"La cosa interessante e promettente è che questa di Syriza è la vittoria di una forza radicalmente critica delle politiche europee, ma intenzionata a restare nell'Ue. Quindi non ha vinto un partito che vuole uscire dall'euro.[...] Sì, perché in fondo siamo abituati a pensare che la sinistra radicale sia contro il capitalismo, contro l'Unione europea. Invece qui abbiamo una sinistra che è radicale perché vuole cambiamenti e miglioramenti nella conduzione dell'economia capitalistica. E allo stesso tempo crede nelle istituzioni comunitarie.D. Tanto da volere anche un'Europa federale?R. Sì, i principali dirigenti del partito, da Tsipras al vice presidente dell'europarlamento Dimitris Papadimoulis, sono tutti adepti del Manifesto di Ventotene. Che è anche il tema del primo capitolo del libro che sta scrivendo l'eurodeputato Manolis Glezos."
Fischia il Ventotene. Per fortuna che Barbara Spinelli in questa intervista a Lettera43 si è accorta che la partita in Europa è tra creditori e debitori. Resta da scoprire se ha capito perché. Ne dubito.
Confesso che nel passaggio "una sinistra che è radicale perché vuole cambiamenti e miglioramenti nella conduzione dell'economia capitalistica. E allo stesso tempo crede nelle istituzioni comunitarie" ho sentito la vertigine delle montagne russe.
Pensare che una volta lo si voleva abbattere il capitalismo, superarlo, sostituirlo con il socialismo. Oggi invece lo si vuole solo cambiare. Come le mogli che cercano di cambiare i mariti e nell'attesa rimangono vedove.
L'importante per Spinelli è che vi siano gli "adepti". L'ennesima conferma che l'euro e l'annessa mitologia europea fanno parte di un culto settario, più che di una progettualità politica. Culto del quale ella è ovviamente la prima sacerdotessa autonominata.
Se l'Europa non funziona non è per colpa dei padri affondatori e di questa strana connivenza tra sinistra e capitale - per noi sospetta e trista ma per loro affatto. Sentite bene: il federalismo non s'è fatto "perché c'è una sinistra socialdemocratica moderata ancora molto forte, che ha finito con l'adottare le politiche dell'austerità e che quindi dovrebbe lei stessa cambiare. Questi partiti di centrosinistra dovrebbero fare un mea culpa: ammettere di essersi sbagliati, che il trattato sui bilanci adottato nel 2012 è stato un fallimento."
L'accusa di socialdemocrazia ad altri per giustificare la propria infamia di collusi con il potere è un grande classico che io sento da quando ero bambina, e ne sono passati di lustri.
Sono fantastici. Fanno le porcate con il capitalismo della peggior specie, quello neoaristocratico, permettono che esso faccia scempio delle conquiste di civiltà e democrazia e poi, quando la gente se ne accorge e ne patisce le conseguenze, hop!, fanno un salto a sinistra di sé stessi per poter avere una destra persecutoria sulla quale scaricare la propria responsabilità. C'è sempre una sinistra più ancora a sinistra, se serve. L'importante è negare qualsiasi responsabilità propria o dei propri ispiratori ideologici.
In fondo la loro sociopatia non è molto diversa da quella dei Monti, che si rivolgono ad un pubblico di profani, minus habentes e scolaretti delle elementari con il tono saccente di chi è costretto a fare communication for dummies:
"A proposito di Euro. L'euro è stato per la Grecia non la causa della crisi, ma il fattore che ha messo a nudo l'incompatibilità tra la tradizionale politica dei greci e una moderna economia europea. L'ingresso della Grecia nell'euro, probabilmente, è avvenuto troppo presto. Ma ha comunque costituito per quel Paese un “fattore verità” e un “fattore serietà” che hanno messo in mora i vecchi costumi e la vecchia politica. La grave crisi greca è figlia di queste tare. L’avvento dell’euro l’ha fatta emergere e ha spinto il Paese ad iniziare la propria trasformazione. La troika, esigendo che la trasformazione avvenisse ad una velocità non realistica, non ha giovato.
In ogni caso, il popolo greco ha capito che la “colpa” delle drammatiche vicende di questi anni non è dell’euro, ma della tradizionale politica greca, corrotta, clientelare e inefficace, entrata in collisione con le esigenze di una moderna economia sociale di mercato, vera condizione per stare in Europa. Infatti, la grande maggioranza dei greci non vuole l’uscita dall’euro. Anche su questo noi italiani dovremmo riflettere, in un momento in cui alcune forze politiche chiedono l'uscita dall'euro." (Mario Monti, ex presidente del Consiglio)
La sua è affabulazione semplificata per i bimbi grulli. Monti parla di "connivenze tra politica e poteri economici" come peccato originale dei paesi della Terronia europea (sta parlando a Grecia perché Italia intenda) ma in realtà sta descrivendo il fenomeno del lobbismo, che negli Stati Uniti è pratica quotidiana; solo che Grecia e Italia sono paesi che non possono permettersi che un lobbismo di conquista in quanto paesi inferiori e non (più) sovrani.
Il suo meta-messaggio, tuttavia, è spudoratamente sincero, perché il suo discorso è coerente con il progetto che lui, in quanto élite, porta avanti e che non ammette deroghe. L'Europa è questa, non ce ne sono e non ce ne saranno altre. E' la signora TINA che ce lo chiede. Altro che "l'altra Europa" con Tsi-chi?
Invece il meta-messaggio di Spinelli è l'ambiguità, la contraddizione: dice che non vuole l'austerità ma, per carità, non toccate l'euro. L'unione europea è un fallimento ma non si discuta Ventotene. Riscopriamo una solidarietà europea (che non c'è mai stata).
Dubito che sia solo beata incoscienza. Salvare capra e cavoli, come è noto, non è possibile ma loro non disperano mai. In fondo sono dei fognatori. Quasi quasi gli preferisco Monti e a Monti i serial killer.