Per comprendere il fenomeno covid potrebbe essere utile cambiarne l'approccio percettivo e visualizzarlo in termini di forma nello spazio con una propria struttura tridimensionale, descrivendolo come una serie di contenitori uno dentro l'altro, come le scatole cinesi, dove ogni scatola rappresenta concettualmente un pretesto per l'apertura della scatola successiva.
Fino a questo momento, aprendo le varie scatole in sequenza, il virus è stato il pretesto per la dichiarazione di pandemia, termine che oggigiorno per l'OMS non indica più una malattia che si diffonda con un determinato indice di mortalità nel mondo ma "la diffusione di un agente infettivo in vari paesi contemporaneamente". Quindi in teoria come agente basterebbe anche il virus del raffreddore.
La dichiarazione di pandemia è stata il pretesto per il lockdown e le altre misure restrittive della libertà che progressivamente hanno catturato tutta l'attenzione a discapito della malattia in sé, per la quale si sono scelte o cure sbagliate o ostacolate se non proibite quelle indicate dai medici come possibili e risolutive, mentre al contempo la sanità pubblica, ad esempio in Italia, veniva congelata in una generalizzata sospensione di cure e trattamenti, perfino quelli già programmati per i malati oncologici, che non riguardassero la strettissima emergenza. Una vera e propria serrata del servizio sanitario nazionale ex-pubblico, inspiegabile dal punto di vista logico e che con il passare dei mesi, con gli ospedali che ritornavano alla normalità, tanto da trasformarsi in scuole di danza rituale, sta diventando sempre più inquietante.
Il lockdown e naturalmente il biscottino ai cagnolini di Pavlov rappresentato dalla promessa di liberazione dalle catene e dalle museruole, è il pretesto per introdurre il vaccino. Un vaccino realizzato in pochissimi mesi, si suppone saltando varie fasi della sperimentazione e soprattutto la normale prassi di approvazione e commercializzazione che è prevista perfino per i vaccini i quali, come è noto, godono di corsie di approvazione meno severe di altri farmaci. In questo articolo del 2016 l'infettivologo Fabio Franchi, smentendo la Fnomceo, dichiarò:
Perché tanta fretta e perché soprattutto la costruzione di una narrazione di tipo religioso sul concetto di vaccinazione di massa per il covid, della quale si dirà dopo? Un vaccino che quindi che ha tutta l'aria di un pretesto. Per cosa? Ecco l'ennesima scatola che si apre.
Fino ad oggi la sperimentazione di un farmaco sull'uomo, che seguiva quella sull'animale e sulle linee cellulari in vitro, avveniva in quattro fasi secondo le modalità descritte sul sito dell'AIFA. Essendo la quarta ed ultima fase l'osservazione post-commercializzazione dell'efficacia del farmaco e dell'eventuale comparsa di effetti collaterali a lungo termine, ci si domanda a quale fase precedente di sperimentazione si sia giunti riguardo al vaccino per il covid, tenendo presente che la fase 2 dura di solito almeno due anni e per completare la fase 3, sempre per l'AIFA, ne possono occorrere fino a cinque. Pare che una parvenza di fase 1 ci sia stata, almeno a leggere i resoconti sulle "reazioni allergiche" che sarebbero state riscontrate nei partecipanti ai test di quella che però viene definita già fase 3 della sperimentazione.
Come è possibile accelerare tanto i tempi dei protocolli ufficiali di sperimentazione? E' il progresso della scienza "che oggi viaggia più in fretta" come ha affermato qualcuno, o è bastata l'autorizzazione alla procedura d'urgenza per l'autorizzazione concessa dall'FDA negli USA? E' il fatto che i vaccini "non sono farmaci", come è stato imposto da parte dell'industria farmaceutica di considerarli? Perché mettere a repentaglio la salute di migliaia di persone che sono già state convinte da una campagna di terrorismo mediatico a partecipare alla somministrazione di massa di un vaccino in alcune formulazioni addirittura contenente una tecnologia mai utilizzata prima, quella a mRNA? Perché, se ormai è dimostrato che il covid è curabile addirittura a domicilio e il suo tasso di mortalità reale, non gonfiato giocando sporco sui concetti di "casi", "contagi", "infetti" ed altre trappole linguistiche, non avrebbe permesso fino a qualche anno fa all'OMS di considerarlo malattia pandemica? Qui sembra aprirsi un'altra scatolina.
Il vaccino è il pretesto per la sperimentazione sull'Uomo: selvaggia, privatizzata, di massa, senza responsabilità legale da parte di chi somministra i test, e soprattutto gratuita, perché per i farmaci tradizionali BigPharma qualche osso sotto la tavola te lo lancia, a meno che tu non interrompa il trial perché stai troppo male: in quel caso, ciccia. Dato che il vaccino non è un farmaco (toh, un pretesto!) si sperimenterà su cavie che firmeranno un foglietto di carta dove sarà scritto che se rifiutano la seconda dose dovranno aspettarsi conseguenze. Di che tipo ancora non si sa, se sanitarie o legali. Ed ecco aprirsi l'ultima scatola della serie, quella che contiene ciò che non si sarebbe voluto vedere.
Questa sperimentazione sull'Uomo è il pretesto per una serie di imposizioni totalitarie per implementare il transumano: il controllo totale della salute, attraverso la manipolazione del sistema immunitario naturale, la sua progressiva disattivazione allo scopo di creare il paziente permanente, dipendente dai farmaci a vita ed eventualmente sopprimibile a comando. Un sistema immunitario privatizzato, restituito eventualmente in concessione con il contagocce e temporaneamente mediante appositi "vaccini", secondo comodi piani mensili di abbonamento. Fino a giungere allo scopo finale, già rivelato a suo tempo dall'ineffabile filantropo occhialuto e presente in bella mostra senza che nessuno lo noti, come la lettera rubata di Poe, in ogni agenda distopica dell'élite, nonché prerequisito fondamentale dell'implementazione della Quarta Rivoluzione Industriale: l'utilizzo del controllo della salute per limitare la popolazione mondiale con un vaccino che sterilizzi ed eventualmente si occupi di disattivare alcune categorie specifiche di soggetti. La categoria delle "vite indegne di essere vissute" a questo punto può estendersi illimitatamente a gruppi etnici, popolazioni di interi stati o razze specifiche.
All'obiezione che ciò sarebbe troppo orribile anche solo da immaginare, rispondo con facilità ricordando che il malthusianesimo è uno dei pilastri del paradigma che ci domina. Che il darwinismo, apparentandoci con le scimmie, ci rende automaticamente l'anello mancante nella catena dei soggetti da sperimentazione, tra il Macaco Rhesus e l'androide. E che il transumano è il logico ed inevitabile punto di arrivo di un lungo percorso di negazione dell'Umano.
Il ragionamento che ci ha condotti a scoprire l'ultimo dei pretesti funziona anche al contrario. Se volessi controllare la popolazione, con lo scopo di diminuirne il numero, avrei bisogno di controllarne la salute, quindi userei un vaccino da imporre a causa di una pandemia provocata da un virus opportunamente apparso sulla scena, sia spontaneamente sia cercato in qualche laboratorio. E questo ci porta all'ultimo concetto che viene dischiuso dal covid: la volontarietà del dominio dell'uomo sull'uomo in spregio a qualunque autorità superiore. Una volontà espressa da una scienza ormai liberata da ogni concetto di limite.
Siamo veramente nella terza fase dell'umanità di Comte, la fase della Scienza, che fu preceduta da quella Filosofica e da quella Religiosa ma le cose non sono andate come previsto dal filosofo. Se visualizziamo anche questo schema comtiano nello spazio tridimensionale, vedremo come anch'esso sia riconducibile ad un sistema concentrico. La fase religiosa contiene quella filosofica e quella filosofica quella scientifica. Ben lungi dal rappresentare un progresso, la fase scientifica si è rivelata una progressiva discesa agli inferi, l'inversione dell'opera alchemica verso un nigredo senza fine. Per poter essere finalmente liberata, la Scienza ha dovuto distruggere ciò che la conteneva e per dominare le menti ed asservirle, a cominciare da quelle degli scienziati, indebolite dal delirio di onnipotenza, ha dovuto assorbire l'autorevolezza e il linguaggio delle fasi precedenti, trasmutandoli tuttavia nell'Ideologia e nello Scientismo, entrambe parodie della Religione con i loro miti, il clero sacerdotale, le tavole della legge, i testi sacri, l'ortodossia e l'Inquisizione.
Si comprende quindi l'attuale sconcertante trasmutazione della pandemia, ovvero della catastrofe, in pseudo-eucatastrofe, con tanto di corrispondenza tra la simbologia sacra del Natale con quella della "nascita" del vaccino miracoloso. Compresi i Re Magi che trasportano il dono a Roma (non a caso), scortati dalle forze dell'ordine. Siamo al vaccinismo magico sorretto da una colossale evocazione medianico-mediatica basata sul terrore e lo stupore che deriva dagli altri nefasti -Ismi magici del novecento, tutti riconducibili ad una radice comune occulta: la sfida apocalittica alla natura divina dell'Uomo. Quella che suggerisce il vero significato dei balletti propiziatori da corsia di eroi ma soprattutto eroine, novelle baccanti, in camice pronti ad accogliere i vaccinandi per il nuovo battesimo: la festa per l'imposizione del marchio. Quello che permetterà, forse, la sopravvivenza nel nuovo mondo. E foss'anche quello di infamia per chi si sottrarrà al rito per giusto diritto di scelta.
Aprendo la scatola della Scienza, invece del progresso, vi abbiamo trovato qualcosa che rischia, per sua intrinseca natura, di perderci per sempre trascinandoci con sé nell'Abisso del Nulla senza fine.