sabato 29 settembre 2018

"Immunità di legge" e l'eroismo della conoscenza


Non capita tutti i giorni di finire di leggere un libro e ricominciarlo subito da capo per cercarvi, riuscendoci, ancora ulteriori spunti di riflessione ed altri ancora. A me è capitato pochissime volte e l'ultima è stata con questo libro scritto a quattro mani da "Il Pedante" e Pier Paolo Dal Monte, "Immunità di legge", uscito martedì scorso e che ho avuto il piacere e l'onore di poter leggere, in prima lettura, in anteprima. 
Questo volume è un altro passo avanti verso quella riappropriazione del proprio destino attraverso la rivendicazione del puro e una volta scontato principio di realtà, ora divenuto eversivo anche se solo nominato, che persone diverse per formazione e provenienza culturale stanno perseguendo con una tenacia e dedizione che non si può far altro che definire eroica. L'eroismo della rivendicazione della conoscenza come salvezza, dell'unica luce che illumina queste tenebre della depressione indotta, della premeditata e scientifica, in senso mengeliano, privazione di un futuro per i viventi questi tempi mummificati.

Il nuovo secolo, incistato nel pensiero a senso unico inverso, lungi dal vergognarsene,  si vanta di voler divenire per la scienza o, più semplicemente, per la Conoscenza, ciò che il Seicento fu per la letteratura italiana. Un secolo in standby, oppresso dalla cappa della censura, in attesa di chissà quale rivoluzione culturale che lo scuota dal torpore e lo liberi dalle catene troppo spesso autoimposte. Mala tempora currunt.
Il progresso, imboccata la via della regressione maligna verso l'a-civiltà autodistruttiva e teso alla mera ricerca del profitto attraverso il suo braccio politico, sta implodendo su sé stesso, lentamente ma inesorabilmente. Il pensiero in tutte le sue declinazioni è imprigionato in una sorta di incantesimo malvagio, langue nel torpore da fumeria d'oppio di tempi dove l'omologazione al nulla e la conseguente tendenza all'autoannichilimento sono ormai la norma. 

Da quanto tempo non si contano più scoperte scientifiche, non si inventa più nulla e non ci si evolve che dalla versione 2.0 alla 3.0, 4.0 e così  via, fino a limitarsi a riciclare idee del passato o a stravolgerle in senso opportunistico, secondo le esigenze di mercato del momento? 
La tetraplegia della scienza, la sua impotenza di fronte ai tribunali dell'Inquisizione del tardo capitalismo è forse l'aspetto più inquietante e inedito di quest'epoca che sembrava essere, appena qualche decennio fa, inarrestabile nella sua corsa verso la conoscenza di ogni cosa. Purtroppo invece la tecnologia è mutata in tecnocrazia, la quale può anche decidere che il progresso scientifico al servizio del miglioramento delle condizioni di vita delle persone, non è necessario o vantaggioso. Magari perchè "costa" e "non ci sono i soldi". 
Pensiamo al destino della ricerca per le malattie rare, alla quale si preferisce la moltiplicazione delle malattie inesistenti, dei falsi positivi e in definitiva la cronicizzazione della malattia e la fidelizzazione a vita del malato. Life without parole. Ergastolo senza condizionale. La "pillola per la pressione" a vita.

In alcuni casi, per disturbi psichiatrici come la depressione, si può scoprire che essa è funzionale a spegnere i bollori di popolazioni sempre più insoddisfatte dallo status quo e decidere di rendere inaccessibili i farmaci che dovrebbero curarla e magari una volta la curavano davvero e sostituirli con altri inefficaci o perfino dannosi.
Il farmaco scartato come antidepressivo, magari perché induceva al suicidio qualche paziente di troppo, può essere riciclato ora come pillola antifumo o "per dimagrire" ma anche malattie oramai quasi scomparse possono diventare di punto in bianco l'utile e perfetto spauracchio per imporre politiche di sanità pubbliche tese al controllo della società, naturalmente vendute, dal Grande Fratello, come "a fin di bene". Che il Bene sia il nuovo Male, ormai è evidente.

"Immunità di legge" non è un libro sui vaccini né tantomeno contro i vaccini. Utilizza la metafora vaccinale come chiave per offrirci la visione quasi intollerabile dell'attuale asservimento della scienza a scopi tutt'altro che scientifici. Perché il decreto Lorenzin, appunto, non riguarda i vaccini ma il concetto di trattamento sanitario obbligatorio. Quello che, in ambito psichiatrico, si riserva, come estrema ratio e con mille precauzioni di ordine morale e sociale, ai più riottosi e pericolosi malati di mente.
Come fanno notare giustamente gli autori, se l'introduzione del decreto aveva carattere emergenziale,  dovendo far fronte a chissà quale rischio pandemico mortale, l'unico motivo per il quale sarebbe, in linea di principio, giustificato il T.S.O. perché, di fronte alle rimostranze ed alle perplessità di opinione pubblica e medici, è stato poi ridotto il numero dei vaccini obbligatori da dodici a dieci? Forse perché non vi era alcuna emergenza pandemica? E perché minacciare, dichiarandolo apertamente, di voler togliere addirittura la patria potestà ai genitori che non vaccinassero i figli secondo i sacri protocolli? Una mostruosità e i cui autori si guardano bene dal rispondere alla domanda che ne scaturisce: "Toglierli ai genitori per affidarli a chi, a qualche Forteto"?

Se nessun bambino, nonostante lo zelo ideologico di alcune realtà locali, è stato finora allontanato dalla famiglia (e ci mancherebbe!) dall'inizio dell'anno scolastico il decreto Lorenzin sta di fatto impedendo a bambini sani di frequentare la scuola perché privi, per svariati motivi, della certificazione vaccinale prevista. Questa situazione più che incresciosa finora non ha trovato una vera volontà di soluzione da parte del governo in carica e in specie del ministro della Sanità Grillo,  la quale, nonostante i proclami pre-elettorali a riguardo, tergiversa, pasticcia e confonde le idee. Questo è un punto, gentile ministra, sul quale chi ha sostenuto quella coalizione, essendo la posta in gioco non quattro vaccini ma la conservazione della propria sovranitò corporea e mentale,  credo non sia disposto a transigere ancora per molto. 

Leggendo il libro, del resto, si può capire come dietro ai vaccini vi sia un combinato Totem e Tabù che coinvolge poteri e interessi al di là del raggio di azione del ministro di una lontana autoproclamatasi, grazie ad una serie di governi fantoccio, colonia dell'impero.
Il decreto Lorenzin è, tra l'altro, quasi la fotocopia della legge SB 277 della California, la più restrittiva degli Stati Uniti in ambito vaccinale, che anch'essa impedisce ai bambini di accedere alla scuola se privi di certificazione, che rende obbligatori una decina di vaccini e che fu varata nel 2015 sull'onda più emozionale che emergenziale di una epidemia di morbillo scoppiata a Disneyland l'anno prima. La solita politica del Patriot Act. E' l'emergenza che causa il provvedimento o viceversa? 
Chissà inoltre se il Bill Gates padrone di Microsoft che risulta essere, con i suoi 350 milioni di dollari, il maggiore finanziatore privato dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) attualmente concentrata come non mai sull'industria dei vaccini è lo stesso Bill Gates che ogni tanto paventa pandemie in grado di decimare la popolazione mondiale, invitando l'industria a mettere a punto sempre nuovi vaccini? Quella del creatore dell'unico sistema operativo vulnerabile ai virus e quindi dipendente dall'esistenza dei programmi antivirus, è una metafora sorprendente della sublimazione nevrotica; anche di coloro che, non essendo egli medico e quindi non titolato, secondo il primo postulato di Burioni, a parlare di cose mediche, non si sognano di dargli del somaro e di invitarlo ad andare a studiare.

Infine, non dimentichiamo che il decreto Lorenzin nasce dall'investitura dell'Italia ancora politicamente docile e passiva, sempre nel 2014, a guida per i successivi cinque anni delle strategie e campagne vaccinali nel mondo, su indicazione del Global Health Security Agenda(GHSA) svoltosi alla Casa Bianca. Nel comunicato successivo dell'AIFA compare la quasi ammissione della vera motivazione che potremmo definire “bellica” di queste politiche di vaccinazione di massa:

“Sul tema della salute dobbiamo rafforzare la cooperazione internazionale - ha affermato il Ministro Lorenzin - Il tema dei vaccini sarà una delle priorità durante il semestre italiano di Presidenza Europea. Il nostro Paese si trova al centro dell’area mediterranea e le molte crisi internazionali hanno portato a nuovi imponenti flussi migratori. È necessario rafforzare i controlli nei confronti di malattie endemiche riemergenti come polio, tubercolosi, meningite o morbillo. Se vogliamo evitare il collasso dei sistemi sanitari del Vecchio Continente dobbiamo rafforzare i processi di vaccinazione verso tutte le persone che vivono in Europa. L’Italia, attraverso l’operazione Mare Nostrum, ha svolto oltre 80.000 controlli sanitari negli ultimi mesi. Abbiamo già sufficiente esperienza per coordinare campagne di prevenzione contro nuove possibili epidemie”.
Ricordiamo sempre che Essi non potrebbero mai farlo senza i media che ci raccontano che "i migranti non portano malattie, casomai le prendono da noi", trasmutando il principio scientifico di precauzione della quarantena in pregiudizio razzista, ovvero in una questione morale, rovesciando il senso come è oramai prassi consolidata di questo regime tecnocratico.

E' quando però si addentra nella palude delle fallacie che sottendono ai provvedimenti liberticidi camuffati da periltuobenismo, che questo libro ti prende la testa, te la ficca sotto l'acqua gelida e ti fa passare qualsiasi residuo di sbornia indotta dalla propaganda. 
Ecco la Scienza sacrificata sull'altare del profitto dal furore inquisitorio di chi si arroga il diritto di dichiarare superato il metodo scientifico, ovvero l'insieme dei principi metodologici che rendono una ricerca valida fino a che non verrà dimostrato, da chiunque sia in grado di farlo, il contrario delle sue conclusioni. Quel principio democratico intrinseco all'esercizio della curiosità che è esattamente l'opposto, ancora in perfetto stile inversione del senso, del celebre assunto "la scienza non è democratica", proferito da chi si è autoeletto classificatore arbitrario dei propri colleghi selezionandoli brutalmente: di qua gli esperti, di là i somari. Questi ultimi destinati a far pelle di tamburo, ovviamente. 

Il metodo scientifico è ormai superato e sostituito dall'appartenenza non solo al clero accademico ma al sistema politeistico degli dei e semidei unti dalla Sacra Intuizione. Quella che "i vaccini sono assolutamente sicuri", ad esempio. L'autorevolezza sostituita dall'autoritarismo ad auctoritate. Il tribunale dell'Inquisizione si occupa degli eretici e dei nemici della Fede. Una ricerca scientifica non deve dimostrare qualcosa, deve solo assoggettarsi al sistema di valori ed alle priorità prestabiliti. Chi la redige deve appartenere al clan, utilizzare le parole d'ordine, dimostrare la propria indiscussa fedeltà al dogma. 

Come tutto ciò rappresenti la morte della Scienza e la spiegazione del suo stato di attuale immobilità è evidente, ma il libro lo dimostra rendendoci democraticamente gli strumenti cognitivi senza i quali potevamo perfino andare ancora avanti per anni non accorgendoci che qualcosa non funzionava e pensando che stesse andando tutto va bene.
Per riappropriarvi della conoscenza, tutto ciò che dovete fare è accendervi e sintonizzarvi su questo libro. 

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