa che ora ti opprime per non averlo saputo fermare. Sembra incredibile ma tutta la colpa del crimine della pedofilia ricade sempre sulla vittima, che si sente sporca, contaminata, indegna da quel momento di poter essere toccata in maniera pulita e sincera, da qualcuno che la ama veramente.

La rabbia che ho descritto, che nasce da un ricordo nascosto negli anni e quasi completamente rimosso nell'inconscio se non per pochi frammenti indistinti, ti porta alla depressione, al non trovare una via di uscita alla tua vita che non sia la fine, perfino la morte. Nei miei anni peggiori immaginavo il mio futuro come un muro nero. Niente altro e nient'altro al di là del muro se non il vuoto.
La cosa peggiore è che non riuscivo a dire perchè stessi così male. Sapevo di avere qualcosa dentro, qualcosa che cercavo di vedere ma non riuscivo a focalizzare. Intuivo che era qualcosa di traumatico, dal rancore che provavo verso mio padre per il fatto che non aveva potuto difendermi allora (ma come avrebbe potuto visto che non sapeva nulla?) e come esponente della categoria uomo, fino al vero e proprio terrore che mi provocava lo stare in un'auto con un uomo, anche ora che ero ormai adulta.
La depressione ad un certo punto mi ha salvata, mi ha portato a chiedere aiuto, la terapia mi ha fatto ricordare, i miei hanno saputo ed è stato un dolore anche per loro. Un tuono a ciel sereno. Una scossa di terremoto.
Una cosa sia chiara, anche un genitore che viene a sapere cosa è successo al proprio figlio subisce una violenza e un dolore enormi, per chi avesse ancora qualche dubbio sui danni che provoca la pedofilia, non solo ai bambini. E il senso di colpa per aver dato loro comunque un dispiacere non ti lascerà mai più.

Ho detto altrove che la pedofilia, soprattutto quella famigliare, è come la mafia perchè condivide con essa l'omertà e ne sono convinta.
Il crimine della pedofilia a volte è compiuto da una sola persona, che per puro caso càpita al bambino di incontrare sulla sua strada, il classico "maniaco" di cui si parlava una volta. Più frequentemente però il pedofilo, se si annida in famiglia, può contare su complicità, silenzi, omertà appunto, che fanno si che il crimine rimanga come una tara familiare e si perpetui nelle generazioni successive.
Quando parlo di omertà e pedofilia familiare so di cosa parlo perchè se qualcuno nella mia famiglia avesse parlato prima e avesse messo in guardia chi di dovere, io non mi sarei trovata nei guai.
Quando ho riesumato i miei cadaveri dall'armadio ho parlato e ho messo in guardia chi aveva bimbe piccole. Non mi importa se sono stata poi accusata di spargere fango sulla famiglia, di essere una pazza che inventava storie assurde e di lamentarmi tanto quando "in fondo non ero mica stata violentata". Capite perchè parlo di omertà mafiosa? Guardatevi quel bellissimo e crudo film che è "Festen" che parla di un figlio che ha finalmente il coraggio di parlare degli abusi del padre pedofilo ad una cena di famiglia.

Ho voluto raccogliere l'invito di Psiche e soma e raccontare la mia esperienza personale perchè sono sempre più convinta che per difendere i bambini dalla pedofilia la prima cosa è rompere la catena del silenzio, smascherare i colpevoli, identificarli e metterli di fronte alle proprie responsabilità. Chi protegge un pedofilo magari solo per stupidità o per ipocrisia è altrettanto colpevole.
Non ci si può trincerare dietro la vergogna, il riserbo e la paura del giudizio degli altri. Parlarne per informare gli altri e forse evitare guai ad altri bambini è un dovere morale. E' un coming out che può salvare la vita a degli innocenti.

La campagna "Blogger contro gli abusi sessuali sui minori" verte in particolar modo sul fare informazione.
I bambini vanno informati senza terrorizzarli e mi rendo conto che non è facile e vanno soprattutto educati a raccontare sempre ciò che gli capita ai genitori. Dire al proprio figlio: "qualsiasi cosa ti capiti che tu senti brutta vieni a raccontarmela, qualsiasi cosa sia e chiunque sia coinvolto, io sarò sempre pronta ad ascoltarti e ti crederò". Se si ha la possibilità di buttare fuori subito con qualcuno che si ama un'esperienza negativa sarà molto più difficile ammalarsene.

Dopodiché, forse, quando ci si rende conto di esserne comunque usciti, di essere riusciti ad imparare ad amare ed essere amati, di aver smesso di avercela con i genitori per non averti saputo difendere, di essersi riappropriati di una vita normale e soddisfacente con una persona meravigliosa che ti ama e che sei fortunata di amare, di essere tutto sommato anche a causa della sofferenza passata diventata una persona più vera e completa, si può anche perdonare.

Questo post aderisce all'iniziativa "Blogger contro gli abusi sessuali sui minori" di Psiche e Soma. Un ringraziamento a Comicomix per la vignetta (qui i codici per inserire il banner sui vostri blog). La partecipazione è aperta a tutti coloro che volessero condividere la propria esperienza o dire comunque la propria opinione sull'argomento. Parlarne è importante.

Articoli già pubblicati su altri blog
"Chi si può trovare dentro internet" - Semplicemente Lisa
"Ho sete per piacere”: i nostri bambini hanno sete del nostro affetto, della nostra attenzione, della nostra tenerezza." - Anna Vercors
"Il buco nero dell'umanità"- Riccardo Gavioso
"Lettera a un bambino che nascerà"- Un blog in due

14 commenti:

  1. La tua storia è preziosa.
    Grazie per averla resa pubblica, per il tuo coraggio e per le tue emozioni...
    un abbraccio forte
    Daniele

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  2. Sei splendida Lame. Domani pubblicherò il mio articolo (che è già pronto), e la tua esperienza si lega dolorosamente alle osservazioni che riporto io.

    Un abbraccio

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  3. La generosità e il coraggio di raccontare quello che ti è successo potrebbe aiutare ognuno dei nostri figli.
    Grazie

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  4. Anonimo21:36

    Attraverso un momento un po' così.
    Forse per questo sento gocce salte cadere sulla tastiera.
    Forse, più semplicemente, è la forza devastante della verità che spero apra gli occhi a tutti coloro che considerano la pedofilia una sciocchezzuola.
    Grazie di cuore per questo prezioso contributo.
    E un abbraccio. Con tutto il mio cuore.
    Carlo

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  5. mi permetto un abbraccio, per il coraggio, la fermezza, ma allo stesso tempo la delicatezza, che sei riuscita a mettere in questo bellissimo testo.
    Difficile scegliere tra le molte considerazioni: "la pedofilia è l'unico crimine la cui colpa ricade sulla vittima" la reputo uno dei migliori contributi in assoluto.

    un grazie di cuore

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  6. Anonimo01:16

    Premetto che non so come muovermi perchè sono analfabeta telematica. L'essenziale è che condivido in pieno l'iniziativa. Vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che l'abuso sessuale è doppiamente traumatico perchè la vittima viene invischiata in una relazione che è piacevole ed anche gratificante, rendendo la vittima "complice". E' la lusinga l'aspetto più rivoltante. Quando la vittima si rende conto il trauma è orrendo e devastante perchè si instaura il senso di colpa -che uccide l'anima- e la consapevolezza di essere stati oggetto di un'attività sessuale incongrua all'età ed all'esperienza. Io definisco i pedofili "assassini dell'anima". Nella mia pratica professionale ho incontrato pazienti con queste tragedie intime. Sono esperienze atroci anche per il terapeuta che si trova a confrontarsi con queste realtà. Fremo quando mi capita di sentire che la gente non crede che tizio o caio possano aver fatto certe cose... Mi indigno perchè spesso il pedofilo è un educatore o un personaggio che passa per essere persona onesta e corretta. A me è capitato di ascoltare un quarantenne che mi raccontava di un sacerdote che aveva abusato di lui; poi un trentenne mi ha raccontato una storia simile. Abitavano in due paesi vicini ed avevano avuto lo stesso calvario ad opera dello stesso personaggio in epoche distanti, cioè tra una vicenda e l'altra erano passati circa 20 anni. A conti fatti queste 2 persone avevano vissuto la stessa esperienza con lo stesso pedofilo. Tra loro i 2 non si conoscevano. Vi rendete conto? E non credo che in quel ventennio il pedofilo sia rimasto inattivo. Quanto agli abusi in famiglia... Ammiro il coraggio di chi è stato in grado di denunciare un fatto simile. Il primo paziente che ho psicoanalizzato era stato abusato dal cugino più grande di circa 5 anni. Tutti sapevano, ma nessuno ne parlava. Oggi, ho in terapia una donna che è stata abusata dai 3 fratelli maggiori...non sono pastori della selvaggia montagna che vivono tra pecore, no, no... stimati professionisti. Bisogna parlare, denunciare.. aprire il vaso di Pandora. Loro -pedofili, maniaci, pervertiti, chiamateli come vi pare- non devono più uccidere l'anima di nessuno.
    franca colonna
    francacolonna@virgilio.it

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  7. A tutti un abbraccio e un grazie per il commento che avete lasciato.

    @ daniele
    grazie a te per aver lanciato l'idea di questa catena di testimonianze, opinioni e commenti su un argomento mai troppo dibattuto.

    @ uyulala
    non vedo l'ora di leggere il tuo articolo. Ciao, a presto

    @ ciuchino
    forse è solo una goccia nel mare ma sarebbe troppo bello se potesse aiutare veramente.

    @ lisa
    i genitori non devono aver paura di affrontare l'argomento con i figli, che consiste nel metterli in guardia con dolcezza raccomandando loro di non tenersi mai dentro nulla. Grazie anche a te.

    @ carlo
    grazie e ricambio l'abbraccio.

    @ riccardo
    hai scelto il concetto chiave, forse. Ciao e grazie per il tuo commento.

    @ franca
    E' anche grazie a terapeuti con la tua sensibilità che si guarisce e ci si riappropria di una vita normale (però magari quando i begli anni della gioventù sono volati via). Un grazie di cuore perchè hai aggiunto degli esempi che fanno capire quanto l'aver parlato prima avrebbe potuto salvare le generazioni successive.
    Tutti sapevano ma nessuno parlava... come è vero!
    Vi sono altre modalità di reazione al crimine della pedofilia delle quali non ho parlato nell'articolo, per non farlo troppo lungo. Per esempio è possibile che si taccia e non si avvertano i famigliari del pericolo per inconscio desiderio di vendetta affinchè qualcuno condivida ciò che si è subito? Me lo sono chiesta spesso.
    Ancora grazie per il tuo prezioso commento.

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  8. Anonimo16:42

    un paio di lacrime mi hanno rigato il volto ... i sensi di colpa, la MAFIA di cui hai parlato è tutto vero ,mi ci rivedo in pieno,il piacere di cui parlavi l'ho provato, devo averlo desiderato e per questo mi punisco ogni giorno ...non ho mai voluto documentarmi per paura e voglia di dimenticare ,non so per codardia ...e quindi pensavo inconsciamente che il mio male fosse unico...per questo ti ringrazio.
    "in fondo non sono mica stata violentata " mio Dio quanto odio queste parole, non si ha idea di come ci si senta ,una mia zia ha detto ,al giorno d'oggi se andaste più accollate tutto questo non accadrebbe!!...la cosa terribile credo e che non accetto è la mia risposta :non mi sembra di usare magliette così scollate...avrei dovuto gridarle in faccia che davanti a mio padre avrei potuto girare nuda per casa...avrei dovuto!LA MIA CONDANNA!
    qualcuno penserà è ridicolo...nooooo...non fatelo anche voi,credetemi ed è accaduto in una famiglia apparentemente rispettabile
    credo di dovermi fermare gli altri sono particolari che mi fanno troppo male
    a presto cassandra

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  9. Pur non avendo mai avute esperienze dirette, io nei confronti dei pedofili provo un sentimento che non può definirsi solo rabbia, ma odio anche se è assurdo odiare in astratto.
    S fosse successo qualcosa ai miei figli credo sarei stata capace di uccidere.
    La pedofilia è l'unico reato per il quale invoco pene severissime.
    Domani cerco di aderire all'iniziativa

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  10. @ cassandra
    come ha detto prima franca colonna:
    "...una donna che è stata abusata dai 3 fratelli maggiori...non sono pastori della selvaggia montagna che vivono tra pecore, no, no... stimati professionisti."
    Ecco, anche tu dici che è successo in una famiglia normale. A volte si dice, per allontanare il problema da sé che queste cose succedono soltanto in condizioni di povertà, di disagio.
    No, succedono nelle tranquille case borghesi, anche nei piani più alti.
    Ti ringrazio veramente di cuore per il coraggio di testimoniare la tua sofferenza. Non sai quanto ti capisco... un abbraccio

    @ franca
    io ho parlato di perdono. La persona che mi ha fatto del male ormai è morta e sepolta. Non la odio più. Ce l'ho con coloro nella mia famiglia che mi hanno ostracizzata per aver osato parlare. Lui era un malato, sicuramente. Sono convinta che chi abusa sia stato in moltissimi casi abusato a sua volta. Per questo è fondamentale spezzare la catena.
    La rabbia prende anche me, quando ad esempio si parte dal presupposto che il bambino stia inventando le cose, menta per danneggiare un povero adulto. Ecco, in questi casi divento una belva e capisco la tua rabbia.

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  11. Anonimo20:01

    vorrei che le persone coinvolte capissero come sento vorrei avere la certezza che la giustizia possa protteggere altri bambini che potrebbero subire gli stessi traumi ma la speranza che possa essere così si affivolisce sempre di più vorrei uscire dall'anonimato ed avere la forza di affrontare le persone che per me sono altrettanto colpevoli che hanno coperto la vicenda. questa è la mia storia avevo bisogno di tirarla fuori. In una nota società sportiva delle ragazze hanno subito abusi sessuali per anni che sono poi culminati nella violenza sessuale. Affrontiamo uno per uno i motivi del mio disgusto innanzitutto sono inorridita dal fatto che gli abusi e le violenze sono avvenute in un ambiente che molti di noi considerano sano dove le persone addette ad educare venivano ritenute di sani principi morali, infatti le famiglie si fidavano ciecamente di queste persone affidandogliele in varie occasioni ed era proprio in quelle occasioni che avevano luogo gli abusi. Facendo alcune ricerche su internet sembra che in fin dei conti questa sia la norma ovvero la maggior parte degli abusi avviene in luoghi in cui la ragazza o il ragazzo (precisazione necessaria visto che gli abusi avvengono tanto alle ragazze che ai ragazzi)si sentono al sicuro,e i carnefici sono spesso coloro che dovrebbero educare e proteggere le vittime da presunti malintenzionati. Già perché anche se le statistiche parlano chiaro ovvero nel 90% dei casi il carnefice è un conoscente, un amico,un parente ecc, abbiamo paura di andare in giro di strada di notte perché i media ci parlano solo di questo tipo di violenze, per varie ragioni innanzitutto la vittima spesso non denuncia il proprio carnefice poi perché attaccare un extra comunitario è più facile che non un rispettabile educatore, cosi scateniamo le coscienze contro extra comunitari drogati ecc. e poi un educatore farà di tutto per coprire le proprie colpe ed ha i mezzi per farlo, così mi ricollego alla società sportiva di cui parlavo, un educatore abusa delle ragazze e l’altro che avrebbe dovuto proteggerle fa finta di niente e fa si che questi episodi non escano al di fuori della società ovviamente l’immagine e il buon nome della società vengono prima di tutto. Già se non si viene a sapere è come se non fosse mai successo, cosi il pedofilo può rimanere in quella stessa società ancora per un anno perché non è conveniente cacciare via un educatore a stagione agonistica già iniziata il rendimento agonistico degli altri atleti potrebbe risentirne, le famiglie potrebbero insospettirsi ed iniziare a fare domande. in fondo zittire delle quattordicenni che non ne hanno mai parlato fino a quel momento è facile,( Le ragazze sono devastate e non riescono a tirare fuori neanche una parola con i propri genitori o con gli amici,probabilmente perché subiscono abusi da sei anni già ed erano talmente piccole che il pedofilo ha fatto credere loro che il senso di sporco che provano dentro è colpa loro),se vengono coinvolti i genitori la situazione diventa più difficile da gestire. Interessa? Vi state arrabbiando? Non è finita il pedofilo viene cacciato e fonda un’altra società. Alcune delle ragazze ne parlano con i genitori e scatta la denuncia intanto sono già passati 3 anni ma qualcuno delle vittime è ancora minorenne e si ritrova a dover dichiarare ad un estraneo quello che le era successo ed alcuni dei genitori fino a quel momento allo scuro di tutto vengono a sapere dalla polizia cosa era successo alla figlia ed iniziano a spiegarsi perché era sempre arrabbiata o depressa e non aveva amici. Dopo la denuncia più niente il pedofilo continua a farsi gli affari suoi ed io penso anche i suoi porci comodi nella sua società, nessuna condanna, sono passati dieci anni e quella vaga speranza di giustizia inizia a svanire. Vi sembra abbastanza?c’è la ciliegina sulla torta! il pedofilo che era stato cacciato collabora con la vecchia società e quando una delle vittime chiede spiegazioni, tra le tante confuse, vaghe spiegazioni che le vengono date quella più interessante è: i genitori dell’altra società vogliono questa collaborazione per proteggere i propri ragazzi. ALT se non erro dieci anni fa nessuno di voi è stato in grado di proteggere le ragazze ad essere sincero non ne avete avuto neanche voglia,perché se aveste avuto voglia avreste preso una posizione concreta e avreste cacciato subito dalla vostra società un verme del genere e se ne foste stati capaci lui sarebbe già in galera e non sarebbe necessario proteggere più nessuno. grazie per l'inziativa

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  12. scusa se ti rompo le scatole due volte ma potresti cambiare il link anche qua? :)
    http://www.psichesoma.com/iniziativa-blogger-contro-gli-abusi-sessuali-sui-minori/

    PS cavolo che bei post che hai fatto! Mi emoziona rileggerli!

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  13. Anonimo20:07

    Brava Lame, sei grande, complimenti. Ma cosa proponi per questa gente? li mettiamo fuori dopo due mesi di galera? due anni? venti anni? Li castriamo come maiali? chimicamente? O ripristiniamo la pena di morte?

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  14. Grazie per la condivisione: adesso alcuni aspetti delle mie modalità di reazione agli eventi è più chiara soprattutto la rabbia verso mio papà. Non ho la stessa esperienza, ma evidentemente gli effetti delle invasioni alla propria intimità sono simili. Daniele

    RispondiElimina

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