domenica 17 gennaio 2016

Alle porte di Vienna, un re polacco


Le autorità di polizia tedesche ammettono che in Germania vi sono 500.000 persone straniere che non si sa chi siano e dove siano. Bella notizia. Un suggerimento, visto che si tratta in grandissima parte di uomini, come dimostrato dall'analisi dei flussi dei migranti salvati dalle acque: esercito dormiente? 
Se è vero che è bastato un messaggino per convocarne qualche manipolo al Rape Party di capodanno in mezza Europa, se io fossi nei governantucoli europei inizierei a preoccuparmi e a chiedermi quante ce ne sono, di queste cellule dormienti, in giro per gli altri paesi, in grado di far danno. Quante in Italia, mister Alfano, dove i buonaioli del culto del Santo Migrante possono contare anche sulla benedizione quotidiana di Francis Underpope?
E' la conferma che l'Italia non viene attaccata dal terrorismo perché di fatto si è già sottomessa, e ciò vuol dire che in primis si è sottomesso il Vaticano, dopo il sacro golpe contro Ratzinger? 
Opperbacco, e su chi diavolo possono contare i cristiani adesso? Qualcuno se lo sta chiedendo, per caso, a parte qualche cristiano integrale che comincia a starmi sempre più simpatico?

Un paio di spiragli, comunque. Significativi, per la teoria dei corsi e ricorsi storici e quasi sorprendenti per sincronicità.
 L'Austria sospende Schengen perché esiste un limite perfino alla teutonaggine e Vienna non vuole più riempirsi di potenziali #rapefugees seguendo la stoltezza della Cancelliera Angela, la pelosa misericordiosa del venite tutti che c'è pane, lavoro e figa per tutti. Tanto pagano i terroni europei.
Che la decisione austriaca sia anche la conseguenza dell'annuncio dell'ennesima follia del solito Stranamore Schäuble che propone (privatizzando gli utili) di sovranazionalizzare le perdite dell'accoglienza delle truppe di invasione accollandole agli altri paesi europei, attraverso la tassa sul migrante? "Mein Führer, I can walk!" Vogliono proprio l'atomica, questi bastardi.

Gli Ottomani (finalmente abbiamo capito perché si chiamano così?) saranno fermati alle porte di Vienna ancora una volta, quindi? Allora, l'11 settembre del 1683 (astenersi numerologi e cabalisti) c'era un duce polacco alla guida dell'esercito che sconfisse 'O Saracino.
Oggi i polacchi stanno onorando quella stirpe, gridando in faccia alle facce da culo dell'UE sottomessa ai nuovi saraceni, che la loro democrazia, ergo la loro libertà e sovranità, non sono negoziabili. E che si fottano pure anche i sicari delle agenzie di rating con i loro downgrade ad orologeria. 

Intanto, al ritmo di quasi un attentato al giorno in ogni parte del mondo, si risente Al Qaeda, che rivendica l'attentato in Burkina Faso. Ma non era stata sostituita dall'ISIS, più prestazionale e glamour? C'è per caso all'orizzonte una lotta tra opposti terrorismi, ovvero una lotta tra burattinai?

Solito alleggerimento finale. Il titolo del tweet era "Se negli anni '30 vi fossero stati i media di oggi".
Io la trovo meravigliosa.




8 commenti:

  1. Ha-ha-ha-ha! Rape party! Geniale (come sempre).

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  2. Cara amica Lameduck, Brava!

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  3. Anonimo21:20

    Cara Barbara, scusa se risposto il link che spiega la Taqiyya. Credo sia utile sapere che ai musulmani viene impartito il precetto della sacra dissimulazione (mentire agli infedeli per far avanzare la causa dell'islam). E' una cosa da tenere a mente quando vediamo, in tv, le interviste alle "convertite" italiane (tipo quella che si è ritratta con orrore quando Baudo ha cercato di abbracciarla qualche giorno fa, o quelle che vanno a farsi intervistare da Gruber o Floris. Ne ho sentita anche una alla Zanzara giovedi avere la faccia tosta di dire che sotto l'Islam le donne sarebbero più libere e rispettate che nelle altre religioni. Non c'è da stupirsi, se si capisce cos'è la taqiyya, ossia la "sacra dissimulazione". Bella una religione che tra i suoi precetti include l'inganno, vero? https://www.youtube.com/watch?v=Vg5TY5CPrzk
    Un'altra cosa importante: quella musulmana è l'unica religione che non prevede l'universalità per la regola aurea (quello che nel cristianesimo è il "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te"). La forma islamica di questa norma vale solo per i fedeli. Per gli infedeli non vale. Anzi, gli infedeli devono essere combattuti fino alla sottomissione, ossia devono o essere convertiti o pagare, come cittadini di seconda classe, una tassa all'islam per essere lasciati in pace:
    ''Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati."
    (Sura 9:29-30).

    Questa è la cultura che la Merkel sta imbarcando a milionate in Germania e in Europa.
    FABRY

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  4. Anonimo01:55

    Se negli anni '30 vi fossero stati i media di oggi la Germania avrebbe vinta la guerra senza nemmeno combattere. Oppure l'altra meta' del mondo si sarebbe arruolata nella Waffen-SS e l'Armata Rossa avrebbe salutato con hurra' l'arrivo dei liberatori a Stalingrado. Oggi si direbbe che Goebbels sbaglio' strategia di comunicazione. Non seppe proporre l'immagine giusta. Pero' vale anche l'opposto, ovvero, la comunicazione ha funzionato benissimo ma contro i tedeschi. Ha funzionato allora come funziona oggi. Cosi' si spiegano un po' piu' di cose e si capisce perche' i due maestri della propaganda nazista abbiano fatto cilecca.

    G.Stallman

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  5. Anonimo13:43

    Segnalo un articolo SCIENTIFICAMETE PERFETTO sulla questione e sulla pazzia della Merkel
    http://socialtechnologies.com.au/germanys-jeopardy-could-the-immigrant-influx-end-european-civilization/

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    1. Anonimo18:25

      Siamo gia' all'autopsia. Semplicemente, chi viene dalla cultura anglo-sassone non e' in grado di capire l'Europa continentale. Anche quando espone concetti lapalissiani come questi si sente un po' come il proverbiale cane in chiesa. Ci sono studii molto piu' scientifici vecchi di secoli sull'argomento. Almeno dall'antica Grecia. Sintetizzo: una civilta' e' una forma. Questa forma le viene data da chi concorre alla sua creazione e mantenimento. Una consistente e continua migrazione, semplicemente, disgrega questa forma e non ne costruisce una nuova. Anche nel caso di un popolo costituito da vecchi migranti, e' necessaria la loro inter-speciazione perche' possano costituirne uno nuovo. Devono sposarsi tra loro e proliferare. Ed i tempi sono molto lunghi. La questione "razze" e' molto piu' complessa, oltre che spinosa, per essere affrontata in quattro righe, ma vale la pena di ricordare che non sempre il patrimonio genetico si fonde. Molto piu' spesso si sostituisce, soprattutto nel caso dei portatori di geni recessivi, come sono la maggior parte dei bianchi. Questo sarebbe "scientifico": il dire senza mezzi termini che si vuole la scomparsa dei vecchi europei per sostituzione. E lo capirebbe anche il mio cavallo che non ha studiato.

      G.Stallman

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    2. Anonimo19:21

      comunque di certo le "fusioni" possono solo esistere tra culture e tratti fisici non troppo dissimili ( vedi galli+franchi o sassoni+normanni) o quantomeno ( ed in modo molto piu' doloroso ) generate da culture "superiori" , come i romeni , o i "latinos" ( cioe' gli indios spagnolizzati ), processi che pero' piu' spesso producono solo un "meticciato" di tipo "caraibico".
      In tutti gli altri casi si ha solo una ( dolorosa) "sostituzione" da conquista, anche se con ancora evidenti tracce biologiche e culturali dei precedenti abitanti, come si puo' vedere dalla differenza che passa tra un arabo-magrebino , un arabo-siriano... e chissa',domani , un arabo-europeo :-)
      ws

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    3. Anonimo20:47

      Ci sono due modi di vedere la cosa: quello scientifico e quello pseudo-scientifico (o falso-scientifico). Siccome viviamo in un epoca ideologica nella quale il declino dell'intelligenza e' gia' cosa fatta, il primo non interessa piu' nessuno. Tutti si arrabattano nel conformismo del secondo. Il primo e': la cultura la fanno gli uomini. Non tutti gli uomini indifferentemente, ma proprio quelli. Cambia gli uomini e cambiera' anche la cultura. Il secondo, invece, e': la cultura puo' essere instaurata o adottata a piacimento, come la religione. Essendo uno strato piu' elevato di quello antropologico elementare, puo' essere come il software che puo' girare sulle piu' diverse architetture. L'assurdita' della seconda e' evidente, appoggiandosi su criteri estremamente arbitrari, nondimeno, fino gli scienziati devono far finta di credervi onde non incorrere nell'inquisizione moderna. Dopo questa lunga introduzione, vedrai da te cosa si puo' adattare o meno al tuo assunto. Per illustrare brevemente le diversita' razziali (non so piu' come chiamarle ormai) che si esprimono in diverse civilta', possiamo vedere la nostra europea che nasce in Medio Oriente. Poi possiamo vedere quella orientale che nasce in Cina. Siccome una civilta' si valuta su cio' che lascia dietro di se' (in particolare l'urbanistica), possiamo perdere giorni a discutere di quanto possa essere compatibile la nostra con quella cinese, con quella giapponese o chissa' che altra. E q1uesto indipendentemente dal fatto che gli orientali siano fatti un po' diversamente dagli occidentali. In media. Ma quando discutiamo se la nostra civilta' sia compatibile con popoli che non conoscevano la scrittura fino a che non hanno visto l'uomo bianco, di che parliamo ? La differenza tra Storia e Preistoria sta appunto nell'invenzione della scrittura. La civilta' viene ancora dopo: costituisce un'organizzazione che ha bisogno di calcoli e speculazione che non puo' essere solo mnemonica. E qui si torna alla questione originaria. Siccome gia' parecchio prima di J.J.Rousseau si pensava che la cultura potesse sostituire la biologia, o sovrapporvisi a piacimento (pensa a Prometeo che dona il fuoco agli uomini), oggi si pensa che il problema delle razze si riduca a questioni estetiche. Oppure lo si rimuove del tutto vietandone la discussione. Salvo poi dibattere animatamente quando l'applicazione della teoria non funziona. Ovvero: sempre. Scusa per la lunghezza.

      G.Stallman

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