Odio parlare di me ma la premessa è necessaria per tacitare quelli che mi accuseranno di fascismo, nazismo, stalinismo, omofobia, eccetera, eccetera.
So benissimo che la famiglia tradizionale (ci tocca pure aggettivarla e specificare che è quella formata da maschio, femmina e piccoli, come in natura) può creare problemi e sono consapevole dei rischi che possono annidarsi al suo interno per l'incolumità dei bambini. Tanto consapevole che l'ho patito sulla mia pelle e ci ho fatto sopra i miei begli anni di depressione e analisi. So di cosa parlo, per tacer del fatto di essere pure psicologa. Quindi, che nessuno si permetta.
Chiusa la parentesi, ritengo che il genderone - che sabato scorso si è tolto le sveglie dal collo e le ha legittimamente agitate nella piazza dello Sveglia Italia - stia reagendo in modo isterico e coerentemente alla deriva sociopatica e tirannica della nostra società all'odierna altrettanto legittima manifestazione denominata "Family Day", contraria alla legge Cirinnà sulle unioni civili, che lui invece auspica.
Cosa vuol dire che la manifestazione di oggi vorrebbe negare "diritti"? Come far capire a costoro che il progressismo in assenza di democrazia non è affatto progresso? Che la democrazia significa anche lasciare che chi si oppone alle nostre richieste e alle nostre idee possa manifestare in libertà in piazza? Difficile farlo, me ne rendo conto, con chi definisce i tradizionalisti "cattolici crociati". Una roba che non sarebbe venuta in mente nemmeno al Califfato ma che denuncia le affinità elettive antidemocratiche di questi talebani con i loro fratelli musulmani. A proposito, addavenì 'a sharia e rimpiangerete i Legionari di Cristo.
Sui social questo genderone multikulticolor ritiene molto intelligente e spiritoso, nonché militante, postare foto di Olindo e Rosa, della famigliola di Shining, della famiglia del Padrino e di quella Addams, per dimostrare che la famiglia (quella che ci ha cresciuti) è disfunzionale, mentre quella arcobaleno, di fatto, fattona o omogenitoriale, in ogni caso tutto fuorché quella di cui sopra, sarebbe governata esclusivamente dall'AMMORE. Il loro slogan è: voi siete ipocriti perché vi tradite e avete due o tre famiglie. Il sottinteso sarebbe "e noi invece".
Ma mi facciano il piacere.
Dovrei fingere di credere che tra omosessuali non esistano le relazioni basate esclusivamente sul sesso, i tradimenti a ripetizione, gli scazzi, le litigate, gli abbandoni, le cattiverie, i "perché non muori", la noia, l'indifferenza, la stanchezza e l'abitudine, come in tutte le coppie, con figli o meno? E che tra coppie etero non possa esistere l'ammore? Guardate che quello tra Olindo e Rosa tecnicamente era amore.
Anche un cieco vedrebbe che l'idealizzazione della famiglia gay in atto (idealizzazione che la rende di fatto più normale di quella normale e quindi non uguale) è la stessa adottata dalle multinazionali nelle campagne pubblicitarie quando devono vendere i loro prodotti al pubblico assai appetibile dell'agguerrita minoranza omosessuale.
Corporation love multikulticolor |
Se parlaste con un CEO a caso di queste corporation non vi direbbe che gay è bello, ma che fa vendere. E ci sono coppie gay che saranno disposte a spendere centomila dollari in media per un pupo a progetto, scodellato da una donna del terzo mondo o del primo retrocesso in B, bisognosa di soldi e disposta ad affrontare i rischi di una gravidanza (ci si può ancora ammalare e morire, di gravidanza) al termine della quale dovrà consegnare il pupo ai committenti, bubbolini in mano.
Se vendere è l'imperativo, quindi, dopo avere per anni combattuto lo stereotipo della famiglia borghese Perfettini, la famiglia gay diventa la vera e legittima famiglia del MulinoBianco, dove sono tutti inappuntabili già di prima mattina, nessuno litiga, ci si ama, i bimbi sono belli, buoni e sanissimi, soprattutto di mente, e il mondo circostante non contiene crisi economiche, austerità, progetti genocidari e guerre mondiali a bassa intensità. Uno spottone con i fiocchi e falso come ogni spot.
In questa logica bottegaia è normale che, dopo essersi presi a borsettate con Elton John, padre di due pargoli in surroga, Dolce e (Volta)Gabbana se ne escano con la borsa di cui sopra, giustificata, dopo le critiche, con il "si, ma la famiglia rimane quella tradizionale". Non sia che perdiamo qualche cliente tradizionalista. Un amico ancora più cattivo di me, poco fa commentava su Twitter:
Se vendere è l'imperativo, quindi, dopo avere per anni combattuto lo stereotipo della famiglia borghese Perfettini, la famiglia gay diventa la vera e legittima famiglia del MulinoBianco, dove sono tutti inappuntabili già di prima mattina, nessuno litiga, ci si ama, i bimbi sono belli, buoni e sanissimi, soprattutto di mente, e il mondo circostante non contiene crisi economiche, austerità, progetti genocidari e guerre mondiali a bassa intensità. Uno spottone con i fiocchi e falso come ogni spot.
In questa logica bottegaia è normale che, dopo essersi presi a borsettate con Elton John, padre di due pargoli in surroga, Dolce e (Volta)Gabbana se ne escano con la borsa di cui sopra, giustificata, dopo le critiche, con il "si, ma la famiglia rimane quella tradizionale". Non sia che perdiamo qualche cliente tradizionalista. Un amico ancora più cattivo di me, poco fa commentava su Twitter:
@lameduck1960 LOL sempre credibili :D i 3 bambini nel disegno sono quelli che hanno cucito la borsa?
— Simone Previti (@rekotc) 30 Gennaio 2016
Per carità, voglio credere alla sincera motivazione genitoriale delle coppie duebabbi e duemamme e che non assisteremo mai al fenomeno dell'abbandono del pupo in autostrada o nella ruota dei conventi. Però, non per rigirare il coltello nella piaga, il "dov'è la mamma?" e "dov'è il babbo?" ve lo dovete aspettare. Per non parlare del fatto che con certe macchine per il pianto in funzione notte e giorno non è sufficiente nemmeno tutta la pulsione materna di una donna. L'istinto materno no, è riservato agli animali, non ce l'hanno le donne, figuriamoci gli uomini.
Guardate, a questo punto, se proprio si deve fare, io sarei più favorevole all'impianto dell'utero nell'uomo che sceglie di partorirsi in proprio il figliolo che tanto desidera. Un bell'utero nel quale farsi impiantare l'ovulo, poi l'embrione, far sviluppare il feto e partorirlo con un cesareo, anche con un po' di sano dolore. Non vi propongo l'esperienza, mediante impianto di vagina, del parto naturale, perché sono sicura che, alla seconda gravidanza, "gli aborti si potrebbero fare dal barbiere" (cit.)
A parte le battute, fatemi tornare seria. E' ovvio che finché si parla del desiderio di due persone omosessuali di essere considerate coppia a tutti gli effetti, magari con i rispettivi figli e figliastri nati da unioni precedenti, siamo, credo, tutti d'accordo.
Allo stesso modo però è legittimo chiedersi, soprattutto da parte del legislatore, se un bambino nato da una maternità surrogata, a pagamento e cresciuto in assenza della madre naturale, non veda lesi alcuni suoi diritti civili fondamentali, altrettanto legittimi di quelli accampati dai genitori adottivi.
Ciò che trovo intollerabile soprattutto è l'accusa sistematica di disfunzionalità portata alla famiglia maschio-femmina-piccoli, come giustificazione acritica della necessità di approvare altre forme di famiglia, affidata al martellamento propagandistico dei media. E' una china pericolosa, dove si rischia di sconfinare nel borderline di teorie astruse, tipo il gender, per intenderci, se non decisamente sociopatiche.
Non tutti sono a conoscenza di questo, perché il caso del Forteto gode da anni di una poderosa cortina di omertà non solo in Toscana ma nell'intero paese e solo di recente una coraggiosa e lodevole iniziativa bipartisan della Regione ha permesso, grazie ad una commissione di inchiesta (qui la relazione finale), seguita ad un'azione giudiziaria durata anni, di far luce su come una comunità gestita da persone condannate per pedofilia e violenze sui minori abbia potuto per anni godere di credito "scientifico" presso Tribunali dei Minori, assistenti sociali, psichiatri, psicologi e naturalmente, politici locali e nazionali. Per non parlare della quindicina di libri usciti sul "modello educativo Forteto" tra il 1980 e il 2010.
Guardate, a questo punto, se proprio si deve fare, io sarei più favorevole all'impianto dell'utero nell'uomo che sceglie di partorirsi in proprio il figliolo che tanto desidera. Un bell'utero nel quale farsi impiantare l'ovulo, poi l'embrione, far sviluppare il feto e partorirlo con un cesareo, anche con un po' di sano dolore. Non vi propongo l'esperienza, mediante impianto di vagina, del parto naturale, perché sono sicura che, alla seconda gravidanza, "gli aborti si potrebbero fare dal barbiere" (cit.)
A parte le battute, fatemi tornare seria. E' ovvio che finché si parla del desiderio di due persone omosessuali di essere considerate coppia a tutti gli effetti, magari con i rispettivi figli e figliastri nati da unioni precedenti, siamo, credo, tutti d'accordo.
Allo stesso modo però è legittimo chiedersi, soprattutto da parte del legislatore, se un bambino nato da una maternità surrogata, a pagamento e cresciuto in assenza della madre naturale, non veda lesi alcuni suoi diritti civili fondamentali, altrettanto legittimi di quelli accampati dai genitori adottivi.
Ciò che trovo intollerabile soprattutto è l'accusa sistematica di disfunzionalità portata alla famiglia maschio-femmina-piccoli, come giustificazione acritica della necessità di approvare altre forme di famiglia, affidata al martellamento propagandistico dei media. E' una china pericolosa, dove si rischia di sconfinare nel borderline di teorie astruse, tipo il gender, per intenderci, se non decisamente sociopatiche.
Non tutti sono a conoscenza di questo, perché il caso del Forteto gode da anni di una poderosa cortina di omertà non solo in Toscana ma nell'intero paese e solo di recente una coraggiosa e lodevole iniziativa bipartisan della Regione ha permesso, grazie ad una commissione di inchiesta (qui la relazione finale), seguita ad un'azione giudiziaria durata anni, di far luce su come una comunità gestita da persone condannate per pedofilia e violenze sui minori abbia potuto per anni godere di credito "scientifico" presso Tribunali dei Minori, assistenti sociali, psichiatri, psicologi e naturalmente, politici locali e nazionali. Per non parlare della quindicina di libri usciti sul "modello educativo Forteto" tra il 1980 e il 2010.
Dalla relazione della commissione traggo alcuni stralci:
"Il 3 gennaio 1985 la Corte d’appello di Firenze condanna Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi per vari capi d’imputazione tra cui «corruzione di minorenne», «sottrazione consensuale di minorenne», «usurpazione di titolo», quest’ultimo reato poi amnistiato per entrambi. Il tutto perpetrato «nell’incutere ad individui dalla personalità – o per età o per altra causa – immatura il timore della riprovazione del “gruppo” costituito dalla comunità guidata dal Fiesoli e dal Goffredi, e dopo aver scardinato, ricorrendo a forme di convincimento ossessive, aggressive, emarginanti ed umilianti, ogni preesistente valore e le figure parentali, in modo da renderli del tutto dipendenti da loro, costretto ad accertare e a praticare il regime di vita da loro imposto nella cooperativa e caratterizzato da promiscuità assoluta tra persone dello stesso sesso; pratica dell’omosessualità; messa a disposizione della cooperativa di ogni risorsa personale; autocritica per colpe mai commesse e per fatti mai compiuti; attribuzioni a terzi di colpe mai commesse; divieto di rapporti eterosessuali anche fra marito e moglie; divieto di contatti con le famiglie di origine e ostilità nei confronti delle stesse da manifestarsi anche con violenza fisica".
[Successivamente alla condanna del 1985]... soprattutto grazie alla difesa di Fiesoli da parte di Gian Paolo Meucci, Ernesto Balducci e altri, la condanna viene dimenticata e Il Forteto diventerà un importante interlocutore della Regione Toscana. In seguito alla denuncia di numerose persone, Fiesoli viene nuovamente arrestato (20 dicembre 2011). Nell'ottobre 2013 inizia il processo su quello che è divenuto un caso nazionale. Il 17 giugno 2015 è stato condannato a 17 anni e mezzo di reclusione per maltrattamenti e abusi sessuali".
Continua la relazione:
"Abusi sessuali, violenze fisiche: tutto terribile. Tuttavia, dalle audizioni effettuate abbiamo riportato la sensazione netta che per i minori all’interno del Forteto il disagio più profondo, il dolore più grande in questa assurda classifica dell’orrore derivasse da un sistema che negava loro di sviluppare, coltivare e vivere liberamente i propri sentimenti: verso la famiglia d’origine, con cui si recide ogni contatto e spesso persino i rarissimi figli naturali che esistono all’interno del Forteto vengono tolti alle loro madri ed affidati ad altri; verso un compagno o una compagna, con il sostanziale divieto ad intrattenere relazioni eterosessuali; verso un amico, laddove tutti facevano la spia su tutto e tutti al leader Rodolfo Fiesoli; persino verso i genitori affidatari, visto che capitava che questi potessero essere sostituiti e dato che comunque i doveri genitoriali erano affidati di fatto alla comunità. In questa maniera, impedendo una normale circolazione ‘orizzontale’ dei sentimenti tra i membri della comunità, l’esito naturale era che il solo sentimento possibile si concentrasse verso il capo."
Ecco, non voglio ripagare gli sveglisti con la stessa moneta e dire che la mentalità malata di una comunità settaria e chiusa, prigioniera dei voleri di leader pervertiti debba essere paragonata a quella di coloro che pensano veramente che la famiglia di Jack Torrance sia l'emblema della famiglia tradizionale da combattere; però ammetterete che siamo molto vicini in alcuni casi al puro delirio. E che anche questo atteggiamento fa parte del desiderio autodistruttivo di uccidere i genitori per eliminare le proprie radici e tradizioni, tanto caro e utile all'ultracapitalismo elitario.
La famiglia non è sacra e si può criticare quando merita di essere criticata. Far passare però l'idea che i bimbi ora debbano essere più felici con due mamme o due babbi piuttosto che con una mamma, un babbo, un cane e un gatto, solo perché ciò porta acqua al nostro mulino bianco di consumatori amati dalle multinazionali e risponde al diktat del "vietato vietare", non è assolutamente accettabile.
Non faccio paragoni, voglio solo dire che è già successo che si siano prese per buone e scientifiche delle follie e dei comportamenti criminali solo perché erano percepiti come appartenenti alla "parte giusta" e perché sembravano conquiste del progresso. Stiamo attenti, quindi, all'effetto Forteto.
La famiglia non è sacra e si può criticare quando merita di essere criticata. Far passare però l'idea che i bimbi ora debbano essere più felici con due mamme o due babbi piuttosto che con una mamma, un babbo, un cane e un gatto, solo perché ciò porta acqua al nostro mulino bianco di consumatori amati dalle multinazionali e risponde al diktat del "vietato vietare", non è assolutamente accettabile.
Non faccio paragoni, voglio solo dire che è già successo che si siano prese per buone e scientifiche delle follie e dei comportamenti criminali solo perché erano percepiti come appartenenti alla "parte giusta" e perché sembravano conquiste del progresso. Stiamo attenti, quindi, all'effetto Forteto.