Maglietta rossa la trionferà? Parliamoci chiaro, se i media ufficiali non avessero deciso, nella loro magnanimità e su commissione dei loro padroni, di renderci partecipi della tragedia della Birmania (che cazzo è il Myanmar, io continuo a chiamarla Birmania) e dei monaci buddisti, tralasciando momentaneamente le cronache delle mollezze dei VIP, avremmo mai potuto partecipare a questa campagna di solidarietà?
Se avessero deciso, come ho fatto notare l’altro ieri, di oscurare i fatti come fanno regolarmente con le notizie dalla Palestina, dalla Somalia o dal Darfur, tanto per fare degli esempi, avremmo continuato a non sapere nemmeno dove fosse ‘sta cippa di paese e francamente avrebbe continuato a non potercene fregare di meno del suo destino.
Ho letto una bellissima analisi della situazione politica in quella regione in un commento firmato da Riccardo al post di Cloro di oggi.
Riassumendo, la Birmania è un paese ricchissimo di risorse energetiche che attualmente orbita attorno alla sfera di influenza cino-russa. Tutto questo improvviso amore dell’Impero per i monaci buddisti, (pensiamo a quanto sono rimasti inascoltati i loro fratelli tibetani quando la Cina era da tenersi buona), puzza di pesce marcio. Come dice Riccardo, le risorse birmane fanno gola agli Stati Uniti ed ecco che invece di parlar chiaro e di dire chiaramente che quelle devono andare a noi e non alla Cina, si tirano in ballo i diritti civili e la democrazia. A questo punto di solito a me viene da vomitare.
Sembra impossibile ma l'ipocrisia puzza ancor di più del pesce marcio.
Che bello sentir parlare con quei toni sdegnati di repressione poliziesca sui dimostranti, quando a volte gli stessi in altre parti del mondo vengono chiamati terroristi e manganellati senza pietà.
Certo questi militari di merda sparano di brutto sui dimostranti e non c’è paragone in termini di vittime con situazioni tipo Genova 2001 ma comunque i molti pesi e le svariate misure di cui scopriamo ogni giorno l’esistenza fanno sorridere amaramente.
Come mi solleva leggere che il governo giapponese ha giustamente protestato per l’uccisione del reporter Kenji Nagai. Mi auguro per la sua famiglia che non finisca come per un altro fotoreporter, il nostro Raffaele Ciriello, che venne ucciso a Ramallah il 13 marzo 2002 da cinque proiettili 7.62 Nato in dotazione all'esercito israeliano, per le mitragliatrici coassiali montate sui carri armati Merlava. Ucciso per sbaglio, inchiesta archiviata, nessun risarcimento. L’Italia non capisce ma si adegua.
Mi consola anche sentir lodare dal più grosso guerrafondaio del mondo il pacifismo buddista. Non so se sia perché i monaci sono dimostranti ideali che si fanno sparare addosso che è una meraviglia, oppure perché dopo tante lacrime sulla spalla di Dio e tanti iracheni spiaccicati, Dabliu si sta veramente convertendo alla mitezza francescana. Io continuo a sentire puzza di marcio.
Cambierà qualcosa in Birmania se ci mettiamo la maglietta rossa? Io credo proprio di no. In questo caso è la vita che imita Beppe Grillo ma questo vaffaday organizzato mediaticamente come un’operazione di marketing virale e che ci ha fatto scattare tutti sull’attenti come tanti soldatini, segno che il potere dei media mainstream è ancora troppo forte, finirà come è finita per la rivoluzione taroccata rumena e quella alla diossina di Kiev.
Dopo i fatti di piazza Tien Am Men la Cina è diventata quasi culo e camicia con l’Occidente. Dozzine di dittature sudamericane hanno fatto il bello ed il cattivo tempo con decine di migliaia di morti per anni, perfino con la benedizione del Santo Subito.
La maglietta che ci hanno fatto indossare oggi è rossa per non far vedere il sangue che scorre in altre parti del mondo, non altrettanto alla moda della Birmania petrolifera. Paesi dove la gente può anche crepare tanto non ce lo faranno mai sapere.
Non è da escludere l’ipotesi che quando all’Impero converrà rimettere la sordina sugli avvenimenti che non sono più di immediato interesse, della Birmania non ne sentiremo più parlare e sarà stato molto rumore per nulla.
Per questo io la maglietta non la indosso, nonostante ovviamente tutta la mia solidarietà vada a chi vive ed è perseguitato sotto il regime repressivo birmano.
Se avessero deciso, come ho fatto notare l’altro ieri, di oscurare i fatti come fanno regolarmente con le notizie dalla Palestina, dalla Somalia o dal Darfur, tanto per fare degli esempi, avremmo continuato a non sapere nemmeno dove fosse ‘sta cippa di paese e francamente avrebbe continuato a non potercene fregare di meno del suo destino.
Ho letto una bellissima analisi della situazione politica in quella regione in un commento firmato da Riccardo al post di Cloro di oggi.
Riassumendo, la Birmania è un paese ricchissimo di risorse energetiche che attualmente orbita attorno alla sfera di influenza cino-russa. Tutto questo improvviso amore dell’Impero per i monaci buddisti, (pensiamo a quanto sono rimasti inascoltati i loro fratelli tibetani quando la Cina era da tenersi buona), puzza di pesce marcio. Come dice Riccardo, le risorse birmane fanno gola agli Stati Uniti ed ecco che invece di parlar chiaro e di dire chiaramente che quelle devono andare a noi e non alla Cina, si tirano in ballo i diritti civili e la democrazia. A questo punto di solito a me viene da vomitare.
Sembra impossibile ma l'ipocrisia puzza ancor di più del pesce marcio.
Che bello sentir parlare con quei toni sdegnati di repressione poliziesca sui dimostranti, quando a volte gli stessi in altre parti del mondo vengono chiamati terroristi e manganellati senza pietà.
Certo questi militari di merda sparano di brutto sui dimostranti e non c’è paragone in termini di vittime con situazioni tipo Genova 2001 ma comunque i molti pesi e le svariate misure di cui scopriamo ogni giorno l’esistenza fanno sorridere amaramente.
Come mi solleva leggere che il governo giapponese ha giustamente protestato per l’uccisione del reporter Kenji Nagai. Mi auguro per la sua famiglia che non finisca come per un altro fotoreporter, il nostro Raffaele Ciriello, che venne ucciso a Ramallah il 13 marzo 2002 da cinque proiettili 7.62 Nato in dotazione all'esercito israeliano, per le mitragliatrici coassiali montate sui carri armati Merlava. Ucciso per sbaglio, inchiesta archiviata, nessun risarcimento. L’Italia non capisce ma si adegua.
Mi consola anche sentir lodare dal più grosso guerrafondaio del mondo il pacifismo buddista. Non so se sia perché i monaci sono dimostranti ideali che si fanno sparare addosso che è una meraviglia, oppure perché dopo tante lacrime sulla spalla di Dio e tanti iracheni spiaccicati, Dabliu si sta veramente convertendo alla mitezza francescana. Io continuo a sentire puzza di marcio.
Cambierà qualcosa in Birmania se ci mettiamo la maglietta rossa? Io credo proprio di no. In questo caso è la vita che imita Beppe Grillo ma questo vaffaday organizzato mediaticamente come un’operazione di marketing virale e che ci ha fatto scattare tutti sull’attenti come tanti soldatini, segno che il potere dei media mainstream è ancora troppo forte, finirà come è finita per la rivoluzione taroccata rumena e quella alla diossina di Kiev.
Dopo i fatti di piazza Tien Am Men la Cina è diventata quasi culo e camicia con l’Occidente. Dozzine di dittature sudamericane hanno fatto il bello ed il cattivo tempo con decine di migliaia di morti per anni, perfino con la benedizione del Santo Subito.
La maglietta che ci hanno fatto indossare oggi è rossa per non far vedere il sangue che scorre in altre parti del mondo, non altrettanto alla moda della Birmania petrolifera. Paesi dove la gente può anche crepare tanto non ce lo faranno mai sapere.
Non è da escludere l’ipotesi che quando all’Impero converrà rimettere la sordina sugli avvenimenti che non sono più di immediato interesse, della Birmania non ne sentiremo più parlare e sarà stato molto rumore per nulla.
Per questo io la maglietta non la indosso, nonostante ovviamente tutta la mia solidarietà vada a chi vive ed è perseguitato sotto il regime repressivo birmano.
E' il bello della libertà.
RispondiEliminaAnch'io immagino che non cambierà nulla.
Anch'io temo che dietro questo interesse improvviso non ci sia amore per la libertà, ma ben altro.
Però, anche se condivido tutti i tuoi timori, mi vesto di rosso.
casomai, (e qui stanno TUTTE le Tue ragioni) bisognerebbe sollevarsi (in modo anche meno gioios e più rabbioso) per le tante altre ingiustizie di questa palla di terra e acqua.
Un abbraccio e un sorriso, anche nel )piccolissimo dissenso. E grazie per la riflessione
Mister X di Comicomix
Alla fine ti ho risposto qui:
RispondiEliminahttp://spirtules.blogspot.com/2007/09/le-magliette-di-lameduck.html
Come son d'accordo con te!!!!
RispondiEliminaLameduckq, anche se lo potrà sembrare non è un commento polemico. Hai fatto riflessioni giuste ma sei arrivato a mio personale modo di vedere, a scelte sbagliate. Ho letto e concordo con il giudizio di Comicomix. Non cambierà nulla? Forse no, ma abbiamo il dovere morale (dovere morale ripeto..e non falsità!) di provare a sollevare l'attenzione di chi sta rintanato nel proprio orticello. Allora che fai ...quando vedi che la partita può essere persa non la giochi? No. Mi dispiace ma dissento pur comprendendo le tue riflessioni.
RispondiEliminaPerchè invece ad esporre la bandiera della pace è cambiato qualcosa? Il fatto che nel mondo avvengano mille altre ingiustizie e mattanze "sottoposte" renda quella birmana meno grave? Citando De Andrè, un morto strumentalizzato muore "di meno"?
RispondiEliminaCondivido quanto hanno detto New Kid e Comicomix: se ritieni che altre ingiustizie siano "sottoesposte" o censurate adoperati perchè sia fatta luce su di esse, non ridimensionare quelle che sono sotto gli occhi di tutti...
Scusami per il tono franco
Francesco
@ newkid
RispondiEliminaVolevo solo far notare che se in Birmania non vi fossero stati interessi in ballo, non avremmo mai saputo della repressione a questi livelli mediatici. E' questa ipocrisia che a me dà fastidio.
Chi parla più di cosa accade in Somalia? I somali non meritano altrettanta solidarietà? Il Pakistan è un paese democratico o è solo alleato degli Stati Uniti (per ora)?
@ francesco
RispondiEliminama chi ridimensiona? Io ho solo espresso il mio diritto di non mettermi una maglietta perchè ci hanno detto di metterla e noi abbiamo obbedito. Scusami, è il frammento di DNA anarchico che mi ha trasmesso la mi' nonna livornese.
Non ho mica detto che chi se l'è messa è scemo. Penso che allo stesso modo ci si dovrebbe mettere una maglietta verde pro Palestina ogni volta che qualche missile o tank israeliano "esagera". Il problema sarebbe però che mentre criticare il regime di Myanmar è politically correct, criticare Israele sarebbe antisemitismo.
Noti la differenza?
Forse non ti capiterà di leggere lo scambio avuto su OKNOtizie con l'utente newkid. Si trova nella segnalazione di Aghost. Ma te le riporto perchè ciò che ho detto per lui è esattamente ciò che dico per te:
RispondiEliminanewkid:
"Scusa ma non riesco a capirti Uyulala. In un tuo post decidi di sostenere (anche se ti senti di poter contar poco) coloro che protestano contro la repressione in Birmania e qui dai spazio a chi vede ridicolo l'interesse verso questo dramma anche se a noi logisticamente lontano...E' una moda secondo te preoccuparsi dela sorte di persone che vivono momenti drammatici? Non credo tu pensi questo. Ho letto il tuo Blog e non mi dai l'impressione di essere superficiale. Spero di avere ragione."
Io:
Aghost l'ho anche linkato, ero tentata di linkare Lameduckq ma lei in effetti è andata giù più pesante e il suo post sarebbe stato in effetti troppo stonato.
C'è una logica in quello che faccio. Ho votato Ok ad Aghost e ho votato OK a Lameduckq nonostante entrambi abbiano preso posizioni piuttosto lontane dalle mie. Ma è grazie alle LORO posizioni che ci sarà qualche minima possibilità che questa faccenda non venga dimenticata nello spazio dei 3-4 giorni che di solito durano questo genere di manifestazioni. E' più probabile che sia uno di loro due che fra un mese farà un post dicendo: "'Mbé? e la faccenda della Birmania dove l'avete messa?"
Contrariamente a quanto solitamente si creda, due posizioni apparentemente antitetiche possono centuplicare la loro utilità quando vengono armonizzate pur mantenendo la netta distinzione l'una dall'altra. Hai presente il simbolo del Tao? Non è solo un bel disegno.""
Rischiavo di fare un altro post...
Copio e incollo il commento che ho scritto su OKNOtizie.
RispondiEliminaLame condivido la tua analisi e apprezzo questo tuo post, però anche io ho scelto di indossare la maglietta rossa. Purtroppo non abbiamo noi l'interruttore di quei riflettori ma come blogger dobbiamo provare a prolungare il più possibile questa protesta e cercare anche di criticare chi vuole strumentalizzare tutto questo.
Non è un banner o una maglietta rossa che fa la differenza ma l'importante è parlarne, per me la tua maglietta rossa è il tuo post.
Ciao e buon fine settimana
Qualche tempo fa ci siamo detti che siamo cani di Pavlov; reagiamo bene a determinati stimoli e ci sono in circolazione fior di professionisti in grado di produrli.
RispondiEliminaBen vengano le tue provocazioni, sorella mia, ci servono come il pane per tenere gli occhi aperti.
Ma ben vengano anche le manifestazioni di solidarietà, e che servano magari a conoscere un po' meglio un paese bellissimo e martoriato.
Che, infine, si scalzi un protettorato che tiene un paese in quello stato io me lo augurerei solamente. Anche se dovesse significare il passare dalla sponda opposta. Che almeno da questa sponda possiamo manifestare la nostra solidarietà. Anche come cani di Pavlov.
Lameduck, sai cosa fa paura del seguire pedissequamente l'onda mediatica: o nel giro di una quindicina di giorni cade il regime o ce ne si dimentica e si ricomincia a parlare del " lato B ".
RispondiEliminagrazie lameduck per questo post (e per il commento sul mio blog :D
RispondiEliminaIo non conosco pressoché nulla delle birmania, come la maggioranza degli italiani del resto, e quando scattano queste ondate mediatiche improvvise non posso non pensare che ci sia qualcosa dietro.
Ora, io non so quali siano le risorse birmane, in che modo interessino alla cina-russia o a gli usa, perché si monta questo casino e quali siano gli scopi veri (invadere la birmania? cacciare il dittatore e mettere un govermo amico, tipo il pupazzo karkaj in afghanistan?).
Penso che la lezione dell'Iraq e sulle presunte armi di distruzioni di massa dovrebbe averci svegliati tutti su come funzionano i media
Se ci schiarisci le idee riguardo al birmania... grazie :)
capisco il punto di vista,ma quindi?
RispondiEliminanon è meglio cogliere l'attimo e provare a parlare delle responsabilità globali?per esempio si parla pochissimo dei gruppi europei che fanno affari lì..
Hai ragione, Lameduck. Non è giusto solidarizzare solo con i monaci birmani e trascurare tutti gli altri (di cui tu ti occupi un giorno sì e l'altro pure: bellissimo quel tuo post sui Saharawi dell'altro ieri, mi ha commosso).
RispondiEliminaNon è giusto. Per questo, freghiamocene di tutti, e così non facciamo un torto a nessuno.
Meslier
Sono diventato un lettore assiduo del tuo blog. Mi piace quello che scrivi e condivido molto. Non credo che mettere la maglietta serva a molto, ma non mettendola? Quale può essere la stada giusto? Sinceramente preferisco vedere i servizi sulla Birmania a quelli su Gugliasco (si chiama così?) A proposito mi piacerebbe fare un blog sull'agenda setting, se non possono decidere cosa dobbiamo pensare sicuramente riescono a stabilire di quali argomenti interessarci. Riempiono il telegiornale di delitti per farci sentire insicuri e che esiste un problema "sicurezza".
RispondiEliminaCondivido in pieno il tuo pensiero, ma ieri mattina un fiocchetto rosso sul taschino io l'ho messo.
RispondiEliminaE' vero, alla vicenda non serve a niente, ma averlo messo non ha fatto sicuramente danno e mi ha permesso di fermarmi a parlarne con chi mi chiedeva perchè ce l'avevo
x meslier
RispondiEliminascusa ma l'altro giorno non si è parlato in questo blog del silenzio sui morti palestinesi?
L'hai capito il senso del post o no? Mi sa di no. Qui è un po' come quando Pasolini in un famoso pezzo difendeva i poliziotti, tanto per intenderci, che tutti si scandalizzarono ma nessuno capì il senso profondo del concetto.
E' forse una bestemmia dire che questa ondata mediatica è strumentalizzata?
Poi non si è mica detto che non si deve solidarizzare con i monaci.
Eleonora
@ aghost
RispondiEliminaper le informazioni sulla questione birmana e sul perchè forse di tanto interesse imperiale nei suoi confronti, ti rimando al post di Cloroalclero che ho citato e al commento di Riccardo, sempre lì.
Ciao!
@ Meslier
mi tocca ripetermi. Io non impedisco a nessuno di mettersi la maglietta e di esprimere la solidarietà al popolo birmano. Anch'io l'ho ribadita ma evidentemente è rimasto in memoria solo il fatto che non mi mettevo la maglietta ed è stato letto come un rimprovero a chi se la metteva.
Non capisco il tuo sarcasmo. Quando c'è una situazione che credo debba essere pubblicizzata non mi tiro indietro, ho parlato l'altro giorno della Palestina e del silenzio che la circonde. Rivendico però il diritto di non aderire ad un'iniziativa che mi sembra pilotata. Magari sono bacata io, che ne sai.
@ felik
gli argomenti delle news sono sempre selezionati. Adesso c'è il filone infinito dei rumeni, che serve senz'altro a coprire qualcos'altro e, come dici tu, a creare insicurezza.
Io, anche per formazione professionale, faccio delle analisi sul ruolo dei media e dell'informazione, è quello che mi interessa. Conosco molto bene i meccanismi della propaganda e cerco di svelarli quando si presentano in determinati fatti.
Non sono mica infallibile, però quello che dico lo dico per cognizione di causa.
@franca
anch'io a suo tempo ho esposto la bandiera della pace e dopo una settimana l'aveva tutto il condominio. Non è servito a nulla, come sappiamo. Questa volta la cosa mi è parsa troppo costruita, troppo appoggiata dall'alto, troppo politically correct.
@ eleonora
Pasolini? Ehm, non esageriamo. Però capisco cosa vuoi dire.
No, scusa, ma far intendere che chi ha indossato la maglietta è uno strumentalizzato da Bush, mi sembra davvero una sciocchezza. Quando avvengono queste cose, non si dovrebbe criticare il fatto di indossare una maglietta: si dovrebbe criticare il fatto che non se ne indossano anche altre. Il che, se permetti, non è affatto la stessa cosa.
RispondiEliminaQuando alla strumentalizzazione, è una mia deformazione. Io cerco sempre di capire se una cosa è giusta oppure no. Mi interessano molto poco gli schieramenti in campo. Anche perché è discutibile la stessa idea di strumentalizzazione sostenuta da Lameduck. L'Occidente ha già interessi in Birmania (noi abbiamo la Snam), e semmai sono proprio questi interessi che hanno condotto ad una risposta morbida con i generali. Il moto di indignazione che ha coinvolto ad esempio organizzazioni come Amnesty, era volto a fare pressioni sui propri governi, altro che strumentalizzazione!
Dunque, evitiamo dietrologie e stiamo al punto: è giusto solidarizzare anche in maniera visibile per questa causa? Sì o no?
Poi, se è utile o meno, è cosa su cui possiamo discutere. Ma ricordo che è sempre stata "l'inutilità" l'arma dei qualunquisti.
meslier
La risposta era ad eleonora, ma va bene anche per Lame, cui comunque riconfermo la mia antica stima (meglio sottolinearlo, non si sa mai).
RispondiEliminameslier
@ meslier
RispondiEliminaQuando avvengono queste cose, non si dovrebbe criticare il fatto di indossare una maglietta: si dovrebbe criticare il fatto che non se ne indossano anche altre. Il che, se permetti, non è affatto la stessa cosa.
E io non ho sostenuto la stessa cosa? La prossima volta che muoiono un po' di palestinesi ci mettiamo una maglietta verde? Io la metto volentieri ma poi ci accuserebbero di fiancheggiare il terrorismo di Hamas?
La nota stonata è che i militari e la repressione in Birmania ci sono da anni. Ci se ne accorge solo ora che bisogna evitare che la Cina si appropri definitivamente di risorse energetiche strategiche? Non ti sembra come la carità pelosa?
vabbè, che tu sia fiancheggiatrice di Hamas è cosa nota con o senza maglietta verde. ;-)
RispondiEliminasiamo d'accordo sul silenzio assordante dei media sulla Birmania (come sui Saharawi, i Ceceni ecc.). Ma qui stiamo parlando non dei media, ma della mobilitazione. Non mi meraviglia che sia avvenuta in questi giorni e non prima, anche perché i monaci sono scesi in piazza per la prima volta solo adesso. la mobilitazione è in loro sostegno...
cmq, dai, è stato solo un fraintendimento, e perdona il sarcasmo.
un abbraccio
meslier
La mia maglietta rossa sarà cercare di saperne di più.
RispondiEliminaPensatoio
Sono davvero d'accordo con te, anche a me dà fastidio l'ipocrisia che sta dietro questa operazione. Fatta salva, ovviamente, la solidarietà.
RispondiEliminaIo la maglietta l'ho messa.
RispondiEliminaMeglio fare qualcosa che non fare niente.
Ho trovato il tuo articolo molto interessante e devo dire che fa' riflettere.
L'ipocrisia che ci circonda fa' schifo e anche a me viene il vomito.
Cmq tranquilli, fra 4-5 gg.al massimo non si sentirà + una parola al riguardo anche se questo non vuol dire che sia arrivata la democrazia.
Bush si è proclamato "salvatore" dei paesi non democratici manco fosse il Papa (che fra l'altro se ne stato zitto zitto fino a domenica).
Abbiamo visto cos'hanno fatto lui e suo padre anni fa' in Iraq.
Salvatore? Sì, degli interessi però!!