Non si scriveranno più lettere d'amore ma quelle minatorie vanno ancora forte. Non saranno più quelle con i caratteri ritagliati dai giornali "SiGnoRa, siEte quaSi veDoVa" ma sono ugualmente efficaci. E se a scriverle sono i padroni delle banche, ovvero del mondo, quelli se le firmano pure, senza vergogna ma proprio con orgoglio.
Buttiamola pure in ridere ma intanto ne sono già state rivelate due, di lettere, inviate entrambe il 5 agosto del 2011 da Francoforte a governanti europei, casualmente appartenenti alla periferia dell'eurozona, in quei giorni tormentati dall'inedito spauracchio dello spread.
Oltre a quella già nota inviata a Berlusconi, firmata Jean-Claude Trichet e Mario Draghi, rispettivamente l'ex e l'attuale presidente della BCE, ne è spuntata in questi giorni un'altra, inviata a José Luis Rodriguez Zapatero e al capo della Banca Centrale spagnola sempre in quella data e della quale dà notizia l'ex premier spagnolo nel suo libro appena uscito "El Dilema" (non D'Alema, mi raccomando).
Secondo Karl Whelan di Forbes, inoltre, ne esisterebbe almeno un'altra ancora, sempre firmata da Trichet, inviata al ministro delle finanze irlandese Brian Lenihan il 12 novembre 2010, il cui contenuto non è ancora stato rivelato dalla BCE nonostante pressanti richieste in tal senso. Non vi sarebbe da meravigliarsi se prima o poi scoprissimo altri destinatari delle attenzioni grafomaniache di Jean-Claude.
Il contenuto di queste missive scritte ai minatori è sempre lo stesso: accettate i cambiamenti strutturali al welfare ed alle politiche di finanza pubblica che veniamo noi con questa mia addirvi o noi, la BCE, non vi comperiamo i titoli nazionali, vi scateniamo lo spread e non scuciamo gli sghei per le vostre banche.
Nonostante Mario Draghi abbia affermato durante una conferenza stampa nel 2012 che il compito della BCE non è quello di costringere i governi a fare cose che essi non abbiano scelto liberamente di fare, la sensazione, leggendo il contenuto nemmeno troppo criptico delle lettere, è proprio quella brutta brutta del pizzino ricattatorio in piena regola.
Senza contare che, di fatto, dopo quelle lettere, i governi in carica e democraticamente eletti di Italia e Spagna sono caduti, entrambi a novembre. Quello spagnolo tramite una sconfitta elettorale a seguito di elezioni anticipate indette in estate sotto i colpi dello spread e le scampanellate del postino; quello italiano nel modo bizzarro che ricordiamo, con il Presidente della Repubblica che il nove novembre crea un senatore a vita dal nulla, Mario Monti e, mentre Berlusconi lascia precipitosamente Palazzo Chigi bianco come un cencio il 12 novembre 2011, il 13 lo nomina il neo-senatore capo del governo "tecnico".
Non oso pensare che viavai di pony express vi sarà stato tra il 2009 e il 2010 tra Francoforte ed Atene e in occasione dell'altrettanto burrascoso cambio di governo in Grecia il 10 novembre 2011, tra dimissioni di Papandreu e instaurazione del governo tecnocratico (aridaje) di Lucas Papademos (ex vice-presidente della BCE, ari-aridaje). Per non parlare del Portogallo, sul cui destino post-bailout c'è da leggere questo bellissimo post sul blog Orizzonte48.
Le rivelazioni su quel 2011 assai movimentato rischiano di diventare un fiume in piena. Attorno alla lettera inviata a Berlusconi in agosto e svelata il 29 settembre dal Corriere della Sera di De Bortoli (che bel regalo di compleanno per il premier!), è nata una vera e propria leggenda nera su chi ne avesse suggerito, da Roma, l'invio; qualcuno sussurra il nome, tra gli altri, di Brunetta. Stefano Feltri ha ricostruito la faccenda in questo articolo sul "Fatto Quotidiano". Anche Giulio Tremonti ne ha parlato in una puntata del programma di Santoro.
Non solo, ma vi sono state di recente anche le rivelazioni di Lorenzo Bini Smaghi, dimessosi dal consiglio della BCE - indovinate quando? - il 10 novembre 2011, dopo una prolungata guerra combattuta a seggiolate tra BCE, Francia e governo Berlusconi.
Non solo, ma vi sono state di recente anche le rivelazioni di Lorenzo Bini Smaghi, dimessosi dal consiglio della BCE - indovinate quando? - il 10 novembre 2011, dopo una prolungata guerra combattuta a seggiolate tra BCE, Francia e governo Berlusconi.
Nel libro "Morire di austerità", Bini Smaghi allude al fatto che la caduta di Berlusconi possa essere stata provocata da una presunta sua volontà di portare l'Italia fuori dall'eurozona. Ipotesi confermata anche dal presidente dell’istituto statistico tedesco Ifo, Hans-Werner Sinn, che ha affermato che l’ex premier italiano aveva minacciato, in colloqui privati con altri capi di governo, di far uscire l’Italia dall’euro pochi giorni prima di essere costretto a dimettersi.
Sempre Zapatero nel suo libro ha raccontato delle pressioni subite da Italia e Spagna il 3 novembre, durante il G20 a Cannes, in Costa Azzurra.
Merkel e Obama cercano di convincere italiani e spagnoli ad accettare l'aiuto del FMI (50 mld alla Spagna e 85 mld all'Italia). I due premier resistono e rifiutano, consapevoli che il prestito avrebbe rappresentato la cessione definitiva della sovranità e l'obbligo di adottare misure di rigore inaccettabili. Tremonti, secondo i ricordi di Zapatero, avrebbe affermato in quell'occasione: "Conosco modi migliori di suicidio".
Ancora, di Monti premier si parlava nei corridoi del G20 ma ora si comincia ad ammettere che il governo tecnico fosse già in preparazione da almeno sei mesi.
In effetti pareva assai strano che una persona, appena nominata senatore a vita, in tre giorni ti scodellasse un governo bell'e pronto, zeppo di pezzi da novanta delle banche ognuno con una carriera da dover accantonare momentaneamente per andare al governo e reclutati senza avere nemmeno il tempo di preparare una valigia con un cambio e lo spazzolino.
Sempre Feltri racconta:
"In una riunione lunedì 18 luglio, nella sede della banca Intesa Sanpaolo, ci sono Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza, l’editore di Repubblica Carlo De Benedetti, Romano Prodi, il banchiere vaticano Angelo Caloia e il futuro ministro Corrado Passera, allora capo azienda di Intesa. Monti, come suo stile, si mette a disposizione ma soltanto nel caso ci sia un consenso generale dietro il suo nome, non vuole imporsi ma essere imposto."
Che delicatessen! E sono sempre gli stessi, se fate caso, che girano attorno al tavolo, cambiando di posto solo per avere una tazza pulita, come al té del Cappellaio Matto.
E, ovviamente, è solo una coincidenza che Trichet sia il successore di Mario Monti come Chairman europeo della Commissione Trilateral, della quale faceva parte anche Enrico Letta e fa ancora parte Lucas Papademos, il Monti greco.
Con tutta evidenza, nel 2011 vi è stato qualcosa di assai simile ad una manovra a tenaglia delle più alte istituzioni finanziarie condotta per mano della BCE per interferire nelle sovranità nazionali dei paesi maggiormente colpiti dalla crisi, con l'aiuto di istituzioni e potentati locali - i famosi suggeritori romani della lettera - il tifo dei giornali mainstream (ricordate il patetico "FATE PRESTO!" dalla gazzetta salmonata?) e qualcosa che assomiglia pericolosamente ad un alto tradimento da parte delle più alte autorità dello Stato, del "comunista preferito" di Kissinger in primis.
E se volete il movente di questa specie di "Golpe senza Frontiere" ricordatevi cosa diceva Jesus circa la necessità di salvare a tutti i costi la moneta unica ed evitare l'unione politica europea che l'avrebbe solo danneggiata. Perché l'euro serve ad incatenarli tutti e a favorire, grazie ad un opportuno evento catalizzatore come una crisi finanziaria globale, le "RIFORME". Ovvero la Restaurazione reazionaria. Non è mica un segreto. Ve lo scrivono e se glielo chiedete ve lo dicono anche in faccia.
Post Scriptum
Esistono i complotti.
Esistono le teorie del complotto, quasi sempre volutamente ridicole, per le quali tutto nasce da un complotto.
Esistono poi coloro che per principio mettono in ridicolo le teorie del complotto e sostengono, generalizzando, che i complotti non esistono.
Mentre complottisti e debunkers si prendono reciprocamente per i capelli, i complotti hanno luogo indisturbati. (autocit.)