martedì 29 settembre 2015

La dittatura globale in crosta di umanitaresimo


Sarà pure un curioso fenomeno percettivo o un insieme di coincidenze ma, oramai, ovunque ci giriamo e ogniqualvolta sentiamo un giro di vite alla garrota che abbiamo stretta attorno alla gola, di mezzo c'è qualcosa o qualcuno che fa capo all'ONU, ad una delle sue proteiformi agenzie intergovernative ed alle innumerevoli organizzazioni non governative che ad essa si rifanno e si ispirano.

Organizzazioni intergovernative e non governative. Nessuno dei loro membri ha ricevuto un mandato diretto rappresentativo di legiferare su questioni che diventano sempre più cruciali e che hanno a che fare con i principi fondamentali della governance mondiale e sempre più con gli aspetti più intimi della convivenza umana. Eppure governano eccome, scavalcano i governi locali, si impongono, si impicciano, si intrufolano nelle case, nei conti correnti, nei letti, nelle scuole, nelle chiese, nelle famiglie, negli stomaci, nella mente, negli ospedali, percolano dalla televisione e da internet, si incarnano nell'ideale di quell'umanità parassitaria invadente e nociva che è stato stabilito dovrà sostituirci, prima di essere spazzata via essa stessa senza alcun rimpianto quando avrà portato a termine lo scopo di livellare verso il basso della povertà e dell'assenza di tutela chi una volta era benestante e portatore di diritti. 
Per farlo, hanno a disposizione un esercito di pupazzi, inviati, rappresentanti, testimonial, paraventi, paraculi, sicari, mangiamorte e terminator.

Tutto ciò che l'ONU fa è dichiaratamente a fin di bene e a favore dell'Umanità. Anzi, è quanto di meglio possa esistere per la difesa della Pace, dei Diritti Umani e di tutto ciò che è Buono. E' questa la trovata del millennio. Ci cascano tutti.
Eppure, giusto per fare qualche esempio frutto di una rapida e non certo esaustiva ricerca su Google, i suoi soldati stuprano bambini o fanno finta di non vedere chi li stupra. Con la scusa della difesa delle donne attenta continuamente alla libertà di espressione. Designa l'Arabia Saudita alla difesa dei diritti umani. Impone la sua visione del mondo che è quella dove vi sarà solo un enorme meticciato diffuso e i popoli europei non avranno a disposizione nemmeno le riserve concesse a suo tempo ai nativi americani.
Di fatto promuove ed auspica un genocidio, ricavandoci pure qualche picciolo, ma lo chiama difesa dei rifugiati che, a guardarli bene, rifugiati non sono.  Tra i suoi tentacoli vi è anche l'IMF che avvince i popoli nell'incauto credito, li affama e poi li strangola con i suoi vincoli monetari.
Non basta? Ha lasciato che più di settanta sue risoluzioni sulla Palestina venissero bellamente ignorate dai padroni del mondo e dai loro figlioli viziati, però concede ai palestinesi di far sventolare finalmente una bandiera. Vuoi mettere la soddisfazione? 

E' strano come il logo dell'ONU, visto da una certa prospettiva, assomigli ad una ragnatela che ha catturato i continenti e le nazioni ed attende solo di poterseli digerire in pace. 
E il ragno? Non si vede ma c'è.

mercoledì 23 settembre 2015

Tu chiamale se vuoi emissioni




Gli americani hanno scoperto lo scandalo Volkswagen testando le emissioni delle auto o intercettando la Merkel?


Morale: Don't mess with the Empire.

Voi esattamente cosa intendete per vera sinistra?

Il ganascino. Come si faceva ai bimbi.



1. Stanno diligentemente eliminando il ceto medio.

2. Perseguono la proletarizzazione forzata del popolo attraverso il Grande Balzo all'Indietro della         deindustrializzazione.

3. Sono nemici della cultura e di tutto ciò che è identitario a meno che non sia di sinistra.

4. Idolatrano la globalizzazione perché in essa non vedono altro che l'Internazionalismo.

5. Odiano la patria, il concetto di nazione ed i loro concittadini.

6. Perseguono il genocidio culturale del proprio popolo e la sua sostituzione con popolazioni straniere anche ostili.

7. Applicano una leva fiscale insostenibile che serve scientificamente ad assolvere ai punti numero 1, 2 e 7 e non escludono di poter fare anche di peggio.

8. Sognano di abolire, limitare, correggere, estendere, caso per caso la proprietà privata, come sta scritto in uno dei loro testi sacri di riferimento.

9. Applicano la dittatura delle minoranze piagnone che impongono le loro devianze come modello comportamentale ed educativo e che loro poi tramutano in leggi dello Stato.

10. La patrimoniale è il loro reagente specifico.

11. Sono mossi unicamente dall'ortodossia ideologica ed i loro seguaci si sentono obbligati a votare per appartenenza.

12. Sono per l'economia di mercato ma dove detengono un potere locale monopolistico attraverso le loro società cooperative, esse possono agire in regime di abuso di posizione dominante ed in spregio alle leggi della concorrenza proprie dell'economia di mercato.

13. Tutti i mezzi di comunicazione sono asserviti alla loro ideologia e l'uso della propaganda è sfacciato, continuo e sempre più pervasivo

14. Celebrano il culto della personalità del proprio leader.

15. Promuovono l'adesione incondizionata al buonismo totalitario globale.

16. Con i neocon condividono le origini trotzkiste.

17. Quando si va alle elezioni minacciano che se non si vota per loro vincono le destre.

18. I governanti che soddisfano tutti i punti precedenti si autodefiniscono di sinistra.

19. La loro canzone preferita è "Bella Ciao" ed hanno sempre il partigiano in canna.

20. Si comportano da governo di occupazione, perseguendo gli interessi degli occupanti a detrimento di quelli del loro popolo.

21. Si adoperano continuamente per limitare la democrazia del proprio paese.

22. Il loro modello di governo è quello dirigista-tecnicista.

23. Chi non è con loro è fascista.

24. Mario Monti si è definito di sinistra.



Ora ditemi, quindi. Cosa intendete esattamente voi quando dite: "Eh, ma questa non è (più) (vera) sinistra?"
Che cazzo di problemi avete?

domenica 20 settembre 2015

La campana di Bashar




La Siria. La guerra in Siria. I profughi siriani che "gattonano verso la libertà" (© L'Unità). 
Sapevate però che delle migliaia di migranti che si stanno ammassando sul lato Est dell'Europa e che non la danno a bere ad Orban, a Zeman e ad altri governanti europei fuori dal recinto dell'euro, solo 1 su 5 è veramente siriano? 
Eppure ci ripetono di continuo che scappano da Assad, da colui che "ha gettato le armi chimiche sul suo stesso popolo"
Ecco, se mi è venuta una voglia impellente, da donna incinta, di sentire la campana di Bashar al-Assad è stato proprio grazie alla prof di italiano che, l'altra sera, in uno dei pollai televisivi della Repubblica di Salotto, ha potuto fare indisturbata questa affermazione, destinata a cadere poi  miseramente dopo poco, sotto i primi colpi di fact checking della rete. Succede, a fidarsi di chi possiede certi curricula.

Tornando ad Assad, sentirete che il concetto che pronuncia più di frequente durante l'intervista con i russi è lotta al terrorismo. In effetti il suo è l'ultimo governo laico che cerca di resistere in Medio Oriente agli attacchi del terrorismo islamico. Quello famoso con il quale dovremmo essere in guerra per almeno altri vent'anni, dopo l'attacco dell'11/9 e che invece - seguite il ragionamento - viene sostenuto, finanziato e protetto dall'impero e dai suoi sopra e sottocoda affinché sconfigga gli unici governi laici del mondo arabo che si oppongono al terrorismo come espressione del jihad.
Come scrive Magdi Allam nel suo ottimo ultimo libro "Islam. Siamo in guerra", è veramente difficile capire quale gioco stiano giocando USA e Israele, sostenendo l'islam radicale, sia che si tratti di Fratelli Musulmani o ISIS ma comunque di seguaci dell'unica legge da seguire e possibilmente imporre anche al resto del mondo, ovvero la sharia.



Il video copre solo una parte dell'intervista, che trovate per intero qui, senza traduzione italiana. 
Se pensate che dei giornalisti russi non siano abbastanza imparziali per i vostri gusti delicati, beccatevi l'intervista ad Assad del 2013 di madonna Monica Maggioni.



Giustamente però si potrebbe obiettare che Bashar, con quella bocca, può dire ciò che vuole, e bisogna quindi ascoltare il suo popolo, quello che, secondo la prof di italiano, dovrebbe considerarlo un dittatore sanguinario dalla bombola di gas sarin facile.
Ecco quindi un altro video, di una ragazza siriana che parla a Belgrado durante una manifestazione del partito nazionale serbo Orbaz. Sarà pure una militante di qualche tipo ma dice cose interessanti anche per noi, che vi traduco.


"La Siria è un paese con una forte identità nazionale che, prima di questa guerra, non produceva profughi. Quelli che affollano le stazioni per raggiungere la Germania non sono i veri siriani che combattono in patria. Come mai il resto della popolazione siriana non fugge ma resta a combattere?
Dei veri profughi cercherebbero rifugio nel più vicino posto sicuro, non partirebbero per la Germania e non ingaggerebbero collutazioni con la polizia ungherese.
Perché, se l'Europa non vuole i profughi, non fa in modo di rimuovere le sanzioni al popolo siriano che sono già costate alla Siria 143 miliardi di dollari?
Perché l'agenda dell'Occidente non prevede l'aiuto all'esercito siriano per sconfiggere il terrorismo e rendere la Siria di nuovo un luogo sicuro? Perché con i fondi per i profughi non ricostruiscono invece le case distrutte? Stanno portando via proprio le persone che potrebbero ricostruire il paese. Vogliono spezzare la Siria e il popolo siriano. Vogliono rubare i medici siriani e i nostri migliori studenti e provocare una fuga di cervelli. Dall'altra parte, le multinazionali vogliono solo forza lavoro a basso costo, in modo da abbassare i salari.
La Siria ha già perso 100.000 soldati contro l'estremismo e non ho sentito l'Occidente piangere per loro, né dichiarare di voler aiutare coloro che resistono e combattono assieme alle loro famiglie. Tra coloro che fuggono ci sono molti jihadisti e pagano migliaia di euro per farlo. In effetti, con quello che pagherebbe una famiglia di cinque persone per raggiungere l'Europa, potrebbe comperarsi una casa in una zona sicura della Siria, iniziare una nuova attività e vivere bene.
Non sono profughi, quindi, ma migranti economici.
Del resto, dopo cinque anni di guerra le nostre coste sono ancora pattugliate e difese e non una singola imbarcazione di migranti lascia i nostri porti.
Un altro problema di questi giorni è la cacciata dei cristiani dalla Siria, ovvero da una delle prime terre cristiane, e questo assomiglia molto a ciò che accadde già in Serbia. Attaccano la nostra identità, la nostra unità e la nostra sovranità.
Dobbiamo combattere assieme i politici che promuovono il nuovo ordine mondiale, gli interessi statunitensi e la migrazione di massa. Perché se perderemo, i jihadisti non si fermeranno alla Siria."

P.S. Colui che ha prestato la figlioletta per la gattonata lacrimogena in favore di telecamera non era in Ungheria, di fronte all'orco Orban, come riportato dall'Ansa in vena di effetto didascalia, ma in Turchia, dal noto doppiogiochista Erdogan. Probabilmente il genitore aveva anche in tasca il manuale del perfetto migrante, edizioni Soros.

Piaciuto il suono delle altre campane? Come vedete le notizie ci sono, ma non sono certo in televisione e tocca andarsele a cercare da soli.

venerdì 18 settembre 2015

La fonte infetta dell'ideologia europea


Quest'estate ho finalmente letto "The Tainted Source. The Undemocratic Origins of the European Idea" (La fonte infetta. Le origini antidemocratiche dell'idea europea), dello storico inglese John Laughland. 
Non cercatelo in italiano perché non è purtroppo mai stato tradotto nella nostra lingua.

Quando uscì nel 1997 quest'opera assai rigorosa e documentata, quasi una indagine forense alla ricerca delle prove della matrice inequivocabilmente totalitaria e di ispirazione nazista dell'Europa Unita, suscitò molta discussione, nonostante allora non fossimo ancora stati intrappolati dalla moneta unica e non vivessimo le sciagure e l'incubo europeo ad occhi aperti di questi ultimi tempi.
Tra le recensioni del libro, vi segnalo quella di Liliana Tami e quella pubblicata allora sul Corriere della Sera di Riccardo Chiaberge, che riportava i timori di una Barbara Spinelli, anch'ella evidentemente suggestionata dalla prosa appassionatamente libertaria di Laughland, su una possibile deriva autoritaria dell'istituzione europea, proprio a causa della imminente introduzione della moneta unica. Poi di acqua sotto i ponti ne passò, oltre alla fonte furono avvelenati anche le falde e i pozzi e a Spinelli eventualmente passarono tutte le paure.

Eppure Laughland era stato chiaro. Le istituzioni comunitarie europee sono afflitte da ostilità verso il concetto di sovranità e da economismo, ovvero dalla tendenza a vedere la governance unicamente come amministrazione e gestione tecnicistica dell'economia. I famigerati "governi tecnici" che ci chiede la Troika, e che ben conosciamo, insomma.
Pretendendo di governare unicamente con la tecnica e senza l'ausilio della politica, nel suo senso più profondo di rappresentatività popolare, nessuna delle istituzioni europee può essere definita democratica. E, questa è la sua radice totalitaria, era previsto fin dall'inizio che non potesse esserlo.
Per le istituzioni europee come il Consiglio europeo l'unica funzione prevista, tipica degli organismi non eletti e non rappresentativi, era quella di poter prendere decisioni in maniera rapida e insindacabile, senza dover passare attraverso un normale dibattito parlamentare.

Se verrà creata l'unione monetaria - ammonisce Laughland - e se essa verrà gestita da una banca centrale indipendente, l'ultima finestra sulla democrazia continentale verrà definitivamente chiusa. E ciò perché tutte le leve del potere saranno a quel punto in mano a figure non elette e non responsabili verso alcuno. La Banca Centrale, la Commissione Europea e il Consiglio europeo si divideranno i poteri ma nessuno di loro potrà vantare un mandato democratico e non dovrà mai rispondere ad alcuna istituzione o elettorato. Coloro che pensano che il Parlamento europeo possa colmare il vulnus, diventando un giorno il Parlamento dell'intero continente, dimostra solo - conclude Laughland - un'imbarazzante ignoranza su cosa dovrebbe essere un vero Parlamento.
Ma questo non è l'unico problema. La Banca centrale europea sarà l'unica responsabile della politica monetaria, ovvero del più importante potere discrezionale dello Stato. E questo aggiunge un'altro motivo di preoccupazione riguardo al carattere dirigista dell'Europa.

Come dicevo all'inizio, chi studia il problema europeo troverà nel libro di Laughland definitiva conferma sulle similitudini tra l'architettura dell'UE e i sogni di Grande Reich mai abbandonati da alcun cancelliere tedesco, sia esso un dittatore coi baffetti o un democratico del dopoguerra, magari ex comunista. Esso infatti dimostra ancora una volta come il piano Funk assomigli come un gemello monozigote alle politiche di austerità che mascherano malamente l'eterno mercantilismo tedesco che le impone ai paesi subprime e di cui esso ha assoluto bisogno per sostentarsi.

Vi dirò però che ciò che mi ha colpito maggiormente di questo testo fondamentale è il capitolo "The European Ideology", una lectio magistralis su cosa siano veramente la politica e la democrazia parlamentare, che dimostra a quale velocità noi stiamo allontanandoci da tali concetti in questo paese e nell'intero continente. Lezione di supremo amore verso la Costituzione, la legalità, la prassi democratica, che ci viene da un conservatore inglese, addirittura thatcheriano e che in alcuni punti rischia di farci vedere in modo meno ideologicamente prevenuto i classici del pensiero liberale. Quanto meno aiutandoci a comprenderne alcuni concetti nel loro vero significato, spurgandoli dal pregiudizio ideologico.
Prendiamo ad esempio il famigerato "meno Stato, più mercato", comunemente interpretato come "lasciamo fare tutto al mercato ed eliminiamo lo Stato". Ebbene, se quel "meno Stato" lo si intende correttamente in senso qualitativo e non quantitativo, si vedrà che il ruolo dello Stato non viene assolutamente negato ma limitato alla funzione legale dello stato di diritto. La legge come fondamento dello Stato, legge che non può essere soverchiata dal governante di turno e nemmeno dal mercato.

Altro esempio, l'altrettanto famigerato, secondo gli oppositori del liberalismo, "non esistono pasti gratis", comunemente interpretato come "non pensare che qualcuno ti darà da mangiare gratis". Il senso invece è che ciascun pasto, sia quello che io mi guadagno lavorando, che quello che consuma il povero alla mensa della Caritas, è stato pagato da qualcuno, è il prodotto di un processo economico. Non discende dal cielo come la manna, come certi redditi minimi garantiti.
Forse l'idea espressa nell'ultima parte del libro, ovvero che si dovrebbe ricevere in cambio dallo Stato solo ciò che si è pagato precedentemente in tasse e che la massa monetaria circolante dovrebbe essere unicamente quella equivalente al suo controvalore in oro può sembrarci troppo esoticamente british, ma ci aiuta comunque a capire il livello di vera e propria degenerazione neoplastica dell'attuale dirigismo economico europeo germanocentrico e la sua schizofrenia quando con una mano toglie i propri risparmi ai cittadini e con l'altra elargisce munificamente e senza contropartita a banche private e stranieri clandestini. Un sistema quantistico schroedingeriano dove i soldi ci sono e non ci sono allo stesso tempo, a seconda di quale punto di osservazione scegliamo.

Come non sentirsi liberali, difatti, di fronte a questa affermazione del 1994, riportata nel libro, del gruppo parlamentare della CDU/CSU, che Laughland riesce a farci gustare, forse per la prima volta, in tutta la sua sconcertante illiberalità:
"L'idea di sovranità inalienabile dello stato nazione ha ancora peso, nonostante questa sovranità sia da tempo ormai diventata un guscio vuoto".
La sovranità, scrive Laughland, è questione di autorità, non di potere. Ancora una volta l'autorità dello stato di diritto, non del potere del reuccio di turno. E la società non è il frutto di un disegno deliberato ma di un certo grado di complessità che le impedisce di essere riformata se non nel senso del rinforzo delle regole volte al mantenimento della sua integrità. "Siccome sarebbe intellettualmente presuntuoso, per non dire da megalomani - scrive Laughland - credere che un solo uomo possa stabilire un intero sistema di tali regole, il legislatore deve agire con prudenza e modestia quando decide di cambiarle".
So a chi state pensando.

Infine, dato che il libro di Laughland è una vera miniera di spunti di riflessione, ne scelgo uno di estrema attualità che riguarda il concetto di frontiera nazionale.
"L'indipendenza costituzionale o sovranità nazionale è un prerequisito della democrazia perché è solo entro un certo sistema di governo, ovvero quello costituito da un gruppo di persone con punti di riferimento e regole comuni, che il dibattito parlamentare e la responsabilità democratica possono essere assicurati.
Questo è il motivo per il quale è pericoloso dire, come fanno i sostenitori dell'integrazione europea, che le frontiere dovrebbero essere smantellate o rese irrilevanti.
L'abolizione delle frontiere giuridiche implica l'abolizione dello status di nazione autonoma e ciò di conseguenza implica l'abolizione della legge e la sua sostituzione con la burocrazia o il dirigismo.
Senza la politica non può esservi giudizio, non può esservi morale o legge. Ed è proprio quando la politica e la legislazione vengono oscurate in favore del decisionismo a porte chiuse che emerge il vero pericolo per le società contemporanee: ovvero quello rappresentato da strutture burocratiche, tecnocratiche e depoliticizzate che incoraggiano l'indifferenza e rendono i cittadini meno selettivi, meno capaci di pensiero critico e meno inclini ad assumersi responsabilità. Questo è il pericolo rappresentato dall'abolizione delle frontiere nazionali senza crearne esplicitamente delle nuove per l'Unione Europea (il che creerebbe ulteriori problemi, per altro), e pretendendo che possa esistere una vita politica senza di esse." (fonte, pag. 180)


mercoledì 16 settembre 2015

L'autogenocidio culturale dell'Europa secondo Lemkin


Il telegiornale (nella fattispecie quello di Mentanacheraccontalafavolaaibimbiscemi) stasera ci ha offerto alcuni momenti notevoli.
La reductio ad Hitlerum del signor Viktor Orbán, primo ministro ungherese eletto dal suo popolo, ricordiamolo ai vari Renzi, che non si beve per intero la storia dei pori migranti e schiera l'esercito a difesa delle sue frontiere, usando, ohibò, gli spray urticanti e i cannoni ad acqua. 
L'ONU che manda a dire agli ungheresi, con il controcanto a cappella dei signori oscuri della UE, che "è inammissibile difendere le frontiere con le armi". Ma tu dimmi. 
L'islamica che vuole andare in Svezia - novello Paese dei Balocchi - "perché là ti danno la cittadinanza e puoi viaggiare". Che bel paese!
La Merkel che invita i migranti ad imparare velocemente, schnell, schnell!, il tedesco (e checcevò?) e il baffuto presidente della Daimler che è ansioso di mettere subito a lavorare alla catena (di montaggio) i mejo siriani nelle sue fabbriche. Quanto sono umani, loro. 
Indi, la meraviglia e lo sfottò per il presidente di Confindustria Squinzi e la sua dichiarazione a favore della creazione di lavoro per gli italiani piuttosto che per i migranti. Normalmente preferisco la canalizzazione di un molare a Squinzi ma certamente se dice una cosa ovvia e giusta non lo si può far passare per un "leghista" come ha provato a fare l'inverecondo TG di cui sopra.

Questo il livello. E purtroppo mi dicono che anche gli altri telegiornali sono uguali. E' come in quei film di fantascienza dove giri tutti i canali e gli alieni te li hanno occupati tutti con il loro monoscopio.
Bene, mentre vi fate le seghe sul catalogo Postal Market della prossima rivoluzione proletaria guidata da Corbyn Wan Kenobi che abbatterà il capitalismo ed affosserà l'odiata borghesia vincendo la lotta di classe, passiamo alle cose serie.

Raphael Lemkin  fu l'avvocato polacco che coniò il termine genocidio e che si batté per la sua definizione legale. Egli fu il promotore di leggi internazionali che definissero e proibissero il genocidio, all'indomani della Shoah, e nel 1951 riuscì a far approvare la "Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di Genocidio."
Secondo la Convenzione, è genocidio quando occorre "ciascuno dei seguenti atti effettuato con l'intento di distruggere, totalmente o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale:
(a) Uccidere membri del gruppo;
(b) Causare seri danni fisici o mentali a membri del gruppo;
(c) Sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale;
(d) Imporre misure tese a prevenire le nascite all'interno del gruppo;
(e) Trasferire forzatamente bambini del gruppo in un altro gruppo.
In questa definizione rientrano tutti i peggiori genocidi del secolo scorso, da quello armeno a tutti quelli perpetrati nel corso della Seconda Guerra Mondiale, come la Shoah, fino ai genocidi africani e asiatici, in specie quello cambogiano perpetrato sulla propria popolazione, e quindi più propriamente autogenocidio, dai Khmer Rouge di Pol Pot.

Lemkin cercò anche di lasciare ai posteri una definizione per il genocidio culturale, nella cui categoria faceva rientrare anche gli atti vandalici contro le opere d'arte e la cultura che, in quanto patrimonio universale, se violate rappresentavano un affronto all'intera umanità. In quel senso, rientrerebbe perfettamente nella definizione la distruzione dei siti archelogici da parte dei ragazzacci sfuggiti di mano dell'ISIS, ad esempio.

Nel 1994 la bozza di un articolo della "Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene" conteneva il termine genocidio culturale, poi soppresso nella versione finale approvata nel 2007. E' una lettura molto interessante: 
"Le persone indigene hanno il diritto collettivo e individuale a non essere soggetti a etnocidio e genocidio culturale, inclusa la prevenzione di/la riparazione per:
(1) Ogni azione che ha lo scopo o l'effetto di privarli della loro integrità come persone distinte, o dei loro valori culturali o identità etniche;
(2) Ogni azione che ha lo scopo o l'effetto di espropriarli delle loro terre, territori o risorse;
(3) Ogni forma di trasferimento della popolazione che ha lo scopo o l'effetto di violare o minare i loro diritti;
(4) Ogni forma di assimilazione o integrazione con altre culture o stili di vita imposti loro con misure legislative, amministrative o altre;
(5) Ogni forma di propaganda diretta contro di loro."

Certo che leggere le caratteristiche qui sopra descritte dell'etnocidio o genocidio culturale e pensare immediatamente alla Grecia e poi sentirsi fischiare fortemente le orecchie pensando ai vari "ce lo chiede l'Europa" che giungono al nostro paese, è un dato di fatto. 
Mi sa che dovremmo cominciare a autoproclamarci indigeni, se non ci fa schifo - a me non lo fa, per niente - alla salute dei signori Orbán e Zeman e alla faccia dei telegiornali che, dal canto loro, compiono genocidio culturale su di noi soddisfando perfettamente il requisito numero 5.


lunedì 14 settembre 2015

Essi arrivano


La melassa fa male. Fa venire il diabete, soprattutto ottunde il cervello, elimina il raziocinio e rende dei poveri burattini scemi nella mani di coloro che organizzano e mettono in pratica questo nuovo tipo di guerra.
Ecco dunque che, prima di ingurgitare, anche se voi non lo volete,  le mestolate di buonismo serale che i vostri parenti, amici e conoscenti attingeranno dai media buonisti, incazzandosi se risponderete che non credete affatto a tutta quella bontà e non la volete mandar giù, e vi daranno pure dei fascisti, vi offro qualche cucchiaiata di medicina molto cattiva, ma che vi farà da antidoto.

Il sondaggio in figura è dell'anno scorso. Figuriamoci se lo ripetessero oggi, che cifre verrebbero fuori.
Qualcuno si meraviglia ancora del perché in Grecia non vogliono migranti? Un paese per il quale questa dei clandestini a battaglioni è solo una delle piaghe bibliche previste per schiacciarlo?

Questa ragazza inglese è di Luton ed è tornata nel suo paese dopo anni. Ciò che trova è un'invasione in piena regola di musulmani estremisti che maledicono la Gran Bretagna che li ospita, che le puntano il dito in faccia, con le loro intabarrate che la insultano perché, così vestita, sembra nuda e vuole solo sedurre qualcuno.
Compagne femministe, non sapete quante occasioni avrete per rimpiangere di essere state delle fottute idiote ad aver combattuto solo i vizietti dei vostri poveri maschi locali castrati dalla vostra stronzaggine ed aver applaudito l'arrivo dei veri maschi, che cancelleranno con una fatwa diciamo quarant'anni di emancipazione femminile e vi rispediranno da dove siete venute. Ovvero in cucina. 




Questo invece è un documentario con immagini che si guardano bene dal farvi vedere i loschi servi dei media, perché potreste incazzarvi quando i vostri sindaci piddini cedono le Vostre piazze ai musulmani per i loro riti religiosi, dando loro così un pessimo segnale: cioè che il territorio sarà loro quando essi lo vorranno, quando Allah lo vorrà. 
Sono ovviamente in attesa di vedere dimostrare degli islamici moderati e vogliosi di integrarsi e di pubblicarne volentieri il video.



Ultimo video, il lato oscuro dei migranti dell'ultima fase in ordine di tempo dell'invasione. La loro palese aggressività, i gesti di vittoria (ma vittoria de che?) i lanci dei sassi, il rifiuto del cibo, dell'acqua, le scene tragiche recitate in favore di telecamera, così il media servo dirà che i nazisti cattivi stanno tormentando i migranti gettandoli sulle rotaie.


Guardate, guardate bene.
Altro che Alyan, il figlio dello scafista, divenuto Alan per solleticarvi ancora più l'istinto materno.


Altro che la Merkel, la grande statista che non è altro che Topolino Apprendista Stregone che non riesce più a fermare le scope fuori controllo.
Altro che Corbyn Wan Kenobi, il bacucco laburista che fa già bagnare le mutandine dei sinistrati locali, dei vedovi inconsolabili di una sinistra che meriterebbe solo un bel paletto di frassino nel petto per evitare che continuasse a succhiarci il sangue in eterno e crepasse una volta per tutte. Corbyn, l'ennesimo Quisling senza palle che vorrebbe solo più Europa e la rovina definitiva del suo paese.

Ricordate, si salveranno solo i paesi che resisteranno, che respingeranno gli invasori, che difenderanno i loro cittadini. O con la democrazia ristabilita in questa Europa allo sbando o con la forza delle armi e degli eserciti.

mercoledì 9 settembre 2015

M-Migrants



La propaganda alza il livello dello scontro, come recita un vecchio slogan vergato in rosso che ancora resiste su un muro di una stradina defilata della mia città. Ci propone, questa volta è l'UNICEF, un bel "non sarai mica razzista nei confronti del diverso?" in versione estrema. Ovvero qui il diverso è addirittura un alieno. Anche un po' transgender e Piccolo Buddha, per la verità, e che ricorda vagamente Angelina Jolie, per gli amanti dei messaggi subliminali. 
Dimenticate i baccelloni, gli ultracorpi, i blob e le meterore infernali, i trifidi, i tripodi di "Guerra di mondi", Alien che vi spunta dallo stomaco, i capoccioni ultraostili di "Attack from Mars", quarant'anni di martellante propaganda antialiena in funzione guerra fredda veicolata dai film di fantascienza. Ci siamo sbagliati, anzi no, oggi ci va così, va di moda la conversione a U. Il bianco diventa nero e il nero bianco, l'uomo si fa bestia e la bestia uomo, come in quelle meravigliose transizioni di M.C. Escher.  



Alieno è bello, è Umano e l'Umano è l'Alieno. Ammirate quindi la grande umanità di questo spot, Bestie!





Si, ok, capisco sir, ma perché scegliere un rettiliano, ovvero il meno tradizionalmente buonista tra gli alieni della mitologia da psyop? Forse perché, come avevo intuito, la nostra


si è già accaparrata i grigi, ovvero i mejo alieni del bigoncio? Perché il messaggio è "noi E.T. telefonocasa e voi i Visitors"? E non è questa del piccolo rettiliano, sir, una bella provocazione per ottenere la reazione inevitabile di coloro che ai Rettiliani ci credono davvero e che grideranno "vedete che avevamo ragione noi, ci governano i Rettilianiiii!" invece di capire che i nostri veri alieni sono i grigi, ma non in senso alieno, mononariciuti dirigenti cattocomunisti del Partito Democratico del pianeta Piddinia? 

Se andate a riguardarvi "V-Visitors", telefilm anni 80 meno scemo di quanto appaia, vedrete che i più entusiasti collaborazionisti dei veramente nostri amici, dei visitatori che vengono in pace e a portare progresso e benessere, sono i membri dell'élite fiutatori di grandi affari. E i loro immediati volonterosi propagandisti diventano i giornalisti televisivi, mentre i reporters di guerra scoprono quasi subito l'inganno e creano addirittura il primo nucleo di resistenza. Un'ambiziosa anchorwoman riesce addirittura ad accreditarsi come portavoce ufficiale degli alieni mentre il primo ad accorgersi - per averne riconosciuto il tanfo inconfondibile -  che il controllo sempre più stretto sui terrestri assomiglia pericolosamente ad una nuova Gestapo, è un vecchio ebreo sopravvissuto alla Shoah al quale toccherà pure di ritrovarsi in casa un nipote affiliato alla Alienjugend. Non mancheranno gli alieni desiderosi di aiutare gli umani contro un regime che opprimerebbe entrambi. Insomma un grandissimo apologo della Resistenza contro l'oppressione e il totalitarismo. Metafora per certi versi sconcertante per attualità, se guardiamo ai recenti avvenimenti e profetica se pensiamo a prese di posizione che sono tutt'altro che recenti, come dimostra il contributo scovato e twittato stamattina da Alessandro Greco.


"Mescolatevi ma non agitatevi", ci ripetono ogni momento da quelle fogne che sono i media nelle loro mani. In italiano e in inglese e ora cominciano anche a mettere altre manacce avanti con la scusa del clima. E se poi ce lo chiede anche Jucker dall'alto della sua supposta autorevolezza, siamo a posto. 
Fate posto, fate largo, donate le case, suicidatevi per la crisi, non figliate, datevi fuoco, annatevene affanculo.
Il vecchio ebreo a questo punto avrebbe già capito. 

martedì 8 settembre 2015

ll numero della bestia

vignetta di Alfio Krancic
Finalmente l'hanno detto chiaro e tondo, quanto se ne struggevano! E ci voleva tanto? La dialettica democratica nell'Italia okkupata è giunta al punto in cui chi non la pensa come il regime piddino, ovvero come Loro, è una bestia. Guardatelo il segretario del Partito Bestemmia, il premierabbestia, come riesce, in pochi minuti e senza mani, a grufolare sia sul cadaverino del bimbo che su quello di Vittorio Arrigoni. Senza riuscire però a nascondere, sotto il trucco pesante di melassa retorica, i peli di una pluridecennale ed impunita coscienza sporca e un'assoluta e sociopatica mancanza di scrupoli. 

"Noi Umani, loro Bestie", ha berciato con tutta la tua toscanaccia cattiveria, dopo aver abbracciato quella vecchia baldracca chitarrosa di Bono; due bei ciuchi agghindati in parata nel Paese dei Balocchi di Expo. Come gli sarà venuta? Ecce DNA, per quelli che ilpiddìnonèlasinistra e renzinonèdisinistra. E' una vecchia storia.

Bestie, e il suo pubblico di vecchi cittadini del mondo lo ha applaudito spellandosi le mani nemmeno fosse il compagno Stalin reincarnatosi a Rignano.
Bestie perché stiamo reagendo in maniera perfettamente sana e fisiologica, come qualunque antropologo potrà confermare, ad un'aggressione razzista nei nostri confronti e che a loro invece non tocca, perché mica sono italiani, loro. Sono cittadini del mondo e Umani, non Bestie. 
Bestie perché le truppe da sbarco fanno paura a chiunque, soprattutto quelle diversamente bianche che in Italia rievocano bruttissimi ricordi e perché questi finti profughi che si lamentano di tutto e ci fanno capire che sono venuti qui per prendere, per avere il loro bottino, rimarrebbero odiosi e farebbero diventare un razzista da Ku Klux Klan perfino Gesù Cristo. 
Che strano metodo di rieducazione è quello che vuol far diventare antirazzisti a calci coloro che si è cercato in tutti i modi di far diventare prima razzisti. 

Le Bestie siamo noi, quindi, non quella che ha stuprato bestialmente una donna di settant'anni e poi l'ha scaraventata morta fuori dalla finestra, che ha scannato il marito e poi è scappato indossando i suoi vestiti, lamentandosi poi, una volta catturato, del perché venisse trattenuto. 
Il problema non è che esistano africani criminali, come è normale che ne esistano in qualunque paese e continente, ma che vi sia qualcuno fra noi, anzi tra loro Umani, che è convinto che gli africani, essendo africani ed essendo migranti, siano sempre buoni a prescindere. Ecco perché li vanno a prendere e se li coccolano e giuggiolano anche se non scappano da nessuna fottuta guerra e non avranno alcuna possibilità di andare ad ammirare da vicino il Sacro Culone perché lei ha già detto che non li vuole. Non hanno mica svuotato la Germania Est per loro, ma per siriani o altri migranti qualificati, colti e possibilmente non troppo scuri, da rendere al più presto produttivi al massimo. "Schnell, schnell!" Ricordate che se arrivassero pure gli alieni ad invaderci, i tedeschi sceglierebbero i grigi e lascerebbero rettiliani e baccelloni a noi. Sarà sempre così. Siamo noi che siamo razzisti o chi pretende di scegliere sempre i meglio fichi dal bigoncio anche quando si tratta di esseri umani?

Sull'atroce delitto di Palagonia, per il quale i giornali perbene e dalla parte giusta, ovvero dalla parte umana e non bestiale, si sono guardati bene dall'utilizzare la solita metafora d'ordinanza dell'Arancia Meccanica, anzi, stanno ancora disperatamente cercando i complici italiani, perché non è possibile che un "migrante" non abbia avuto dei complici italiani, vi segnalo questo capolavoro di infamia.  Un parlamentare del parlamento italiano che si domanda "qual è il messaggio che può dare" la diretta sulla RAI (servizio pubblico, non YouDEM) dei funerali di una coppia di anziani italiani massacrata da un fottuto criminale straniero che non avrebbe mai dovuto mettere piede in Italia se non fossimo in un regime kafkiano autogenocida, in un ancient régime innamorato del comunismo alla Pol Pot..

Si preoccupano del razzismo verso gli altri ma quando chiamano bestie noi, ovvero chi rifiuta e contesta la loro politica nociva, non fanno altro che mettere in pratica uno dei must del razzismo genocidario. Ovvero la pseudospeciazione, l'espulsione di un proprio simile dalla nostra stessa specie.
Ecco quindi che un bel tomo può subito lasciare sul "Fatto" un commento come questo:

Sperando che quel Baruch non ne tradisca l'origine ebraica, perché allora il signore farebbe meglio a riguardarsi quell'osceno filmaccio antisemita che si chiama "Der Ewige Jude", che contiene proprio l'accostamento tra ratti ed ebrei e, dopo averlo guardato fino in fondo, vergognarsi.

A proposito del "Fatto". Orfano di Berlusconi e rimasto a secco delle cronache giudiziario-pecorecce che rifornivano i tuoi titoloni regina, si è buttato anche lui a corpo morto sul politicamente corretto e sul "migrante è bello" e alcuni articoli sono francamente imbarazzanti, come quello che spiega l'apertura della Merkel nei confronti dei siriani come il tentativo di esorcizzare l'umiliazione inflitta alla Grecia .
Per fortuna che, in mezzo ad un delirio da nido del cuculo, pubblica anche gli ottimi contributi dell'antropologo Antonello Ciccozzi, veri momenti di pacatezza e raziocinio  La pluralità di opinioni sarà anche una bella cosa ma non quando non riesce ad eliminare un fastidioso effetto schizofrenia.

Intanto, ultima notizia, prendendo sempre dai titoloni regina del Fatto, l'ONU batte cassa. Chiede 15.000 euro ciascuno ai "ricchi" europei per "aiutare i profughi". E camorristicamente minaccia che se non arrivano i soldi arriveranno altri migrantiCosa vi dicevo? 
Buonanotte, vado a cuccia.

sabato 5 settembre 2015

Armi di migrazione di massa

L'importanza del gesto

Grazie a questo articolo di Maurizio Blondet, ho potuto scoprire un'interessantissima ricerca che analizza, senza tanti filtri emotivi ma in modo scientifico, il fenomeno delle migrazioni di massa dal punto di vista strategico. Questi spostamenti sempre più frequenti di masse di persone verso quei paesi che, ecco la stranezza, in vari modi sono sottoposti alle pressioni economiche e politiche che provengono da interessi sovranazionali o nazionali specifici, sono sempre più sospetti. Sembrano francamente provocati ad arte. 
Difatti, lo studio di Kelly M. Greenhill pubblicato in volume dalla Cornell University Press nel giugno 2011, e precedentemente oggetto di un articolo pubblicato nel 2008 sulla rivista specializzata "Civil Wars" (vol. 10, n. 1, pagine 6-21), è in grado di togliere ogni residuo dubbio sul fatto che siamo di fronte ad una nuova arma non convenzionale, quella che l'autrice chiama "arma di migrazione di massa".

Greenhill individua ed analizza più di cinquanta esempi di dispiegamento di quest'arma a partire dal 1953 e riassunti nelle tabelle che seguono, più di metà dei quali riuscirono ad ottenere lo scopo prefissato. Un risultato entusiasmante, commenta l'autrice, se si pensa che la percentuale di successo delle operazioni militari e diplomatiche convenzionali di coercizione impiegate ad esempio dagli Stati Uniti va dal 19 al 37,5%. Da come si evince dalle tabelle seguenti, l'arma è stata utilizzata sempre più di frequente e da una moltitudine di interessi internazionali e sovranazionali. Era del resto già opinione condivisa nel mondo scientifico che il massiccio afflusso di migranti dall'Est europeo e dalla DDR nella Germania Occidentale avesse contribuito alla caduta del Muro di Berlino ed accelerato la riunificazione tedesca. Prerequisito questo della futura unificazione germanocentrica dell'Europa attraverso la moneta unica. Dato che potrebbe fornirci utili indizi sull'identità dei possibili mandanti, o challengers, come li chiama Greenhill, della crisi attuale.




fonte

L'autrice ritiene che l'arma di migrazione di massa venga utilizzata a scopo punitivo per influenzare il comportamento e la politica dei paesi bersaglio, sfruttando a proprio vantaggio interessi interni al paese e giocando sui costi che ricadrebbero sulla popolazione civile locale. A differenza dei risultati che si ottengono convenzionalmente attraverso le armi ed il dispiegamento della forza militare, nel caso della migrazione organizzata ad hoc, l'uso della minaccia della bomba demografica è in grado di ottenere, nel paese target, scopi che convenzionalmente non potrebbero essere raggiunti.

L'arma di migrazione di massa rientra quindi a tutti gli effetti nel campo delle operazioni psicologiche e, aggiungo, nel set di strumenti dei fautori ed esecutori della Shock Economy.
Come spiega Greenhill, di fronte ad un improvviso afflusso di migranti, gli stati che fino a quel momento hanno predicato l'accoglienza senza condizioni vengono posti di fronte ad un ricatto morale: difendere i propri cittadini ed entrare in contraddizione con i propri principi di apertura e tolleranza, oppure rimanere coerenti ad essi, andando però contro gli interessi dei propri cittadini?
Proprio per le loro caratteristiche liberali e democratiche, i paesi occidentali sono i più vulnerabili al ricatto dell'arma di migrazione di massa e, difatti, i casi analizzati da Greenhill dimostrano che, nonostante il problema abbia riguardato anche paesi illiberali, i primi sono stati i più tradizionalmente bersagliati. Addirittura, secondo Greenhill, l'arma di migrazione di massa sarebbe addirittura l'arma perfetta per sottomettere gli stati a democrazia liberale. Ai voleri di chi democratico non è, evidentemente.
L'arma tuttavia, per il fatto di utilizzare persone (che ne subiscono in primis gli effetti devastanti) e non strumenti di precisione, non è sempre infallibile e può ottenere effetti indesiderati o addirittura ritorcersi contro l'aggressore. Perché, secondo Greenhill, la sua efficacia dipende dalla reazione dei paesi aggrediti rispetto all'aggressione. L'arma avrà successo, in pratica, se i paesi target giudicheranno inferiori i costi della resa rispetto a quelli della resistenza ad oltranza. 

Se ha ragione Greenhill, in base ai dati da lei raccolti analizzando i precedenti storici, venendo all'attualità, dove è in corso uno dei più fenomenali impieghi a tenaglia dell'arma di migrazione di massa ai danni dell'Europa, potremmo ipotizzare che avrà più possibilità di resistere uno stato forte, anche economicamente e sovrano (ad esempio l'Ungheria di Orbán) di un altro debole e privato di sovranità (pensate all'aggressione in corso alle isole greche, ad un paese già stremato dall'austerità economica imposta dalla UE). 
Secondo questo modello infatti, gli stati governati da partiti politici orientati ideologicamente al multiculturalismo ed all'internazionalismo se non palesemente antinazionalisti saranno più propensi a volere e dovere cedere al ricatto.
Secondo l'autrice, gli interessi imperiali internazionali e sovranazionali che utilizzano l'arma di migrazione di massa sfruttano le contraddizioni e gli interessi (anche materiali) politici ed economici interni e contrapposti della nazione bersaglio, blandendoli e, possiamo ipotizzare, concedendo loro le briciole della torta, forzandoli ad andare contro le norme e le leggi, utilizzando al contempo veri e propri ricatti verso quegli attori politici che resistono all'aggressione. Ogni riferimento alla caduta di Berlusconi nel 2011 è puramente casuale (?)

Non è straordinario? Non vi si stanno sturando le meningi come le orecchie quando saliamo di quota in montagna? 
A questo punto come non pensare, riavvolgendo il nastro, agli innumerevoli proclami della nostra classe dirigente, soprattutto collocata nel campo desinistra fuori ma mondialista dentro, riguardo a certe ineluttabilità da far accettare ad una popolazione interna intrinsecamente inferiore: "E' chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronte a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c'è una crisi in atto visibile, abbiamo bisogno di una crisi." 
E ancora, doverosamente omaggiando i padri dell'euro: "Un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti."

Citando Greenhill:

fonte

Vi fischiano pure le orecchie? Bene. Ricordate il caso delle ondate migratorie dall'Albania nel 1990-1991, riportate anche da Greenhill nella tabella 1., e come furono risolte allora, mediante la concessione di aiuti e soprattutto la reazione ferma di una classe politica che non ammainò immediatamente bandiera bianca ma riconobbe il ricatto ed agì di conseguenza? Altri tempi. 
Da noi oggi si predica, a tamburini di latta unificati, la resa incondizionata.

Avete ancora dubbi? Per capire quanto questo studio sia importante per analizzare l'attualità in corso, e vi rimando al testo per tutti gli eventuali approfondimenti, guardiamo ai paesi maggiormente oggetto di attacco migratorio ed alle sue possibili motivazioni:

1) Francia. Perché il Front National rappresenta una forma di resistenza nazionale non solo alle ondate migratorie ma alle politiche di austerità imposte dalla UE ed è molto probabile che ottenga la vittoria alle prossime elezioni presidenziali del 2017. (Crisi di Calais).

2) Gran Bretagna. Per la difesa dell'interesse nazionale, risalente, riguardo alla problematica dell'euro, ai tempi dell'ultimo governo della signora Thatcher, strenua oppositrice della moneta unica in quanto strumento di cessione di sovranità e, ma questo i nostri partitodemocratici non lo capiscono ancora, antidemocratico. Per la minaccia di Brexit, ovvero di uscita del Regno Unito dalla UE, paventata dal governo conservatore di Cameron. (Crisi di Calais)

3) Italia. Per la crescente insofferenza dell'opinione pubblica nei confronti della moneta unica, le politiche di austerità recessiva, la crisi economica e la minaccia rappresentata dall'aumento di consenso verso i partiti nazionalisti come la Lega Nord, di protesta tour court o in sospetto di gatekeeping come il M5S a svantaggio dei partiti "collaborazionisti". Per gli amanti dei ricorsi storici, questa crisi dei barconi is the new Sbarco in Sicilia.

4) Ungheria e Repubblica Ceca. Per l'opposizione dei presidenti Orban e Zeman alla UE, la ritrosia ad entrare nella moneta unica, la dimostrazione che, al di fuori della UE e della sua moneta capestro, le economie sono libere di crescere. (Crisi dei profughi siriani)

5) Austria. Per la minaccia rappresentata dai movimenti e partiti nazionalisti e le minacce di uscita dall'euro che si concretizzano in iniziative referendarie che ottengono grande successo popolare. (Crisi dei profughi siriani).

6) Grecia. Per essere il paese a maggior rischio di uscita forzata per sopravvivenza dalla moneta unica, ma anche per essere al contempo il paese più debole del fronte, governato da un partito debole e collaborazionista minacciato anch'esso dalla crescita in consenso dei partiti nazionalisti. (Crisi dei profughi siriani.)

Se non è una guerra continentale, se non mondiale, questa, non saprei come definirla. 
Chi sono i possibili challengers? Alcuni sono facilmente riconoscibili, senza escludere la presenza di altri attori in seconda fila o dietro le quinte. Facciamo qualche ipotesi sui primattori immediatamente riconoscibili.

Gli Stati Uniti, o meglio, l'Entità economico-militare che ha preso il potere negli Stati Uniti all'inizio del millennio, che vuole imporre i suoi trattati economico-strategici con il TTIP, inseguire la sua agenda militare di dominio del "nuovo secolo americano" e nascondere i disastri planetari delle crisi provocate dalla sua finanza neoplastica. Che questa Entità inoltre stia disinvoltamente utilizzando il revanchismo islamico e le sue mire di Reconquista sull'Europa in maniera che definire sciagurata, se non folle, è poco, è più che un sospetto. Vedi il ruolo enigmatico dell'IS. 
Israele: che sarebbe ben contenta - Netanyahu l'ha detto più volte espressamente - di vedere gli ebrei che vivono nei paesi liberi e democratici d'Europa costretti a trasferirsi, dietro la minaccia dell'ondata migratoria islamica, nella cittadella del fallimento del sionismo, per tentare di mantenerlo ancora in vita. Ancora più vicini alla bocca del Moloch, per giunta! Una cittadella che dimostra la validità del modello di Greenhill perché, a parte la dotazione nucleare tattica che ha sempre il suo perché e dà rispetto in società, resiste difendendo gli interessi dei suoi cittadini e respingendo, anche con la forza, i migranti. A ragione, aggiungo.
La Germania, che cerca di nascondere la pelliccia del lupo mercantilista sotto il cappuccetto rosso della Madre Coraggio salvatrice dei profughi siriani.  A lei il meglio, a voi gli scarti. E quanto è bbuona la Merkel. 
L'Unione Europea. Una costruzione artificiale, antidemocratica, antiparlamentare ed illiberale che serve gli interessi locali (il mercantilismo della Germania) ed intercontinentali (sottomissione all'agenda neocon), alla quale è permesso dai suoi protettori di nascondere il proprio fallimento e prossima decomposizione angariando i paesi deboli della periferia sud con lo strumento della moneta unica e della Banca Centrale.
Non è escluso che a questi attori se ne possano aggiungere altri come la Russia, la Cina, i BRICS, i paesi arabi ed altri, e che coloro che vengono definiti challengers siano in realtà le maglie di una rete molto più complessa di interessi sovranazionali, prettamente finanziari, che è difficile racchiudere entro etichette nazionali e che manovrano ed utilizzano, al fine della diffusione della propaganda e della fornitura di agenti esecutivi, organismi internazionali, governativi e non governativi, gruppi di pressione, mezzi di informazione, ecc.

V'ho fatto la pirreviù. Riuscite adesso a cogliere appieno il simbolismo di questa immagine: la bandiera, la retorica, il marketing, perché proprio Vienna, e a sentire il tanfo insopportabile di falsità?


il gesto...


giovedì 3 settembre 2015

L'Anello si è svegliato


Giulia ha lasciato questo commento al post precedente:
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
E' la Costituzione, cosi' per dire. Il concetto di sovranità era talmente basilare che il Padri Costituenti non avevano bisogno di discuterne più di tanto. E' trasversale sia alla destra che alla sinistra nel senso che la sovranità e' semplicemente il potere di decidere. A quei tempi si discuteva di quale classe sociale dovesse avere la sovranità perché c'erano gli stati e non si percepiva il pericolo che a decidere fosse qualcuno fuori dalla nazione. E invece hanno fatto il capolavoro. Hanno mascherato da internazionalismo (principio caro alle sinistre marxiste) uno spostamento del Potere dai luoghi dove il potere si esercita, nell'iperuranio. Perché se oggi si prova a percorrere dal basso verso l'alto la catena di comando di una regola che decide delle nostre vite, si finisce nel non-luogo dove delle potentissime non-persone senza volto governano il mondo.

Brava Giulia, grazie, hai centrato un punto importante. Quello della deresponsabilizzazione del potere, attuata proiettando su di noi le sue colpe e riuscendo a convincere quelli che, ad esempio, destinano il 2xmille al PD, di essere responsabili essi stessi della miseria, della distruzione dell'ambiente, degli esodi, delle guerre - come quelle scatenate in Medio Oriente per eliminare gli unici governi laici della regione e sostituirli con altri sempre più fondamentalmente islamici. Responsabilità, anzi COLPA, Schuld, con validità retroattiva fino al peccato originale di Adamo ed Eva.

Se un negriero (nero) vendeva i suoi simili al negriero bianco nel Settecento è colpa nostra. Se Mussolini partecipò al banchetto colonialista, arrivando per altro quando tutti gli altri predatori erano ormai all'ammazzacaffé, è colpa di chi è nato negli anni Sessanta e che, secondo il Roveto Ardente, ha gozzovigliato senza pensare a chi sarebbe vissuto nel 2060. Se oggi le multinazionali e la Cina saccheggiano l'Africa, la colpa è di Mussolini che non si parò a petto nudo di fronte alle navi dei negrieri portoghesi.
Se Netanyahu, mentre ancora sogna una Israele che si distenda fino all'Eufrate, paga i rwandesi affinché se ne tornino a casa e con i migranti economici in genere si comporta peggio di Orbán (si, l'IDF spara, signore mie, care putains au bon coeur), con l'inevitabile conseguenza che, se i migranti non vanno da loro e dagli altri paesi arabi ricchi, allora vengono da noi - e forse la cosa è voluta, ebbene, è colpa di Salvini.

Perché siete così calmi e rassegnati ad accettare colpe che non sono vostre, a non ribellarvi a chi vi vuole morti? Avete introiettato in senso politico-esistenziale le cinquanta sfumature di grigio?
Sveglia, cazzo! Quando i media si agitano tanto, tirano fuori i bambini morti - non bambini a caso ma quelli che paiono a loro, usano la parola SHOCK a ripetizione, e soprattutto vogliono farvi espiare i mali dell'intero mondo, cosa che nemmeno Gesù Cristo accetterebbe di nuovo di subire, dovrebbe scattarvi l'allarme, il salvavita, perché è segno che siete stati nominati come vere vittime sacrificali. Voi europei e voi italiani. Voi che dovete accettare l'inevitabile, la vostra fine, la vostra sottomissione e resa incondizionata di fronte a chi ha iniziato questa terza guerra mondiale per distruggere tutto il mondo, e che stavolta ci riuscirà davvero se non accadrà qualcosa di appena meno che miracoloso.

Siete così carini come agnelli sacrificali. Il pelo e il belato vi donano. Mi aspetto che prima o poi qualcuno attribuisca agli italiani l'aggettivo di deicidi e che essi lo indossino come un cilicio del quale andar fieri, belando, fino al patibolo.
"Ultrasecolare" addirittura. Si vede che non è keynesiano e che ignora che, per fortuna nostra, nel lungo periodo saremo tutti morti. 
(Il linguaggio corporeo è straordinario. Osservate il sussulto del pomo di adamo di Travaglio alle parola "inferiorità" pronunciata dal sociopatico: meglio di un picco sul grafico di un poligrafo. Però il "ma che cazzo sta dicendo" - che avrebbe incenerito chi non è abituato ad essere contraddetto - se uno non ce l'ha non se lo può dare. Peccato, Marco. Migliaia di pagine sull'infamità di Berlusconi, che io ho letto tutte avidamente, e nemmeno un'incazzaturina in diretta per il Doktor Morti che stava insultando anche te e i tuoi figli.)

Ormai vi sentite proprio vittime inside. Vi sento, idioti sdolciniani penitenziagitisti, come muggite come vacche al macello quando i vostri volonterosi carnefici, i boia, i cinici e schifosi spin doctor-morte vi scodellano sul social la foto dell'annegatino migrante che dovrà convincervi a sacrificare i vostri, di figli, sull'altare della cessione dell'Europa in pronta consegna all'ipernatalità del terzo mondo e all'Islam trionfante. Si, si, siamo colpevoli, avete ragione, siamo dei poveri scemi. Sopprimeteci, per carità. Siamo tutti Isacchi in cerca d'Abramo, senza un Dio che gli abbasserà la mano in tempo. Che non ne rimanga nessuno, di noi. L'Italia è di tutti, che vengano anche i saturniani da Saturno, che un meteorite ci distrugga, piuttosto che nasca un altro bambino italiano.
I lemmings in confronto sono animali intelligenti. Eppure non riesco ad odiarvi perché siete la mia gente e siete stati abbindolati, molestati e sedotti dalla peggiore razza schifosa di traditori che non sempre si riesce a smascherare in tempo. A volte riescono a convincerti così bene di essere i buoni che ci metti cinquant'anni a capirlo, che ti hanno fottuto. I maledetti xenofili che conosceva anche quel bonaccione e amante dell'Uomo di J. J. Rousseau:


Gli enciclopedisti fassisti!

Oggi uno che parla come il presidente ungherese Viktor Orbán è il Male: "Per noi oggi, la posta in gioco è l'Europa, lo stile di vita dei cittadini europei, i valori europei, la sopravvivenza o la scomparsa delle nazioni europee, anzi più esattamente, la loro trasformazione irriconoscibile. Oggi, la questione non è semplicemente in che Europa vorremmo vivere, ma anche se esisterà ciò che oggi chiamiamo Europa." 
Lo stile di vita europeo che dovrà essere sostituito da quello del migrante, ormai lo sapete. E' diventato virale (e io l'ho pubblicato già l'anno scorso, ingrati). 

Orbán, che non è attaccato solo per i migranti, figuriamoci, ma perché sta dimostrando che fuori dall'euro i paesi crescono e non muoiono, come accade alla Repubblica Ceca di Zeman, anch'essa under attack con l'arma biologica della massa migrante deportata, è considerato un nemico dai "giapponesi" per i quali la Resistenza non è mai finita e per i quali la democrazia non è l'accettazione dell'esistenza di un avversario con il quale confrontarsi democraticamente, appunto, ma l'avere la propria sconcezza piddina al potere per questa Festadellunità permanente. Un potere assoluto e indiscutibile come quello delle coop in Emilia Romagna, oltretutto ammantato dell' insopportabile superiorità morale che ti dà l'autocoscienza di essere buono. Non bastavano le damazze con il nasetto all'insù; ora, per il Festival dell'Orgoglio Anti-italiano si sono mobilitati i carmelitani scalzi e riattivati geni autorazzisti come Iulo, il fustigatore delle clienti dei macellai. Tutti convinti dell'intrinseca inferiorità italiana, come direbbe il nonno di Spread e della necessità di arrendersi all'avanzata della Retrocessione nei secoli bui.

Vi do una brutta notizia. E' invasione e si tratta proprio di Eurabia, Kalergi o non Kalergi. 
Tanti indizi vanno a formare una prova, si dice.Vediamone alcuni, inferiti analizzando il frame attuale ed osservando i fatti:

1) Arrivano soprattutto islamici. Da ogni parte. Dall'Africa e dall'Asia. Gli islamici non si europeizzeranno, come mentono le pretesse e i preti xenofili, saremo noi a doverci islamizzare, probabilmente a forza. E' solo questione di numeri. Fu previsto che il ventre delle loro donne avrebbe dato loro la vittoria finale.

2) Chi sbraita da quattordici anni contro il terrorismo islamico non ha alcuna seria intenzione di distruggere l'ISIS, la sua ultima incarnazione, che fornisce l'alibi per la fuga dei profughi dal Medio Oriente. L'ISIS è un attore in commedia. L'ISIS è uno spauracchio, ma chi viene combattuto ed è stato già abbattuto dall'impero neocon nella trentennale "guerra contro il terrorismo" post 11 settembre non sono i governi confessionali islamici (che nemmeno partecipano alla redistribuzione dell'accoglienza dei veri profughi) ma gli unici governi laici che l'Islam abbia mai espresso. Quelli dove le donne potevano togliersi il velo e lavorare. Compresi i governi dei cattivi Saddam e Gheddafi, caduti i quali sono stati moltiplicati i morti e i profughi, e ora quello del siriano Assad, compatriota di quell'esserino spiaggiato e divorato dagli sciacalli della disinformazione. 

3) Il termine terrorismo islamico è sempre più spesso sostituito sui media da terrorismo, tout court. Se il sospettato è inequivocabilmente islamico, ora comincia ad essere quasi sempre "presunto" terrorista. Così tra un po' i terroristi, con un semplice click, saremo noi. E tenete presente che dall'11 settembre 2001 a poco tempo fa il nemico pubblico numero uno era il terrorismo islamico e ce lo ripetevano continuamente. Ora il nemico pubblico numero uno è chi rifiuta i migranti e, in seconda battuta, ma le cose sono collegate, chi si ribella al Nuovo Ordine Mondiale.

4) Il progetto di ripopolamento dell'Europa sponsorizzato dalle Entità Mondialiste, in barba a tutte le passate campagne allarmistiche sulla sovrapopolazione mondiale che per decenni lo spin ha indicato come uno dei mali della modernità: la massima preoccupazione per il contenimento della popolazione, i "nel 20xx sulla Terra ci saranno x miliardi di persone!!", "meno male che la Cina ha la politica del figlio unico", il controllo delle nascite e gli incentivi di fatto alla denatalità in Occidente. 

Piccola parentesi. Le famigliole che vedo passeggiare nei giorni di festa hanno quasi tutte due marmocchi al seguito. Il che mi pare un numero giusto per permettere a tali famiglie di mantenerli bene. Quindi, che "non nasca più nessuno" mi pare un'esagerazione, un prodotto, anche questo, dello spin per convincere gli italiani che sia giusta per loro la via dell'estinzione. Se gli italiani (scusate se distinguo tra italiani e stranieri ma sono fassista come Rousseau) potessero permettersi di formare una famiglia con due o tre figli senza i patemi d'animo economici odierni e le deportazioni da Trapani ad Ortisei degli insegnanti, per abituarli allo stile di vita del migrante,. non vi sarebbe alcun bisogno di importare le forestiere coniglie. 

5) Avete letto bene la lettera che ha ricevuto Giorgia Meloni dal sedicente Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), prima che il governo si accorgesse della gaffe della censura di fatto ad un parlamentare? 
Non le contestano mica il razzismo o il fastidio che provano ormai tanti cittadini italiani per l'eccesso di stranieri in giro a bighellonare in attesa, Dio non voglia ma non si sa mai, è già successo, del diritto di preda che si accorda agli eserciti di occupazione, ma solo la contrarietà rispetto alla preponderanza islamica dell'immigrazione ed ad eventuali infiltrazioni terroristiche con essa. Ovvero contestano ad un parlamentare italiano il fatto di essersi accorta che si tratta di Eurabia e di dirlo pubblicamente ai suoi elettori.

In fondo è la stessa cosa che accadde al Papa emerito (dimissionato? Dimissionario? Esodato? Inadatto a far ingurgitare, perchè incapace di indorarla mediaticamente, la capsula di cianuro ai fedeli?), colui che era in carica prima del Papa con la fanzine e le figurine. Ricordate la lectio magistralis di Papa Ratzinger il 12 settembre del 2006 all'Università di Ratisbona, dove accennò, citando Manuele Il Paleologo, alla natura potenzialmente violenta dell'Islam? Non l'avesse mai fatto. Per smentire il Papa islamofobo vi fu chi, in nome dell'Islam, manifestò inequivocabilmente la sua natura violenta.

Si torna sempre lì, alla grande domanda, quella che ci toglie il sonno. 
Perché l'Occidente, se è veramente minacciato dal terrorismo islamico, come ci ripetono dal 2001, non fa altro che facilitare l'instaurazione dei vari califfati in tutto il mondo arabo, mentre le signora Katz ci terrorizza con i suoi smaccatamente propagandistici snuff movies dei tagliagole, presentati come una piaga ineluttabile, un inevitabile castigo divino per le colpe, (siamo tornati alla COLPA) degli occidentali?
Qual è il messaggio? Prossimamente un Jihadi John o bande di neo-goumiers stupratori nel vostro quartiere, quindi preparatevi a farvi difendere da noi e dai nostri efficientissimi squadroni della morte?
E' dura pensare ed è quasi incomprensibile che i peggiori nemici dell'Islam stiano usandolo come cavallo di Troia per ridurre l'Europa ad un immenso carnaio ad immagine e somiglianza degli Stati Disomogenei d'America, ad un immenso campo di battaglia da affidare ai contractors, ma come fare a togliersi questo sospetto, questo tarlo? Difficile anche pensare che non finisca in un massacro mai visto precedentemente. Altro che sei milioni.

"L'America è violenta, girano armati". No, è il trailer di cosa diventeremo noi con la società multietnica forzata, per giunta castrata del patriottismo, che è l'unica cosa che tiene insieme Washington con S. Francisco, in nome dell'internazionalismo del "la Terra è di tutti e non esistono frontiere" degli amanti dei Goti, delle sinistre bene e degli altraguancisti cattolici ma non cristiani. Se non ci credete e siete multiculturisti, assuefatti agli anabolizzanti del volemose bene a senso unico, riguardatevi "Gangs of New York" di Scorsese.

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